Capodanno a Milano, salgono ad otto le vittime delle violenze di gruppo: la strategia del rituale islamico

15 Gen 2025 15:16 - di Gabriele Alberti
Capodanno Milano

Sono salite a 8 le denunce presentate agli inquirenti per le molestie del 31 dicembre in Piazza Duomo a Milano. Che per gli inquirenti si configurano con sempre maggiore certezza nell’ambito del taharrush gamea: un’espressione della lingua araba usata  per indicare un’aggressione sessuale collettiva. Un ‘fenomeno’ orrendo, umiliazione e ferita per le donne. Il fascicolo è aperto contro ignoti ma le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza puntate sulla piazza e in Galleria non sembrano lasciare dubbi sulla natura dell’aggressione subita.

Stupri di piazza Duomo: si indaga nell’ambito del “tahrrush gamea”, rituale islamico

Ore di filmati sono, da giorni, al vaglio della polizia di Milano che, coordinata dalla procura, sta cercando di dare un volto alle vittime, almeno otto, e agli aggressori. Sono tre in particolare le telecamere che puntano sull’angolo tra la piazza e la galleria Vittorio Emanuele II.  Ma gli agenti sono a caccia anche di immagini amatoriali che per ora mancano nel fascicolo. Che, a oggi, conta tre denunce a firma di una studentessa belga, di una ventenne di Reggio Emilia e di un’avvocata milanese. Donne vittime della cosiddetta taharrush gamea messa in atto da una quarantina di giovani stranieri che, creando un corridoio umano, riescono a ‘intrappolare’ la vittima; isolarla dagli altri e molestarla con la complicità del gruppo. Si rafforza negli inquirenti la convinzione che le violenze siano state il risultato di una precisa strategia.

La strategia

Le indagini per violenza sessuale di gruppo sono condotte dal pm Alessia Menegazzo e dell’aggiunta Letizia Mannella. Le indagini, al momento contro ignoti, non sono ancora in grado di stabilire se gli aggressori si siano organizzati prima; o se invece l’idea infame sia nata al momento. Sta di fatto, però, che dalle testimonianze e dalle immagini gli investigatori sono arrivati alla conclusione che le donne siano state tutte rinchiuse in un recinto di corpi maschili; che le ha isolate dagli uomini che le accompagnavano e avrebbero potuto difenderle.

Salite ad otto le denunce di assalto sessuale a Capodanno a Milano

In queste settimane Rete4 – in particolare il programma di Del Debbio, 4 di sera- ha fornito massima copertura sul fatto gravissimo. Varie interviste hanno ben delineato l’orrore che si è perpetrato in piazza Duomo: specialmente l’intervista alla studentessa belga e ad altri immigrati che vivono in Italia, cosiddetti “integrati”. Ecco cosa è stato capace di dire uno di loro: “Se io fossi ubriaco e vedessi una come questa, farei la stessa cosa. La reazione di Del Debbio fu da incorniciare qualche sera fa. Dopo il racconto choc della studentessa belga, l’immigrato in studio parlò in modo delirante: “Tu sei una ragazza. Ad una certa ora se vedi che ci sono tante persone che fanno festa e sono un po’ matte; tu non è che ti metti in mezzo lì e poi dici ops è successo questo, perché secondo me un ragazzo, quello coinvolto, l’avrà sfiorata e lei ha allungato il discorso”.

La giornalista che era lì con lui e gli porge il microfono, inorridì: “Quindi una ragazza non è libera di andare dove vuole e di divertirsi esattamente come gli altri ragazzi?”. Risposta “Sì, ma si deve anche aspettare delle conseguenze”. Del Debbio perse la pazienza: “Una ragazza può andare dove cazzo vuole in Italia, lo capisci o no!”. Questo per dare l’idea di quanto il Capodanno milanese abbia lasciato strascichi nel dibattito pubblico.

Stupri di Capodano a Milano: movimento ondulatorio e muro umano per isolare le vittime

“Taharrush gamea”, dunque: fin da subito gli inquirenti si sono orintati a formulare l’ipotesi dell’orrido rituale. Il movimento ondulatorio della massa di uomini non lascia ormai dubbi agli inquirenti. Nelle immagini si vede chiaramente anche Laura Barbier – riporta il Giornale-:  la ragazza belga che prima ha denunciato tutto sui media belgi: anche a nome degli amici che erano con lei, un gruppo di 6 studenti, 4 ragazze e 2 ragazzi, arrivati da Liegi per capodanno. Nelle immagini c’è la conferma del racconto della ragazza: un gruppo di nordafricani che la circonda insieme agli amici. I ragazzi provano ad aiutare le ragazze, c’è agitazione ma non riescono a fermare l’aggressione. I nordafricani, forse ci sono anche asiatici in mezzo stando alle denunce delle vittime, creano un muro umano con i loro corpi; e abusano a piacimento delle ragazze.

 

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