“Uso eversivo della giustizia, peggio che con Berlusconi”: Cicchitto ad alzo zero sull’avviso di garanzia a Meloni
“L’Anm guida la danza e usa alcuni esecutori come i pm che indagano l’esecutivo. Siamo alla tempesta perfetta”: Fabrizio Cicchitto ad alzo zero smaschera con toni veementi l’uso politico della magistratura. E’ un politico che ha conosciuto bene gli anni dell’accanimento giudiziario contro il Cav. Eppure sostiene con Libero che oggi è molto peggio che con Berlusconi. Cicchitto presiede un’associazione, Riformismo e Libertà; è condirettore di Civiltà socialista. E precisa che le sue parole derivano dal suo essere garantista da sempre e non da uun atteggiamento “pregiudizialmente favorevole al governo”. Per questo il suo giudizio “spietato” sull’avviso di garanzia al premier e parte del governo ha ancora più peso.
Scontro politica e giustizia, Cicchitto: “E’ peggio che ai tempi di Berlusconi”
“Quando si colpiva Berlusconi lo si faceva con questioni che riguardavano la corruzione o altri atti “privati”; mentre in questo caso siamo davanti a una vicenda che attiene agli interessi globali del nostro Paese: che riguardano l’Eni e la nostra politica energetica; gli italiani che lavorano lì e l’immigrazione. La battuta sulla giustizia a orologeria – sostiene – è molto ripetuta. Ma in questo caso è clamorosa: prima l’Anm attacca il governo sulla separazione delle carriere; poi rilascia dichiarazioni molto dure sulla scarcerazione del capo della polizia libica, Almasri; e subito dopo partono gli avvisi di garanzia nei confronti di mezzo governo. Direi che quanto avvenuto ai tempi di Berlusconi adesso viene portato alle estreme conseguenze”.
Cicchitto: “L’Anm guida le danze e usa alcuni esecutori”
Il rapporto di causa-effetto è evidente per Cicchitto, che ribadisce la consecutio: «Mai come in questo caso c’è stata una puntualità così incredibile: nel senso che dopo le proteste contro la separazione delle carriere, l’Anm ha scatenato un attacco frontale su atti parlamentari e del governo; facendo saltare ogni divisione dei ruoli tra Parlamento, governo e magistratura. Siamo davanti a una forma globale di uso eversivo della giustizia». Parole nette che rendono il grado dello scontro.
“A nessuno viene in mente l’interesse dell’Italia”
Sulle reazioni Cicchitto c’entra poi un punto che a nessuno nelle opposizioni sembra interessare: l’interesse nazionale e la questione libica: «A nessuno viene in mente la parte che non attiene al diritto, ma che riguarda gli interessi dell’Italia. Vedendo le cose dal punto di vista sostanziale, è chiaro che noi abbiamo interessi enormi in Libia: l’energia, con l’Eni; i cittadini italiani che lavorano lì e che sono esposti a rappresaglie; la gestione dei flussi migratori. Se avessimo una presenza militare potremmo tutelare questi interessi, ma questa presenza non ce l’abbiamo” Un punto poi è chiaro e Cicchitto fa bene a ricordarlo: “Il Paese è stato destabilizzato a suo tempo con un atto del tutto sbagliato. Che Berlusconi cercò di evitare; ma fu soverchiato dalle pressioni da un lato di Obama e Sarkozy, e dall’altro di Napolitano. Oggi ci troviamo con una Libia dove le uniche presenze che contano dal punto di vista militare sono i russi e i turchi».
Troppo difficile per chi è all’opposizione fare riflessioni a così largo raggio. Meglio le reazioni con la bava alla bocca e la frase simbolo della vacuità che da due anni affiora sulla bocca delle opposizioni: “Meloni venga in Parlamento a riferire”. Possibilmente con bagarre e scicchezzaio annesso. come avvenuto in queste ore.