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Cittadinanza, Job Act e gli altri: quali sono i cinque referendum ammessi dalla Corte costituzionale
Non ci sarà un referendum abrogativo della legge sull’Autonomia differenziata. Ma gli elettori potranno pronunciarsi su altri cinque quesiti. La Corte costituzionale ha dichiarato ammissibili i cinque referendum che riguardano la cittadinanza per gli extracomunitari, il Jobs Act, l’indennità di licenziamento nelle piccole imprese, i contratti di lavoro a termine e la responsabilità solidale del committente negli appalti.
Referendum sulla cittadinanza
Ha avuto il via libera il quesito referendario per ridurre da 10 a 5 anni i tempi di residenza legale in Italia degli stranieri maggiorenni extracomunitari. Il referendum sulla cittadinanza punta al dimezzamento dei tempi di residenza per la presentazione della domanda di concessione della cittadinanza. Tra i promotori c’è +Europa.
Referendum ammessi: i quattro quesiti sul lavoro
Nel primo dei quesiti sul lavoro si chiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs act. In particolare, si vogliono cancellare le norme sui licenziamenti che consentono alle imprese di non reintegrare una lavoratrice o un lavoratore licenziati in modo illegittimo; o nel caso in cui sia stato assunto dopo il 2015.
Il secondo quesito riguarda la cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese. L’obiettivo è innalzare le tutele per chi lavora in aziende con meno di quindici dipendenti; eliminando il limite massimo di sei mensilità all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato. M
Il terzo quesito cui la Corte ha dato l’ok punta all’eliminazione di alcune norme sull’utilizzo dei contratti a termine. Infine, il quaro e ultimo quesito ammesso riguarda l’esclusione della responsabilità solidale di committente appaltante e subappaltante negli infortuni sul lavoro. In particolare, con il referendum si vogliono tagliare le norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante.
Quando si vota
I referendum 2025 si terranno in primavera: sarà il governo a dover indicare nelle prossime settimane la data precisa. Per legge, il voto deve svolgersi in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno 2025. Al momento quello che è certo è che non ci sarà l’accorpamento dei referendum con le elezioni amministrative. Le urne per le comunali si sarebbero dovute aprire in autunno, visto che nel 2020 si è votato a settembre a causa della pandemia da Covid-19, ma il Viminale ha deciso di far slittare il tutto al 2026 per permettere un riallineamento con il classico calendario.
La lamentazione di Italia Viva: “Cancellare il Job Act sarebbe sbagliato”
Il referendum per l’abrogazione della norma contenuta nel Job Act ha fatto saltare i nervi ad Italia Viva. La legge entrò in vigore voluta dal governo Renzi ed “ha creato oltre un milione di posti di lavoro, più della metà a tempo indeterminato; e ha introdotto tutele fondamentali come l’eliminazione delle dimissioni in bianco -lamenta Maria Elena Boschi-. La decisione della Corte Costituzionale che dà il via al referendum relativo al Jobs Act ci trova quindi pronti: spiegheremo ai cittadini quanto sarebbe sbagliato cancellare queste conquiste che creano posti di lavoro, sviluppo e tutele”.