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Congo nel caos: aeroporto in mano ai ribelli e ambasciate occidentali nel mirino
La Repubblica democratica del Congo si trova sull’orlo di un baratro. L’aeroporto di Goma, nella regione orientale del Paese, è caduto sotto il controllo del gruppo armato M23 e delle forze ruandesi. «La situazione sta rapidamente degenerando», riportano fonti sul campo. Il clima è quello di una crisi senza precedenti, con combattimenti che si estendono fino al cuore della città e un deterioramento rapido e incontrollato della sicurezza.
Proteste e ambasciate sotto attacco a Kinshasa
Mentre il Nord Kivu brucia, nella capitale Kinshasa si scatena la rabbia popolare. Diverse ambasciate, tra cui quelle di Francia, Belgio e Stati Uniti, sono state prese d’assalto dai manifestanti. Le proteste hanno toccato anche le sedi diplomatiche del Ruanda, dell’Uganda e del Kenya. L’ambasciata francese, data alle fiamme, è ora sotto controllo, ma il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot condanna fermamente: «Questi attacchi sono inaccettabili. Si sta facendo tutto il possibile per garantire la sicurezza del nostro personale e dei nostri cittadini», ha dichiarato su X.
“Death to imperialists” chants erupt as crowds in Congo attack DR Congo USA embassy and set fire on DR Congo France embassy
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— African Hub (@AfricanHub_) January 28, 2025
Risparmiata l’ambasciata nostrana, alcuni italiani sono già stati evacuati
Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani ha ha avuto un colloquio telefonico con l’ambasciatore d’Italia a Kinshasa per accertarsi della condizione dei connazionali presenti in Congo. A Goma sono rimasti in 15, principalmente religiosi e cooperanti. La Farnesina sta seguendo la situazione minuto per minuto, evidenziando che l’ambasciata italiana a Kinshasa è in costante contatto con i residenti italiani. La Farnesina ha sottolineato che alcuni connazionali sono già stati evacuati verso il Ruanda, come nel caso di Marco Rigoldi, trasferito con successo a Kigali insieme alla moglie incinta grazie alla collaborazione tra l’Unità di crisi e l’ambasciata italiana a Kampala.
Emergenza Ebola e crisi umanitaria
Goma, già centro nevralgico per la lotta all’Ebola, rischia di precipitare nel caos totale. La Croce Rossa lancia l’allarme: i combattimenti mettono a rischio le operazioni del laboratorio sulla malattia, mentre le violenze hanno già causato decine di vittime. «La crisi umanitaria è disastrosa», ha dichiarato un portavoce della Commissione Europea, condannando fermamente la rinnovata offensiva dell’M23. «L’Ue richiama alla protezione dei diplomatici, secondo la Convenzione di Vienna, e condanna qualsiasi attacco alle ambasciate straniere».
L’Unione europea ha inoltre annunciato 60 milioni di euro in aiuti umanitari per gli sfollati. Il fondo d’emergenza finanzierebbe ripari, forniture di cibo, servizi igienici e attrezzature per migliorare l’accesso all’acqua potabile. Questo «porta l’importo totale degli aiuti umanitari dell’Ue alla Rdc a più di 272 milioni di euro dall’inizio del 2023», ha affermato la Commissione.
La reazione della comunità internazionale
Nel frattempo, il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha avviato colloqui con il suo omologo ruandese Paul Kagame per affrontare l’escalation. Intanto, il Kenya ha annunciato un vertice straordinario della Comunità dell’Africa Orientale (Eac) entro 48 ore. Il presidente William Ruto ha esortato al cessate il fuoco immediato: «Dare priorità al dialogo».
Evasione di massa dal carcere di Goma: frontiere del Congo blindate
Nel pieno dei disordini, si era anche registrata una fuga di massa dal carcere di Goma. La prigione, che ospitava circa 3.000 detenuti, è stata distrutta da un incendio. La struttura è «completamente bruciata e ci sono morti», riferisce una fonte di sicurezza. Il confine con il Ruanda è stato chiuso, consentendo solo l’evacuazione del personale delle Nazioni Unite e delle loro famiglie verso Kigali, come confermato dalla radio nazionale ruandese. «Nessuno entra, nessuno esce», ha affermato una fonte consolare.
Scenario di guerra: lotta per i minerali
Il conflitto nell’est del Congo non è solo una questione territoriale, ma anche una questione economica. Ricco di minerali preziosi, il territorio è infatti conteso da più parti. L’accusa principale rivolta al Ruanda è infatti proprio quella di volersi appropriare delle risorse naturali congolesi. Nonostante gli appelli della comunità internazionale affinché l’M23 fermi la sua avanzata di conquista su Goma, la città resta sotto assedio e si continua a sparare.