Da sabato su Rai3 “Il presidio”. Il regista Camarca: una docuserie su chi protegge la nostra quotidianità
Si intitola Il Presidio e si sviluppa puntate realizzate in altrettante città d’Italia (Milano, Genova, Rho, Nocera, Caivano, Bari, Taranto e Palermo) per raccontare il lavoro dei Nuclei Operativi e dei Nuclei Investigativi dei Carabinieri che, giorno e notte, presidiano le strade e le piazze del nostro Paese.
“Il presidio” è la nuova instant-docu di Claudio Camarca che Rai3 propone nella seconda serata del sabato, dal 18 gennaio. Il programma, che accompagna gli spettatori nelle tante attività quotidiane di contrasto alla criminalità, spicciola e organizzata, arriva in giorni particolarmente caldi per le forze dell’ordine dopo la morte di Ramy e gli scontri nelle manifestazioni a Torino, Roma e Bologna. Tanto da indurre qualcuno a pensare che possa trattarsi di una sorta di “operazione empatia”.
Alberto Maestri, Capo V Reparto del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, smentisce però questa ipotesi: “Non abbiamo obiettivi pubblicitari ma quello di far capire agli spettatori le capacità, la competenza e l’azione di vicinanza alla popolazione dell’Arma dei Carabinieri. Nulla più di questo”.
In otto puntate la docuserie Il presidio
Sugli scontri che hanno portato alla possibilità di uno scudo penale per le forze dell’ordine, Maestri osserva: “Noi applichiamo le leggi che ci sono e quello che continuiamo a fare è addestrare personale con interventi composti, efficaci e aderenti alle procedure che esistono”. Tornando al programma, Maestri afferma che “Claudio Camarca ha saputo rappresentare in maniera brillante l’Arma e la sua mission che è quella di costituire un punto di riferimento per le comunità in cui operiamo. Ci auguriamo che dalla visione di questa docuserie emergano la competenza, la dedizione e il coraggio che i carabinieri ogni giorno mettono al servizio delle comunità. Il pubblico – si augura – saprà apprezzare l’Arma nella tutela, nel contrasto e nella prevenzione dei reati e la vicinanza alle comunità”.
Camarca: raccontiamo i carabinieri che si muovono sotto copertura
Chiamato in causa, Camarca racconta la genesi di “Il presidio”. “Ci abbiamo messo qualche anno ad arrivare a questo programma perché parliamo di un reparto molto particolare. Questi carabinieri si muovono in abiti civili, sotto copertura, perché si mischiano a spacciatori e rapinatori, a chi devono arrestare. È stato irrituale anche per loro raccontare carabinieri che non indossano mai l’uniforme che rappresenta la sacralità del nostro Paese”.
Anche dal punto di vista produttivo, aggiunge, è stato un programma molto difficile da realizzare: “Siamo stati in giro 3 mesi. Non è facile girare per così tanto tempo con la troupe ma ci siamo sentiti parte di un progetto più grande: quello di raccontare che, se noi stiamo tranquilli, c’è qualcuno che con il suo sacrificio quotidiano testimonia la carta costituzionale”. In un Paese che definisce “sano e non lo dico per edulcorare la pillola. È sano perché la robaccia che noi raccontiamo è solo una parte di questo Paese in cui io incontro persone meravigliose che ti danno una mano. L’Italia tende alla bellezza, siamo una comunità anche se ci sono cose che non funzionano”.
In giro tre mesi per l’Italia per girare la docuserie Il presidio
Sul concetto di Paese sano torna anche Maestri: “Ci sono tantissime istituzioni sane, sono fermamente convinto che la maggior parte della popolazione italiana sia sana e senta fortemente un senso civico di altissimo profilo. Fermo restando che la criminalità comune e organizzata appartengono a qualsiasi tipo di società, dunque anche a quella italiana, sono molto fiducioso nei nostri giovani e mi auguro che l’Arma costituisca l’elemento trainante per costruire una società sempre più prospera”.
Paolo Corsini: “Anche la Rai è impegnata contro la disinformazione”
Mentre il direttore dell’Approfondimento Rai Paolo Corsini sottolinea che “noi proponiamo modelli che devono essere virtuosi e l’Arma ne è un esempio” e che “anche la Rai, con il contrasto alla criminalità e alla disinformazione, è impegnata a garantire coesione sociale e a far sì che nessuno resti indietro”, Camarca torna sull’ipotesi del programma come operazione pubblicitaria.
E non ci sta: “Nel programma Il Presidio raccontiamo quello che vediamo nelle piazze e nei vicoli, non edulcoriamo nulla, c’è poco di pubblicitario in questo. Raccontiamo quello che esiste fuori dalla porta di casa nostra: se stiamo tranquilli lì dentro è perché qualcuno sta fuori”.
Poi conclude con una nota sulle manifestazioni: “È importante raccontare a questo Paese quello che succede: io ci sono stato in piazza. Se i ragazzi ti sputano, ti tirano sassi, si tirano urina e feci, tu stai là perché sei lo Stato di diritto e devi presidiare quel posto e non rispondere a meno che non ci sia l’ordine”.