Visibilia, Daniela Santanchè rinviata a giudizio. L’avvocato: «È innocente e lo dimostreremo»

17 Gen 2025 16:02 - di Agnese Russo
daniela santanchè

Il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, è stata rinviata a giudizio per falso in bilancio nell’ambito della vicenda che riguarda i conti di Visibilia Editore, di cui è stata fondatrice, ma ha dismesso tutte le quote, dopo aver rimesso anche tutti gli incarichi alla fine del 2021. La decisione è stata assunta dal gup di Milano, Anna Magelli, al termine di una breve camera di consiglio che ha accolto la richiesta della Procura. «È una decisione che ci aspettavamo, ma che lascia l’amaro in bocca. Dimostreremo nel processo l’estraneità alle accuse», ha commentato l’avvocato di Santanchè, Nicolò Pelanda.

La sinistra dimentica ancora il garantismo e chiede le dimissioni

Subito dopo il rinvio a giudizio, confermando la propria impostazione giustizialista, l’opposizione ha iniziato a chiedere le dimissioni di Santanchè da ministro. Il centrodestra le ha ribadito la propria fiducia. Tanto la Lega quanto Forza Italia, oltre alle prese di posizione dei singoli parlamentari, hanno rilasciato comunicati, sottolineando che una eventuale colpevolezza si stabilisce se arriva la condanna definitiva, in assenza della quale tutti i cittadini sono innocenti. Un principio, è stato ricordato, che vale anche per Santanchè. Anche il presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi, ha ribadito che «un rinvio a giudizio non è una sentenza di condanna», respingendo le richieste di dimissioni.

Il centrodestra conferma la fiducia al ministro

«È una valutazione che spetta totalmente al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, insieme al ministro, attendiamo serenamente che si valuti una questione che ha dei profili che ci lasciano comunque piuttosto perplessi», ha risposto poi il capodelegazione di FdI al Parlamento europeo, ai cronisti che gli chiedevano un commento. «Rispettiamo il pronunciamento della magistratura, si faranno delle valutazioni del caso all’interno del governo», ha aggiunto Fidanza, spiegando di non essere preoccupato: il rinvio a giudizio «sapevamo che poteva arrivare, è una questione che era aperta da tempo, con delle date prefissate, si valuterà nei prossimi giorni cosa fare».

Daniela Santanchè rinviata a giudizio con l’accusa di falso in bilancio

La prima udienza è fissata per il 20 marzo, davanti alla seconda sezione del tribunale di Milano. Oltre a Santanchè sono state rinviate a giudizio altre 16 persone, tra le quali il compagno Dimitri Kunz d’Asburgo, e una società, la Visibilia srl, posta in liquidazione. Il reato contestato è falso in bilancio: secondo l’accusa, gli imputati avrebbero nascosto le perdite della società agli altri soci e al pubblico per trarne un «ingiusto profitto» ed evitare una «costosa ricapitalizzazione».

La difesa: «Nessuna operazione di maquillage dei bilanci»

Santanchè ha sempre ribadito la propria innocenza e l’avvocato Pelanda ha sempre contestato l’accusa, chiarendo tra l’altro che «non è stata effettuata alcuna operazione di maquillage dei bilanci», che non è mai stato «nascosto alcunché» e i soci erano sempre «informati sulle perdite». Commentando la decisione del rinvio a giudizio, il legale di Santanchè ha anche ricordato che nei giorni scorsi aveva depositato «gli esiti di un vecchio fascicolo», poi archiviato, che avrebbe «minato uno dei presupposti portati dalla procura, a fondamento della necessità di svalutare la voce di avviamento a imposte anticipate». Una delle principali accuse dei pm, infatti, è quella di non aver svalutato a bilancio la voce “avviamento” da oltre 3,8 milioni di euro almeno a partire dal 31 dicembre 2016.

«La procura sostiene che i piani industriali conterrebbero previsioni eccessivamente ottimistiche», ha detto ancora l’avvocato Pelanda, ricordando però che «nel vecchio procedimento la Guardia di finanza di Milano nelle conclusioni, poi sposate dalla Procura che chiese e ottenne l’archiviazione del procedimento» aveva sostenuto che «quei piani industriali contenevano previsioni di natura conservativa».

L’avvocato Pelanda: «Dimostreremo nel dibattimento l’innocenza di Santanchè»

«Siamo convinti di dimostrare l’estraneità della dottoressa Santanchè dalle ipotesi che vengono contestate e sarà il dibattimento – ha sottolineato l’avvocato Pelanda – che lo dimostrerà».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *