E’ un cagnolino il primo a varcare lo spazio Schengen tra Romania e Bulgaria (Video)
Un passo storico, questa volta a quattro zampe. A segnare simbolicamente l’ingresso della nazione romena nello spazio Schengen è stato infatti un cagnolino randagio, che ha attraversato per primo il confine con l’Ungheria tra gli applausi degli agenti di polizia e dei militari. La scena, immortalata dalle telecamere, ha dato un tocco inaspettato e tenero a un evento di grande portata: dal primo gennaio 2025, i controlli di frontiera terrestri con Romania e Bulgaria sono stati ufficialmente eliminati, segnando la fine di un processo lungo e complesso durato tredici anni.
L’evento simbolico e il lungo cammino verso Schengen
La scena, per quanto inconsueta, è carica di significato. Quel cane impaurito ma deciso rappresenta, forse involontariamente, la determinazione di due Paesi che dal 2007, anno della loro adesione all’Unione europea, hanno lottato per entrare nella famiglia Schengen. Un traguardo ostacolato per anni dall’opposizione, in particolare dell’Austria, preoccupata per il rischio di un aumento dei flussi migratori incontrollati.
Romania has finally entered the Schengen Area and a dog was the first to cross the Romanian-Hungarian border with everyone clapping for it pic.twitter.com/E7bdtChwtH
— tinerețe coaie crețe (@coaiecrete) January 1, 2025
Il presidente rumeno Klaus Iohannis ha definito l’adesione «un passo naturale e necessario», sottolineando come l’abolizione dei controlli di frontiera ridurrà i tempi di attesa, abbasserà i costi logistici e attirerà investimenti stranieri. Parole che trovano eco nel commento della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: «Romania e Bulgaria diventano membri a pieno titolo dell’area Schengen. Congratulazioni a entrambi i Paesi. Avete dimostrato lungimiranza, pazienza e determinazione. È ora di beneficiare appieno delle libertà di Schengen».
Benefici economici e politici: un nuovo capitolo
L’ingresso nello spazio Schengen non è solo un traguardo simbolico, ma anche economico. Secondo l’Accademia bulgara delle scienze, il beneficio finanziario per la Bulgaria ammonterà a 800 milioni di euro all’anno. Un impatto significativo, che potrebbe rafforzare le economie del blocco orientale e consolidare la loro posizione all’interno dell’Unione europea.
La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha celebrato l’evento con un tweet, ma aveva già espresso l’importanza del momento in un video il dicembre scorso. «È così che avviciniamo le persone e rendiamo la promessa dell’Europa un po’ più reale e tangibile per tutti», aveva scritto su X.
The historic decision of Romania and Bulgaria joining the Schengen family, shows how much a united Europe can achieve.
This is how we bring people closer together, how we make the promise of Europe a little bit more real and tangible for everyone.#StrongerTogether 🇪🇺🇷🇴🇧🇬 pic.twitter.com/XpXBjisIJd
— Roberta Metsola (@EP_President) December 16, 2024
Solidarietà da un lato, astio dall’altro: il passaggio di testimone al Consiglio Ue
Non tutte le celebrazioni europee sono state, però, accolte con lo stesso entusiasmo. A Varsavia, il passaggio di testimone alla presidenza del Consiglio dell’Unione europea tra Polonia e Ungheria si è trasformato in una crisi diplomatica. Il governo polacco ha escluso esplicitamente i rappresentanti ungheresi dalla cerimonia di apertura, in segno di protesta per l’asilo politico concesso da Budapest all’ex viceministro della Giustizia polacco Marcin Romanowski, accusato di corruzione e appartenenza a un gruppo criminale, misura bollata dalle autorità magiare come persecuzione politica.
La viceministra polacca per gli Affari europei, Magdalena Sobkowiak-Czarnecka, ha confermato che il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, non è stato invitato all’evento. Radoslaw Sikorski, ministro degli Esteri del governo Tusk, ha inoltre trasmesso una nota in cui si sottolinea che nemmeno la presenza dell’ambasciatore ungherese sarebbe stata ben accolta.