Feltri stronca la lagna di Luca Marinelli: “Soffre perché crede di essere il duce. Ricoveratelo”
La lagna dell’attore Luca Marinelli che si è lamentato di aver vestito i panni di Benito Mussolini per la serie “M. Il figlio del secolo” sta facendo il giro del mondo. Vittorio Feltri l’ha fulminato senza troppe perifrasi. I dolori del giovane Marinelli – attore peraltro bravissimo- da giorni affliggono le cronache. Il suo “martirio” personale – lui antifascista- nell’avere interpretato il Duce sarà visibile domani, venerdì 10 gennaio, giorno del debutto su Sky della serie tratta dai libri di Antonio Scurati che raccontano l’ascesa e la caduta del capo del fascismo. L’evento è stato dunque preceduto da un imperversare di interviste in cui Marinelli ha parlato della sua “tragica” esperienza: “Da antifascista quale sono, sospendere il giudizio per 10 ore al giorno per sette mesi è stato devastante dal punto di vista umano”. Le sue parole hanno suscitato sul web diverse irrisioni.
Feltri strapazza Marinelli che soffre per avere interpretato Mussolini
Vittorio Feltri ai microfoni di Radio Libertà non ha potuto trattenersi dal sottolineare l’ovvio: “Luca Marinelli si è messo a frignare perché è stravolto, sconvolto dal dolore per aver interpretato Mussolini. Ma non si capisce il motivo: per un attore interpretare Mussolini o un angelo del cielo è lo stesso, deve recitare. E poi che senso ha – si chiede – Prima approfitti di Mussolini per avere anche un certo successo in tv, di cui godrai i frutti, e poi dici che sei disperato. Il duce è morto 70 anni fa, che sofferenza è? Secondo me va ricoverato, così che gli si restituisca un minimo di serenità e che si metta in testa che lui non è Mussolini, lo ha interpretato e basta… D’altra parte l’antifascismo è un refrain, un tic di cui non ci libereremo mai: la sinistra non ha molta fantasia, si aggrappa al fascismo perché manca di argomenti, non ha una politica. Così vede fascisti da tutte le parti, ma io non ne conosco nemmeno uno”.
La nonna di Marinelli entrata nel dibattito surreale su “M”
Marinelli, un David di Donatello, due Nastri d’argento e la Coppa Volpi a Venezia, aveva fatto entrare anche sua nonna in questo dibattito surreale per un attore. Marinelli al Corriere della Sera aveva per l’ennesima volta spiegato l’impronta fortemente antifascista della sua famiglia. Tanto che sua nonna era contraria al suo nuovo impegno attoriale. «Il mio obiettivo era farle vedere la serie prima che uscisse in televisione per tranquillizzarmi anch’io. Mi hanno regalato una proiezione a Cinecittà dove sono riuscito a portare mia madre, mio padre e lei. Nonna era molto contenta, e alla fine e mi ha detto “Hai fatto bene” e questo mi ha rincuorato». Con tutto il rispetto va detto: l’ok della nonna e tutto il racconto appaiono surreali e venati di comicità. Arrivano gli sfottò di molti utenti sui social.
Gli sfottò social sul vittimismo di Marinelli
«Gioè interpretò Riina, Placido vestì i panni di Provenzano, Cecchi quelli di Bilancia, Steiger quelli dello stesso Duce. Nessuno si lagnò, era semplicemente lavoro. Le lamentele di Marinelli sono patetiche, utili solo ad alimentare la narrazione che piace tanto a Repubblica e Zoro». C’è l’ironia: «Pensate quando a Marinelli offriranno la parte di Jean-Marie Le Pen». Post al quale un utente risponde: “Quando gli offriranno quella di Vladimir Putin?”. C’è un altro commento, scovato da Libero: «Marinelli non si è ripreso dall’aver interpretato il Duce; come noi non ci siamo ripresi dalla sua interpretazione di Diabolik…». Sul tema chiede il cerchio un altro utente: «La serie “M” tratta dal romanzo di Scurati ed interpretata da Marinelli, per credibilità, si può paragonare a “Fascisti su Marte” di Guzzanti… Con la differenza che Guzzanti non dovette andare in terapia dopo aver interpretato il ruolo…».