Gaza, domenica in libertà i primi 3 ostaggi. Partita la nave italiana con 50 tonnellate di aiuti

17 Gen 2025 15:17 - di Sara De Vico

Via libera al rilascio dei primi ostaggi israeliani a Gaza, come da accordo sulla tregua firmato nella notte a Doha tra Israele e Hamas.  Lo chiarisce l’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu, spiegando che appena l’accordo entrerà in vigore “il rilascio degli ostaggi potrà essere effettuato secondo lo schema pianificato”. Tre donne in ostaggio saranno rilasciate domenica. Al consiglio di sicurezza convocato da Nethanyahu, come previsto, i ministri di ultradestra Ben Gvir e Bezalel Smotrich hanno votato contro il cessate il fuoco a Gaza. Che è comunque è stato approvato. Hamas comunicherà i nomi degli ostaggi il giorno stesso in cui verranno consegnati alle autorità israeliane, quanto ha appreso intanto il quotidiano Haaretz. L’accordo, annunciato mercoledì dai mediatori di Qatar, Stati Uniti e Egitto, vedrebbe una pausa nei combattimenti nella Striscia. E porterebbe al rilascio graduale degli ostaggi, 33 nella prima fase. Sono 1.700, invece, i prigionieri palestinesi che dovrebbero essere rilasciati dalle carceri di Israele, secondo quanto scrive scrive il Times of Israel.

Gaza, domenica la liberazione dei primi 3 ostaggi: sono donne

Domenica la liberazione dei primi 3 ostaggi, poi, sette giorni dopo, a tornare in libertà dovrebbero essere in quattro. In tutto saranno 33 gli ostaggi che torneranno in Israele, concordati in base a ragioni ”umanitarie”. Si tratta di donne, anziani, feriti e bambini. Bambini appunto, come lo sono i due più giovani rapiti il 7 ottobre del 2023, i fratelli Ariel di 5 anni e Kfir di 2 anni. Il più anziano degli ostaggi nella lista è invece Shlomo Mansour, 86 anni.  Insieme a mamma Bibas figurano i nomi delle cinque giovani soldatesse israeliane rapite, Agam Berger, Daniella Gilboa, Liri Albag, Naama Levy e Karina Ariev. Sono state rapite dai miliziani di Hamas che avevano fatto irruzione nella base di Nahal Oz uccidendo 52 soldati israeliani. Dovrebbe tornare in libertà dovrebbe essere anche l’unico ostaggio britannico a Gaza, Emily Damari, 27 anni. Tra gli ostaggi liberati nella prima fase dell’accordo figurano anche due franco-israeliani, Ofer Kalderon e Ohad Yahalomi.  Nella lista figurano i nomi di due ostaggi americani, Sagui Dekel-Chen, 36 anni, e Keith Siegel, 65. Entrambi sono vivi, secondo fonti Usa. Tra gli israeliani con doppia cittadinanza  figura anche Yair Horn, 46 anni, rapito insieme al fratello minore Eitan, 37 anni, dal Kibbutz Nir Oz. E ancora il russo Sasha Trufanov, 29 anni, apparso a novembre in un terzo video di propaganda islamica palestinese in cui diceva di ”temere ogni giorno per la mia vita e per le operazioni dell’esercito israeliano”. Infine l’etiope Avera Mengistu, 38 anni, scomparso nella Striscia di Gaza il 7 settembre 2014, ricoverato in passato in un ospedale psichiatrico.

Tutti gli ostaggi nell’elenco: bambini, donne e anziani

Undici in tutto gli uomini inseriti nell’elenco degli anziani. Oltre a Siegel c’è Ohad Ben-Ami, 58 anni, rapito dal Kibbutz Be’eri insieme alla moglie Raz. Gadi Moshe Moses, 80 anni, Ofer Calderon 54 anni, Eli Sharabi, 52 anni, i cui figli e la moglie sono stati uccisi durante l’assalto del 7 ottobre. C’è poi Itzik Elgarat, 70, ferito durante l’assalto di Hamas e, secondo quanto ha riferito il fratello, non più in vita. Ohad Yahalomi, 50 anni, che ha ingaggiato uno scontro a fuoco con i miliziani di Hamas prima di essere rapito. Il giornalista in pensione Oded Lifshitz, 84 anni, tra gli ostaggi più anziani. E Tsahi Idan, 50 anni, la cui figlia maggiore è stata uccisa davanti ai suoi occhi. Undici, infine, gli uomini con meno di 50 anni inseriti nell’elenco. Oltre agli stranieri e a Bibas figurano il beduino Hisham al-Sayed, 36 anni, e Tal Shoham, 39 anni, rapito dal kibbutz Be’eri. Ci sono poi i giovani rapiti durante il Nova Music Festival nel deserto del Negev: Omer Wenkert, 23 anni, Eliya Cohen, 27, Or Levy, 34 e Omer Shem-Tov, 22.

Partita la nave italiana con 50 tonnellate di aiuti

Intanto prosegue l’impegno umanitario della Difesa a favore della popolazione di Gaza. È partita dal porto di Monfalcone (Gorizia) una nave diretta a Cipro con a bordo oltre 50 tonnellate di beni di prima necessità. Sono stati raccolti dalla Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia. Dopo l’arrivo a Cipro il materiale verrà trasferito a Gaza. “L’Italia anche in questa occasione dimostra di essere al fianco di chi soffre. E continuerà a fare tutto il possibile per dare speranza a chi, come a Gaza, vive momenti difficilissimi”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto. “La Difesa, con le proprie Forze Armate, ancora una volta ha dato prova di straordinaria competenza e grande umanità”. Questa operazione si aggiunge a molte iniziative già intraprese dalla Difesa a favore della popolazione palestinese. Tra queste il trasporto di beni di prima necessità mediante l’impiego di velivoli dell’Aeronautica Militare, l’assistenza sanitaria fornita da Nave Vulcano della Marina Militare. Ma anche i trasferimenti in Italia di bambini palestinesi bisognosi di cure ospedaliere utilizzando assetti aero-navali della Difesa.

 

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