Il “cerchio magico” di Donald Trump: chi sono i 24 uomini e donne “di ferro” che lo affiancheranno

20 Gen 2025 18:15 - di Gabriele Caramelli

Trump è pronto ad insediarsi e a lavorare per l’America, ancora una volta e con un team scelto appositamente per portare a termine gli obiettivi prefissati su immigrazione e crescita economica: 24 nomi scelti appositamente dal tycoon, tra uomini e donne, per cercare di fare la storia della nuova amministrazione repubblicana. Tra le figure più blasonate emerge chiaramente quella dell’imprenditore sudafricano Elon Musk, che ha supportato la campagna del leader repubblicano alle elezioni di novembre e che ora avrà l’incarico di riformare l’amministrazione: il suo nome è accostato a quello dell’amico David Sacks, anch’egli sudafricano ed esperto nel settore fintech, il quale si occuperà della gestione delle intelligenze artificiali. Anche Howard Lutnick, che dovrà gestire i piani commerciali degli Usa, è un amico di Musk e famoso per essere una celebrità di Wall Street. Alla Vigilanza delle borse, nota con l’acronimo di Sec (Security and exchange Commission), ci sarà Paul Atkins noto negli ambienti economici della destra repubblicana. Steven Witkoff, l’inviato speciale di Trump in Medio oriente, ha già ottenuto i primi risultati positivi dopo aver convinto Netanyahu ad accettare lo scambio di prigionieri con i miliziani di Hamas. Elise Stefaniuk, deputata di New York nota per le sue posizioni filo-israeliane, sarà l’ambasciatrice degli Usa alle Nazioni Unite.

Tra i nominativi del dream team scelto dal tycoon figurano anche ex militari come il generale Keith Kellog, Peter Hegseth, Michael Waltz e Tulsi Gabbard. Per contrastare l’emergenza migratoria, Trump ha scelto Tom Homan, già capo dell’agenzia per il controllo delle frontiere e adesso plenipotenziario per la gestione delle frontiere. Stephen Miller, già presente nella prima amministrazione, si occuperà di arginare il globalismo attraverso proposte che mettano l’America al centro dell’attenzione internazionale. Pamela Jo Bondi, avvocato di Trump ed ex procuratrice federale, avrà il ruolo di capo del dipartimento della Giustizia americano. La nuova amministrazione di The Donald vedrà la partecipazione di due lady di ferro come Kristy Noem e Susie Wiles, entrambe deputate a mantenere l’ordine in ambiti differenti: la prima nella sicurezza interna e la seconda nello staff. John Ratcliffe sarà il futuro capo della Cia, famoso per le sue posizioni forti contro Cina, Iran e Corea del Nord. Marco Rubio, senatore repubblicano fortemente rispettato, è un alleato di Trump sin dal primo mandato e dovrà ricoprire il ruolo di segretario di Stato nella nuova amministrazione

Chris Wright sarà il nuovo ministro dell’energia, con inclinazioni ambientali nettamente diverse rispetto a quelle proposte da Joe Biden nella precedente amministrazione: infatti, Wright è a capo di un’azienda di servizi petroliferi e non crede nel cambiamento climatico. Doug Burgum, ex governatore del Dakota, avrà un ruolo nell’amministrazione degli affari interni e tende ad essere molto vicino alle idee di Chris Wright, nonostante abbia intenzione di tagliare gli sgravi fiscali per le aziende che producono energie rinnovabili. Robert Kennedy, figlio di Bob Kennedy e del presidente americano John Fitzgerald Kennedy – entrambi assassinati in circostanze misteriose – sarà a capo del dipartimento della sanità negli Usa, uomo su cui Trump ha dimostrato una grande fiducia. Russel Vought è l’autore del “Project 2025” e responsabile dell’ufficio per il bilancio americano della Casa Bianca, mentre Scott Bessent ricoprirà il ruolo di ministro del Tesoro. Vivek Ramaswamy sarà alla guida del Doge e si occuperà di tagliare le spese del governo: il suo è un compito che rispecchia non poco le idee promosse dal Presidente argentino Javier Milei. Kash Patel, anch’egli di origine indiana come Ramaswamy, sarà il responsabile dell’Fbi e dovrà ristrutturarne la figura in base alle inclinazioni di The Donald.

Musk e Ramaswamy: tagliare gli sprechi e riformare la burocrazia

Elon Musk e Vivek Ramaswamy dovranno lavorare a stretto contatto nel nuovo dipartimento del Doge, per tagliare le spese inutili e riformare la burocrazia. Entrambi dovranno tenere in considerazione le spese importanti e limitare le inutili fuoriuscite di denaro, evitando gli sprechi. Già nell’anno 2023 Ramaswamy aveva proposto l’abolizione del dipartimento dell’istruzione, dell’Fbi e di molti altri burocrati federali. Dopo la creazione del Doge, la criptovaluta di Elon Musk Dogecoin ha registrato un picco di crescita notevole, dovuto probabilmente alla fiducia di alcuni investitori.

Homan e Miller: il piano per abbattere la migrazione e il globalismo

Tom Homan sarà il nuovo “zar dei confini”, dovrà occuparsi di monitorare gli ingressi e di espellere i clandestini per evitare che le migrazioni massive sfuggano dalle mani del governo. Un compito che tiene conto della sua precedente esperienza come capo dell’Ice, ovvero l’agenzia federale per l’Immigrazione statunitense. Vicino alle sue proposte c’è Stephen Miller, il quale già nella prima amministrazione Trump aveva ideato il Muslim ban e che ha proposto di inviare la guardia nazionale negli stati repubblicani e democratici per aiutare l’Ice ad allontanare i clandestini. Miller, con le sue proposte, è diventato il  simbolo del motto “America First” contro l’avanzata del globalismo.

David Sacks e Howard Lutnick: gli amici di Musk per il commercio e le Ia

David Sacks è stato un ex dirigente del gruppo PayPal e adesso dovrà occuparsi dell’intelligenza artificiale, ma anche delle criptovalute. Tra i suoi più importanti progressi nell’investimento del settore finanziario figurano aziende come Facebook, Airbnb, Space X e Parler. Howard Lutnick, che dovrà occuparsi del settore commerciale americano, è un grande sostenitore dei dazi e soprattutto celebre per aver introdotto nella sua azienda Canton Fitzegerald alcune piattaforme di trading già dall’anno 1999. Entrambi sono amici di Musk e uomini d’affari, il primo alla Silicon Valley e il secondo a Wall Street, ma tra le loro doti figura su tutte quella dell’innovazione.

Kristi Noem e Susie Wiles: ordine e sicurezza negli Usa e alla Casa Bianca

Kristi Noem, governatrice del South Dakota, ha inviato la Guardia nazionale al confine con il Messico per aiutare il suo omologo texano Greg Abbott a contenere l’emergenza migratoria. Ora per lei c’è un nuovo inizio al dipartimento della sicurezza Interna, secondo quanto stabilito da Trump. Noem non è certo l’unica lady integerrima della nuova amministrazione: assieme a lei ci sarà Susie Wiles a capo dello staff alla Casa Bianca, un donna capace di mettere ordine nel caos e che come ha chiarito Trump: “preferisce restare sullo sfondo, la chiamiamo “Ice baby”, ma lasciate che ve lo dica: non è sullo sfondo”.

Chris Wright e Doug Burgum: il nuovo programma ambientale

Chris Wright sembra essere la personificazione del motto trumpiano “drill, baby, drill”, soprattutto per la sua carriera nel settore petrolifero. Sarà il nuovo ministro dell’Energia ed avrà l’incarico di cambiare totalmente i piani ambientalisti che Biden aveva designato per gli Stati uniti. L’imprenditore Doug Burgum si occuperà degli affari interni ed ha già detto che concederà ai proprietari terrieri nuovi territori per le trivellazioni: un’iniziativa che di certo farà molto piacere allo stesso Chris Wright.

Robert Kennedy e Tulsi Gabbard: l’attenzione per l’intelligence e la sanità

Robert Kennedy, sarà il nuovo ministro della Sanità: proveniente da una famiglia democratica, ha poi scelto di abbracciare la causa repubblicana, soprattutto per la sua diffidenza nei confronti delle aziende di Big Pharma durante il periodo del Covid-19. Tulsi Gabbard è anche lei un ex democratica e veterana dell’esercito che ha partecipato a diverse missioni in Iraq, ma dopo aver appoggiato Bernie Sanders per l’ultima volta nel 2016 ha preferito spostarsi verso l’ala dei repubblicani, guadagnando la fiducia di Trump e il ruolo di prossima direttrice dell’intelligence americana.

Russel Vought e Scott Bessent: la spesa governativa e l’amministrazione del capitale

Russel Vought sarà a capo dell Oma (office management and budget), con lo scopo di stabilire priorità e controllare assunzioni e licenziamenti in ogni ministero: aveva già ricoperto questo compito durante la prima amministrazione Trump. Con lui che dovrà anche attuare i piani della spesa governativa, ci sarà il tesoriere dello stato americano Scott Bessent, personalità bizzarra per l’ambiente repubblicano in quanto sposato con un uomo e tutore di due figli. Sarà il primo omosessuale a ricevere la ratifica del suo ruolo da parte del Senato americano.

Keith Kellog e Michael Waltz: La pace in Ucraina e la sicurezza nazionale

Il nome dell’ex generale americano deputato a trovare una soluzione per la fine del conflitto tra Russia e Ucraina è Keith Kellog: da sempre ha idee repubblicano e con il passare del tempo si è avvicinato anche lui a Trump, ricoprendo peraltro il ruolo di consigliere per la sicurezza Nazionale durante la vicepresidenza di Mike Pence. Michael Waltz, con un passato da berretto verde e insignito di molte decorazioni per il lavoro militare svolto in Africa e Afghanistan, sarà il prossimo consigliere per la Sicurezza nazionale. Il suo ruolo è quello di organizzare le politiche americane in base alle crisi mondiali e tenendo conto dei rapporti con la Cina, l’Iran, la Russia e l’Ucraina. Waltz sostiene l’idea dell’invio di truppe americane per combattere i nuclei fondamentalisti islamici come Al Qaida e l’Isis nei paesi esteri.

Steven Witkoff ed Elise Stefanik: l’occhio dell’America sul Medio oriente

Steven Witkoff, amico di Trump sin dagli anni ’90 è un avvocato nel settore immobiliare e possiede 51 edifici tra gli Usa e il Regno Unito. Tuttavia il suo compito per il momento è stato quello di convincere gli israeliani ad accettare la tregua con Hamas e lo scambio degli ostaggi. L’obiettivo è stato fin qui raggiunto, sebbene le sue skills lavorative sembrino differenti dalle relazioni internazionali. Simile alla sua figura c’è Elise Stefanik, rappresentante permanente dell’America all’Onu, che dopo gli attacchi e i rapimenti del 7 ottobre 2023 si è distinta per aver appoggiato le posizioni israeliane e riscuotendo un grande successo a livello internazionale.

Peter Hegseth e John Rattcliffe: il rinnovamento del Pentagono e della Cia

Peter Hegseth è la sorpresa di Donald Trump: fondatore di Fox and Friends ed ex militare in Afghanistan e in Iraq che ha ricevuto la nomina di capo del Pentagono, contro ogni aspettativa. Una ventata d’aria fresca per uno degli organi più importanti della difesa americana, scelto anche per la sua avversione nei confronti delle teorie woke. John Ratcliffe ex deputato e direttore dell’intelligence durante la prima amministrazione, dovrà ricoprire il ruolo di prossimo direttore della Cia e a lui sarà affidato il dossier mediorientale e per la lotta ai servizi segreti russi. Nella figura di Hegseth risalta la contrarietà alle teorie gender, mentre Rattcliffe si concentra sull’ostilità nei confronti dei paesi Brics come la Cina e l’Iran alleati della Russia di Putin insieme alla Corea del Nord.

Marco Rubio e Pam Bondi: la nuova Segreteria di stato e l’importanza della giustizia

Marco Rubio, già senatore americano e figlio di immigrati cubani, sarà il nuovo segretario di Stato americano. E’ noto per le sue posizioni di avvicinamento allo Stato ebraico e Taiwan, con un approccio fortemente aggressivo nei confronti della Cina, mentre per la risoluzione del conflitto tra Russia e Ucraina preferisce un approccio pragmatico e concreto. Pam Bondi, avvocato di Trump sin dal suo primo impeachment, adesso assumerà il ruolo di Attorney general del dipartimento di Giustizia. Come Rubio non disdegna di attaccare duramente quando serve, tanto che nella sua audizione in Senato ha affermato che spesso la magistratura è stata utilizzata prevalentemente come un’arma.

Kash Patel e Paul Atkins: le nuove missioni dell’Fbi e del mercato americano

Kash Patel, figlio di immigrati indiani e magistrato, negli anni ha lavorato a casi di terrorismo e adesso si prepara a ricoprire il ruolo di direttore dell’Fbi. Questo apparato non gode di buona fama tra i sostenitori di Trump e probabilmente la scelta di Patel risulta congrua per un motivo in particolare: infatti, negli ultimi anni aveva reso noto di essere pronto a “demolire la sede dell’Fbi”. Paul Atkins non è molto conosciuto oltre la sfera repubblicana, ma si è guadagnato la nomea di “padrino delle politiche repubblicane per il mercato dei capitali”. Nel 2009 ha fondato la Potomac global partner, che si occupa di consulenza con una clientela composta prevalentemente da istituti bancari. A lui toccherà la gestione del Sec, un compito che non gli è nuovo, visto che aveva ricoperto lo stesso ruolo anche durante l’amministrazione di Bush. Quelle di Atkins e Patel sono personalità preparate ma poco note nello scenario, detentori di impegni governativi per nulla irrilevanti.

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