Il Cdm delibera il francobollo per Sergio Ramelli: la storia va avanti. Nonostante la sinistra

15 Gen 2025 14:43 - di Annamaria Gravino
francobollo sergio ramelli

C’è anche il francobollo dedicato a Sergio Ramelli tra le emissioni commemorative di Poste italiane autorizzate dal Consiglio dei ministri di martedì. La decisione arriva in occasione del 50esimo anniversario della morte del giovane militante milanese del Fdg, massacrato a colpi spranga sotto casa da un commando di Avanguardia operaia il 13 marzo 1975 e morto dopo 47 giorni di agonia, il 29 aprile. Ramelli aveva 18 anni.

Il Cdm delibera il francobollo per Sergio Ramelli

La decisione di dedicare un francobollo a Sergio Ramelli era stata annunciata lo scorso novembre dal Mimit, che ha la competenza sulla materia, ed è stata dunque formalizzata dal Cdm su proposta del ministro Adolfo Urso. Si tratta di un ulteriore passo, dopo il francobollo per i fratelli Mattei e per Norma Cossetto, per restituire alla memoria collettiva vittime innocenti, troppo a lungo dimenticate e spesso oggetto di una ingiustificabile damnatio memoriae, quando non di veri e propri gesti d’odio. Ancora pochi giorni fa, il murales che ricorda Sergio nel luogo in cui fu massacrato è stato oggetto di un detestabile atto vandalico, imbrattato con la scritta “fasci appesi”. I ragazzi della comunità milanese di FdI lo hanno subito ripristinato e la Procura ha aperto un’indagine affidata alla digos, ma l’episodio rimanda al titolo del primo libro scritto sulla vicenda: Sergio Ramelli. Una storia che fa ancora paura, ristampato in occasione di questo 50esimo da Idrovolante edizioni, con la prefazione di Ignazio La Russa.

La storia di Sergio Ramelli “fa ancora paura”

Nonostante alcuni passi avanti fatti grazie all’impegno della destra per mettere finalmente da parte l’epoca delle vittime di serie A e serie B e dunque favorire una pacificazione intorno alla stagione dolorosa degli anni di Piombo, diversi episodi confermano che quel titolo è ancora attuale: l’imbrattamento del murales è solo l’ultima di una serie di inaccettabili e antistoriche manifestazioni di odio, alimentate da un furore ideologico sganciato da qualsiasi realtà. Fra tutte varrà la pena ricordare i cori in perfetto stile anni Settanta lanciati da un gruppetto di antifascisti quando il sottosegretario Paola Frassinetti fece visita al liceo Molinari, frequentato da Sergio. Un’occasione altamente simbolica perché l’esponente di FdI era accompagnata dal fratello di Fausto Tinelli, militante del Leoncavallo a sua volta vittima, nel 1978, insieme a Lorenzo “Iaio” Innucci, di un omicidio maturato nel clima di quegli anni. Alcuni contestatori erano studenti, per lo più però si trattava di attempati nostalgici dell’antifascismo militante.

Le polemiche dell’Anpi sull’emissione del francobollo

Anche quando, due mesi fa, è stato annunciato il francobollo non sono mancate polemiche. L’Anpi il particolare ha parlato di «disegno evidente di riscrittura della storia», mancando completamente il senso dell’emissione, ma dando una perfetta rappresentazione della paura che suscita la vicenda di Ramelli, la cui figura e la cui storia non possono essere raccontate per quello che sono state nella realtà, pena il crollo dell’impalcatura su cui si regge la narrazione dell’antifascismo, anche nella sua forma militante, come epopea eroica senza macchie.

L’emissione del francobollo per gli 80 anni della Liberazione

Eppure i 50 anni della morte di Ramelli cadono in concomitanza con gli 80 della Liberazione, che pure saranno ricordati con un’emissione, stavolta celebrativa. Si tratta di una circostanza che ha – a sua volta e a saperlo cogliere – un valore simbolico forte, offrendo l’occasione di guardare in faccia e cercare di fare pace con tutta la storia italiana del dopo guerra.

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