Il Louvre cade a pezzi? E l’Italia ci riprova: ridateci la Gioconda, la proteggiamo noi
Un’altra tegola per il presidente Emmanuel Macron. Questa volta a imbarazzare l’inquilino dell’Eliseo non sono i Giochi Olimpici da poco trascorsi ma il Louvre. Il museo più popolare la mondo, che ospita la Gioconda, dietro i luccichii nasconde un pessimo stato di salute: soffre di infiltrazioni d’acqua e sovraffollamento mettendo in cattiva luce anche la collocazione del capolavoro di Leonardo. Che tra l’altro si trova da anni in uno spazio angusto, lontana dalle altre opera di Leonardo, senza cartelloni informativi, con i turisti accalcati costretti a un passaggio veloce senza poterla ammirare con attenzione.
L’allarme sullo stato di salute del Louvre, a rischio la Gioconda
È stata una lettera al ministro della Cultura francese, Rachida Dati, che doveva restare riservata ma che è trapelata sulla stampa, come ha rivelato il quotidiano “Le Parisien” il 23 gennaio, a far scoppiare il caso, rimbalzato in Italia. Luarence Des Cars, la prima donna a guidare il museo di Parigi in oltre 230 anni storia, ha invitato l’allarme. Il deterioramento delle strutture del Louvre minaccia la sua collezione d’arte di fama mondiale. “C’è una proliferazione di danni negli spazi del museo, alcuni dei quali sono in pessime condizioni”, ha scritto Des Cars nella lettera. La direttrice ha poi aggiunto che alcune sezioni del museo “non sono più impermeabili, mentre altre subiscono notevoli variazioni di temperatura, mettendo a rischio la conservazione delle opere d’arte”.
L’allarme della direttrice in una lettera al ministro della Cultura
È necessaria una profonda revisione del museo, ha aggiunto Des Cars, cattive notizie per la crisi delle casse francesi. Il Louvre è un museo nazionale, quindi i costi operativi, compresa la manutenzione, sono a carico dello Stato. E l’entità dei lavori necessari a riportare in vita il museo messo male è una cifra da capogiro. In totale, la direzione ha stimato in 500 milioni l’investimento necessario per la manutenzione, il restauro e la riqualificazione del palazzo. E ulteriori 400 milioni per la costruzione del nuovo ingresso e di nuove sale che potrebbero ospitare la Gioconda e mostre temporanee. La questione è seria e Macron ha già annunciato un sopralluogo per martedì. “Ci sono state delle allerte sulla necessità di fare dei lavori per rinnovare il Louvre”, dicono fonti dell’Eliseo, “il capo dello Stato sembra volersi impadronire della questione”.
La Lombardia si candida a ospitare il capolavoro di Leonardo
La Gioconda è a rischio e cerca casa? L’Italia è pronta. La Regione Lombardia si candida ad ospitare Monna Lisa, tra l’altro vittima più volte delle follie degli eco-vandali. “Siamo pronti”, dice l’assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso, commentando la lettera pubblicata da ‘Le Parisien’. “Non entro in merito alle precise osservazioni del presidente sullo stato del museo. Ma accolgo l’appello relativo alla ricerca di una collocazione diversa. Direi che in attesa delle decisioni del governo francese in merito a spostamenti o ristrutturazioni, noi in Lombardia siamo ben lieti di ospitare questa opera che rappresenta al meglio l’arte e la cultura italiana. Ed è patrimonio dell’intera umanità”. Un’ospitalità ancora più strategica in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. “Sarebbe il miglior modo per rendere fruibile questo splendore del genio italiano al grande pubblico che verrà in Lombardia”.
“Una collocazione temporanea anche per i giochi Milano-Cortina”
Dopo il grido d’allarme sulle condizioni del Louvre l’Italia si fa avanti, ma non c’entra l’antica controversia sulla collocazione ‘naturale’ dell’opera del genio italiano, chiarisce l’assessora alla Cultura. Che ne ha già parlato con il direttore della Pinacoteca, Angelo Crespi. “Non rivendichiamo assolutamente nulla, siamo solo disponibili a ospitare l’opera per un periodo temporaneoi. In un’ottica di assoluta collaborazione internazionale, la Pinacoteca avrebbe tutti i requisiti per ospitarla”, dice Caruso. Milano già ospita diverse rappresentazioni di Leonardo, su tutte il Cenacolo Vinciano che raffigura l’ultima cena, ma anche Il ritratto di musico, il Codice atlantico o le decorazioni nella Sala delle Asse del Castello Sforzesco. “Se i francesi ogni tanto ci ridanno qualcosa…Noi gli ridiamo la pietà di Michelangelo e loro ci danno La Gioconda” commenta sorridendo il deputato milanese Maurizio Lupi.