Il luogo di Aimo e Nadia – Milano

20 Gen 2025 0:01 - di Redazione

Il luogo di Aimo e Nadia
Via Montecuccoli, 6 – 20147 Milano
Tel. 02/416886
Sito Internet: www.aimoenadia.com

Tipologia: ricercata
Prezzi: menù degustazione 250/280€
Chiusura: Domenica. A pranzo

OFFERTA
Storica insegna milanese di alta ristorazione, anche quest’anno si conferma come una delle migliori tavole in città. Il menù racconta una grande attenzione ai territori e alle piccole produzioni, valorizzate in due percorsi molto completi “Percorsi” e “Territori” rispettivamente a 250 e 280€; volendo si possono pescare dei piatti da questi due percorsi al costo di 220 e 250€ rispettivamente per 3 e 4 scelte. Ricca e gustosa l’accoglienza affidata a una serie di eccellenti finger food: bombolone ripieno di crema alla Norma con all’esterno parmigiano grattugiato al posto dello zucchero, canelè di farina di legumi con gelatina di brandy, tartelletta di grano saraceno, caprino, barbabietola e cappero di Pantelleria, bucatino prima scottato in acqua e poi in cotto in forno a 50 gradi per 5 ore con salsa all’arrabbiata. Incredibilmente buono, nella sua semplicità, il primo antipasto, una salsa di tre pomodori con fragoline di bosco, capperi di Pantelleria e aceto di vino in botte di ginepro. È stata poi la volta del riccio di mare con tuorlo d’uovo, morbido di patate della Sila e caviale di Calvisano, altro ottimo assaggio, e della “lasagnetta” di seppia con crema di noci di Bieggio e olio Evo della Tuscia, probabilmente il miglior piatto della serata. Giustamente croccante l’asparago bianco di Bassano con mais Biancoperla, sesamo di Ispica e salsa alla vicentina, riuscito connubio mare terra nell’animella di vitello con scampi di Molfetta, lampascioni, macco di fave e salsa choron. Cottura millimetrica del cereale nel risotto Gran Riserva Carnaroli con gambero viola, burrata, origano di Vendicari e limoni di Cetara, un piatto mantecato alla perfezione ed equilibratissimo. Servizio in due tempi per il piccione cotto in una pentola di pietra ollare (lavec): il petto era un filo troppo cotto, mentre la coscetta era strepitosa; è arrivata poi in tavola una tazza con anolini ripieni di piccione e dei filetti dello stesso crudi, riempita al momento con consommé di piccione profumato alla verbena e coperta per un minuto così da cuocere gli ingredienti (molto buono l’insieme). Una composta di rabarbaro, lamponi e mirtilli rossi, spuma di pompelmo e gelatina di sidro di mele ha introdotto la variazione di mandorla: cake di mandorle e limone con gelato di latte di mandorle servito con un bicchiere di marzapane e latte di mandorle, un dolce giustamente non pesante al termine di un percorso molto completo. Congedo affidato a una sfiziosa piccola pasticceria e a un espresso scelto da una carta apposita: noi abbiamo optato per un monorigine Etiopia di una torrefazione specialty di Bergamo, trovandolo molto complesso e con una acidità morbida piacevolmente percepibile.

AMBIENTE
Giocato in più salette, risulta molto elegante con tavoli generosamente dimensionati e ben distanziati fra loro. Impeccabile la mise en place. Nella sala principale uno schermo inserito all’interno di una originale finta finestra proietta un video del Duomo di Milano.

SERVIZIO
Coordinato da Nicola Dell’Agnolo, risulta perfetto: fluido, cortese e alla mano, un riferimento per questo tipo di ristorazione.

Recensione tratta da Milano de La Pecora Nera – ed. 2025 – www.lapecoranera.net

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