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Il metodo Trump funziona: il Messico pronto a collaborare con gli Usa sull’espulsione dei clandestini

Il metodo Trump funziona: il Messico pronto a collaborare con gli Usa sull’espulsione dei clandestini

Esteri - di Gabriele Caramelli - 25 Gennaio 2025 - AGGIORNATO 25 Gennaio 2025 alle 16:44

“Accetteremo sempre a braccia aperte l’arrivo dei messicani nel nostro territorio”, ha affermato il ministero degli Esteri messicano in una nota, dimostrando di essere disposto a collaborare con gli Usa  per il rimpatrio dei migranti clandestini. La nuova amministrazione Trump ha già arrestato 538 migranti clandestini attraverso un’operazione condotta a tre giorni dall’insediamento del nuovo presidente americano, tra questi anche un sospetto terrorista. Inoltre, 265 migranti guatemaltechi sono già stati rispediti nel loro paese d’origine con due voli militari e uno charter dagli Stati Uniti, secondo quanto riportato da Dagospia.

“Il Messico ha ottimi rapporti con il governo degli Stati Uniti e collabora nel rispetto della nostra sovranità su un’ampia gamma di questioni, inclusa quella dei migranti – prosegue la nota ministeriale messicana – quando si tratta di rimpatri, accetteremo sempre a braccia aperte l’arrivo di uomini e donne messicane nel nostro territorio. Il Messico vi abbraccia”. Sembra quindi che il Messico e gli Usa abbiano finalmente trovato un accordo per collaborare pacificamente.

The Donald non sarebbe l’unico presidente impegnato per l’espulsione dei clandestini: infatti, nella scorsa amministrazione Joe Biden ne aveva espulsi 270.000 in un anno nel 2024 – registrando un record decennale – e arrestandone altri 113.400 con una media di 310 al giorno. Sembra che Trump però voglia superare Biden, il quale nonostante le espulsioni non è riuscito a risolvere il problema della sicurezza interna e dello spaccio di stupefacenti come il fentanyl.

Il Messico ha accettato di collaborare con gli Usa sulle migrazioni

Inizialmente, il presidente messicano Claudia Sheinbaum aveva affermato che senza la manodopera dei migranti messicani, gli Usa avrebbero dei problemi. “Il Messico non è una colonia di nessuno, non è un protettorato di nessuno, il Messico è un Paese libero, indipendente e sovrano”, aveva affermato la leader messicana, cercando di usare il pugno di ferro nei confronti di Trump. Il presidente americano ha tuttavia mantenuto la propria posizione sulla politica estera, affermando di voler introdurre dei dazi nei confronti del Messico se il governo non deciderà di impegnarsi per fermare le migrazioni irregolari e il narcotraffico.

Il comunicato del ministero degli Esteri messicano ha quindi dimostrato che alla fine il paese al confine con gli Usa abbia preferito collaborare per i rimpatri, piuttosto che minare il campo diplomatico. La nuova amministrazione americana ha persino ribattezzato il “Golfo del Messico”, cambiando il nome in “Golfo d’America”, cambiando un paradigma geografico che risale al 16esimo secolo. “Per noi continuerà a essere Golfo del Messico e anche il mondo intero continuerà a essere Golfo del Messico”, ha affermato timidamente il presidente messicano Sheinbaum. La sua reazione al nuovo affronto è stata morigerata, un atteggiamento più disteso e  dovuto probabilmente alla decisione di collaborare comunemente con l’America sulla questione migratoria.

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di Gabriele Caramelli - 25 Gennaio 2025