Ilaria Salis trema: a febbraio la Ue potrebbe rispedirla nel carcere ungherese. C’è già un precedente

24 Gen 2025 15:27 - di Monica Pucci

Inizia a vacillare la posizione di Ilaria Salis, che sarà costretta – a metà febbraio –  ad affrontare la ghigliottina di Bruxelles sulla richiesta dell’Ungheria di poterla riarrestare e processare, come da procedimento in corso. Rischia 24 anni di carcere, e anche la poltrona dorata di Bruxelles. Del resto, perché dovrebbe scattare l’immunità parlamentare per fatti precedenti che nulla avevano a che fare con il mandato politico ottenuto alle Europee? Ieri, il relatore del provvedimento ha sottolineato proprio questo: i fatti contestati a Ilaria Salis risalgono a prima dell’elezione. La questione è stata affrontata per la prima volta nella commissione giuridica Juri del parlamento europeo, in una riunione a porte chiuse alla quale farà seguito un’audizione a metà febbraio. La Salis sarà “coperta” o no? Un precedente, quello del catalano Puidgemont, non depone a favore della europarlamentare di Avs. E a poco potrebbero servite i proclami di innocenza della Salis, perché quelli – senza immunità – dovrebbe e potrebbe farli nel processo sulle aggressioni a mano armata di martelli fatte ai danni di neonazisti ungheresi. Ilaria Salis l’11 febbraio 2023 venne arrestata a Budapest, dove si trovava per partecipare ad una manifestazione antifascista contro la Giornata dell’Onore, un raduno neo-nazista “sostenuto e finanziato” dal governo ungherese: è accusata di aver picchiato violentemente alcuni militanti di estrema destra ungheresi. La vicenda di Salis era balzata agli onori della cronaca a fine gennaio, quando era stata condotta di fronte al giudice al guinzaglio e incatenata a mani e piedi. L’ondata di indignazione scatenata da quelle immagini ha convinto Alleanza Verdi e Sinistra a candidare Ilaria Salis alle elezioni europee di giugno, in cui è stata eletta con 178 mila preferenze, permettendole così di godere dell’immunità parlamentare e lasciare il carcere a Budapest.

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