Insulti e minacce social a Liliana Segre, la solidarietà del governo. Indagate 12 persone

23 Gen 2025 18:57 - di Redazione
Segre

«Liliana Segre è provata dagli insulti,  ha dovuto rinunciare a venire a un’iniziativa al Memoriale della Shoah». A dare la notizia a Repubblica è Roberto Jarach, presidente del Memoriale milanese, dopo che nei giorni scorsi la senatrice a vita era stata bersagliata sui social media da una valanga di commenti antisemiti sotto a un post che annunciava il film Liliana di Ruggero Gabbai. Segre avrebbe dovuto partecipare all’inaugurazione della mostra di Marcello Maloberti accanto alla Stazione Centrale di Milano, lì dove c’è ancora il Binario 21 da cui la 94enne venne deportata più di ottant’anni fa. «Non se la sentiva, perché ha vissuto una giornata veramente incredibile». Un indegno clima d’odio che il presidente del Senato La Russa ha subito condannato: “Esprimo sdegno e ferma condanna per i vergognosi insulti antisemiti rivolti tramite i social alla senatrice Liliana Segre. A lei e alla sua famiglia giunga la sincera e affettuosa vicinanza mia personale e del Senato della Repubblica”.

La solidarietà a Liliana Segre di Governo e FdI

Gli insulti social sono stati odiosi, indegni: «Non chiamatela senatrice», «squallido personaggio rappresentante di una razza violenta e bugiarda», «storia di una parassista». Segre si dice «stanca», rinunciando a eventi a cui aveva sempre preso parte. Il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana è addolorato per queste parole inqualificabili. “Sono vicino alla senatrice a vita Liliana Segre, bersaglio di insulti e di parole che offendono la sua persona, la memoria e i valori fondamentali della nostra democrazia. Violenza verbale e intolleranza sono da condannare con massima fermezza. Ed è importante mantenere saldo l’impegno per la promozione di una cultura del rispetto”. Così il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.

Cirielli e Bignami: “Allarme e sconcerto per gli insulti alla Segre”

“Riteniamo oggi più che mai che il clima di crescente intolleranza vada contrastato impegnandoci ad ogni livello per promuovere la cultura del rispetto”. Così su X il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Galeazzo Bignami. “Le intimidazioni sui social network alla senatrice a Vita, Liliana Segre, che non risparmiano neanche i cinema che stanno proiettando il documentario sulla sua vita, devono destare profondo allarme e sconcerto”.  Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, viceministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e deputato di Fratelli d’Italia. “Nessun insulto, nessuna minaccia potrà mai fermare la sua straordinaria determinazione nel raccontare un passato di odio che respingiamo con tutta la nostra forza”. Così su X il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.

Insulti alla Segre, indagate 12 persone

Non l’hanno fatta franca gli odiatori. Sono dodici le persone per cui il pm di Milano Nicola Rossato ha chiuso le indagini: con le accuse di minacce e diffamazione aggravata dall’odio razziale, per aver rivolto insulti online alla senatrice a vita Liliana Segre. Sono invece 17 le richieste di archiviazione firmate dello stesso pubblico ministero per fatti che vanno dal 2022 al 2023. Rischiano il processo 12 uomini che, in diverse occasioni, utilizzando i social – in particolare Twitter – scrivevano frasi d’odio come “Attenta ad accendere il gas a casa”. Tra gli insulti riportati nel provvedimento della procura c’è anche un commento a un articolo social dell’agenzia stampa Adnkronos; in cui si evidenziavano gli applausi del Senato rivolti alla testimone attiva della Shoah, sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz. Un utente, ora indagato, scrive sotto l’articolo: “Vi siete meritati quello che avete avuto. E vi dirò di più, riceverete molto, molto peggio questa volta”.

Le indagini

La richiesta della procura “arriva al termine di indagine complesse per risalire all’identità di ogni singolo presunto autore”, che si nasconde spesso dietro a uno pseudonimo social, “e per attribuire a ciascuno la propria eventuale responsabilità”, spiega il procuratore di Milano Marcello Viola che sottolinea come si chiude oggi solo un “segmento rilevante” di minacce contro Liliana Segre, ma già altri fascicoli sono nelle mani del pm Alessandro Gobbis, e si attende inoltre una relazione della Digos sulle minacce scritte su alcune pagine social di sale cinematografiche che hanno scelto di proiettare, in questi giorni, il film ‘Liliana’, un documentario sulla vita di una delle testimoni più attive della Shoah.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *