Italiano arrestato in Venezuela, l’appello dei familiari al governo. Farnesina e diplomazia al lavoro

14 Gen 2025 20:21 - di Sara De Vico

Si appellano al governo italiano i familiari di Alberto Trentini, cooperante italiano di origini veneziane di cui non si hanno più notizie da quando è stato fermato il 15 novembre dalle autorità del Venezuela. La famiglia, in una nota, chiede al governo di fare “tutti gli sforzi diplomatici possibili e necessari. E di aprire un dialogo costruttivo con le istituzioni venezuelane, per ripotare a casa Alberto e garantirne l’incolumità”. Trentini, si spiega, si trovava in Venezuela per una missione con la Ong Humanity e Inclusion per portare aiuti umanitari alle persone con disabilità. “Alberto era arrivato in Venezuela il 17 ottobre 2024. Il 15 novembre mentre si recava in missione da Caracas a Guasdalito è stato fermato ad un posto di blocco, insieme all’autista della Ong. Sembrerebbe che pochi giorni dopo il fermo Alberto sia stato trasferito a Caracas. Ad oggi – scrivono i familiari –  ci risulta ‘prigioniero’ in una struttura di detenzione, senza che gli sia mai stata contestata formalmente nessuna imputazione”. Di fatto da due mesi la famiglia non sa nulla sulle sorti di Alberto, che soffre di problemi di salute e non ha con sé le medicine né alcun genere di prima necessità. “Dal suo arresto ad oggi, a quanto sappiamo, nessuno è riuscito a vederlo, né a parlargli. Neppure il nostro ambasciatore è riuscito a comunicare con lui. Né ad avere sue notizie nonostante plurimi tentativi”.

Italiano arrestato in Venezuela, l’appello della famiglia al governo

La famiglia di Alberto Trentini cita esplicitamente il precedente di Cecilia Sala. Dice di confidare che la presidente del Consiglio e i ministri interessati ” si adoperino con lo stesso impegno e dedizione recentemente dimostrati a tutela di una nostra connazionale, per riportare presto, incolume, Alberto in Italia”. Intanto Caracas, a pochi giorni dall’avvio del terzo mandato presidenziale di Nicola Maduro, accusato di aver truccato i risultati elettorali, hanno imposto restrizioni sugli staff diplomatici di Italia, Francia e Olanda. Sempre più tesi i rapporti tra il regime di Maduro e l’Occieente. Il ministero degli Esteri ha motivato il provvedimento, citando  la condotta  “ostile” dei governi dei tre Paesi europei rispetto all’insediamento del presidente Maduro. I diplomatici avranno bisogno di “un’autorizzazione scritta” per spostarsi per più di 40 chilometri da “Plaza Bolivar” nel centro di Caracas.

Ambasciata, consolato e Farnesina seguono il caso con la massima attenzione

Intanto l’Ambasciata d’Italia e il Consolato Generale a Caracas, in stretto raccordo con la Farnesina, stanno seguendo la vicenda dell’arresto del cooperante con la massima attenzione,  sin dalla prima segnalazione. E mantengono i contatti con la famiglia e i legali del connazionale. A quanto si apprende, la Sede ha interessato in modo incessante e attraverso diversi canali le Autorità venezuelane per richiedere con urgenza che sia garantito l’esercizio dell’assistenza consolare. E che vengano comunicati quanto prima i motivi dell’arresto e il luogo di detenzione. Il 13 dicembre è stata convocata alla Farnesina l’Incarica d’Affari ad interim del Venezuela per richiedere un tempestivo e risolutivo intervento sulla vicenda di Trentini.

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