La dissidente Zaitseva morta in Ucraina. Dalle piazze di Minsk alla guerra di Kiev, sempre nel mirino della Bielorussia
Maria Zaitseva, volontaria bielorussa di appena 24 anni, ha trovato la morte il 17 gennaio nei pressi di Bakhmut, nella regione ucraina di Donetsk, durante un’azione contro le forze russe. Il giorno prima, il 16 gennaio, aveva celebrato il suo compleanno. Il suo nome era già noto a molti, simbolo di una generazione che non si è piegata al regime e che ha scelto di combattere per la libertà, anche lontano dalla propria patria.
Dalle piazze di Minsk alle trincee ucraine: Zaitseva contro Lukashenko
Zaitseva era entrata nelle fila del 2° Battaglione della Legione Internazionale dell’esercito ucraino all’inizio dell’invasione su larga scala da parte della Russia. La sua determinazione, tuttavia, non nasceva dal nulla. Nel 2020, era scesa in piazza a Minsk contro i presunti brogli elettorali che avevano permesso al dittatore Alexander Lukashenko di proclamarsi vincitore con un improbabile 80% dei consensi. Durante quelle proteste, pagò caro il suo coraggio: frammenti di una granata stordente le causarono gravi ferite al braccio e alla testa. E quell’immagine del suo volto insanguinato, scattata in quei giorni di repressione brutale, fece il giro del mondo, diventando il ritratto stesso della resistenza bielorussa.
🥀‼️ BREAKING: Maria Zaitseva, the heroine of a famous photo from the 2020 Belarusian protests, has died in Ukraine. After the war began, she volunteered to defend Ukraine
Many remember Maria from a photo taken on August 9, 2020, in central Minsk during the protests. She was… pic.twitter.com/bGqd4T7Xnw
— NEXTA (@nexta_tv) January 17, 2025
Zaitseva è “un’icona della nostra rivoluzione”
Nonostante le ferite riportate e un lungo periodo di cure nella Repubblica Ceca, dove subì diverse operazioni per un ematoma cerebrale e la perdita dell’udito da un orecchio, Zaitseva non si arrese. Trovò nella lotta per l’Ucraina una nuova ragione di vita, un modo per combattere non solo contro l’aggressione russa, ma anche contro l’oppressione che aveva conosciuto nel suo Paese.
Svitlana Tsikhanouskaya, leader dell’opposizione bielorussa in esilio, ha ricordato Zaitseva come «un’icona della nostra rivoluzione». «Gravemente ferita durante le proteste del 2020 in Bielorussia, ha dato la sua vita per la libertà», ha dichiarato.
Il destino dei volontari bielorussi
Maria Zaitseva non è sola in questo sacrificio. Dal 2014, centinaia di bielorussi hanno scelto di unirsi all’esercito ucraino, nonostante i rischi immensi che questa decisione comporta. Più di 60 di loro sono caduti in combattimento. Per chi sopravvive, il ritorno a casa è una condanna quasi certa: il regime di Lukashenko non perdona. Le famiglie di questi combattenti sono perseguitate, la detenzione è quasi una certezza.