La lezione di Caracciolo alla Gruber: “Starlink è un Frecciarossa, voi parlate di treni a vapore” (video)
Lilli Gruber non parla più. Nello studio di Otto e Mezzo su La7 che spesso si trasforma nel salotto prediletto della sinistra radical, Lucio Caracciolo e Franco Bernabè smascherano la vacuità delle polemiche contro Starlink, il sistema satellitare di Elon Musk. «È come se stessimo discutendo di un progetto per un treno a vapore, quando invece abbiamo già il Frecciarossa», dice Caracciolo con una frase tanto tagliente quanto inappellabile. Non c’è spazio per i soliti monologhi della conduttrice, zittita da un confronto che mette a nudo tutte le contraddizioni di chi critica senza proporre soluzioni.
Perché Starlink?
La questione è cruciale: perché affidare le comunicazioni strategiche europee a un sistema privato americano? Secondo Bernabè, noto manager e ex dirigente di Eni e Telecom Italia, la risposta sta nell’obsolescenza delle infrastrutture europee. «Il Sicral2 è stato un progetto degli anni 80». I satelliti attualmente operativi sono pochi e vulnerabili a possibili attacchi russi e cinesi, una lezione appresa tragicamente durante la guerra in Ucraina. In un contesto bellico, la capacità di mantenere comunicazioni sicure può fare la differenza tra il successo e il fallimento.
Caracciolo a Lilli Gruber: l’alternativa a Starlink? Dovremmo chiedere alla Cina
Gruber difende il progetto Iris (Infrastructure for Resilience, Interconnection and Security by Satellite), iniziativa dell’Unione europea mirata a sviluppare un sistema di comunicazioni satellitari indipendente, è però arenata in discussioni tecniche e politiche che ne rimandano l’attuazione oltre il 2030. Nel frattempo, gli Stati membri stringono accordi bilaterali con imprese private, come ad esempio ha già fatto il Lussemburgo.
Il fondatore di Limes, esperto di geopolitica e politica internazionale, Caracciolo, così le dà una lezione da chi ha approfondito la materia. «È come se stessimo discutendo di un progetto per un treno a vapore, quando invece abbiamo già il Frecciarossa», le dice quasi spazientito. «Son soldi buttati — decreta — Ma poi l’alternativa di futuro potrebbe essere la Cina», e ironicamente aggiunge «non so se è conveniente».
Le minacce immediate di Mosca e Pechino
Mentre il vecchio continente arranca, Russia e Cina avanzano con progetti propri e sviluppano tecnologie in grado di compromettere i satelliti altrui. Non è solo una questione di competitività tecnologica: la crescente militarizzazione dello spazio è ormai parte integrante delle strategie di difesa globale. Il ritardo europeo rischia di lasciare gli Stati membri esposti in un settore strategico cruciale.
La lezione alla Gruber: è una questione di sicurezza nazionale
«Non ci sono alternative» avverte Caracciolo. «Il problema dell’accecamento dei satelliti di vecchia generazione è gravissimo. La Cina e la Russia stanno sparando ai satelliti per provare a disarticolare le difese satellitari che ci sono», afferma l’esperto. «La costellazione di Starlink», al contrario, «non è accecabile», sottolinea Bernabè.
Lilli la rossa si affida a Rosi Brandotti dell’Università di Utrecht: «Quindi ci affidiamo ad un privato, l’uomo più ricco del mondo», ma Caracciolo la ferma: «Allora ci affidiamo ai telefonini, ma siamo morti». E Bernabè rincara la dose: «Ci son tutte le premesse perché un Paese possa pensare di difendersi in termini rapidi».
Bernabè e Caracciolo mettono a tacere la Gruber sull’utilizzo dei satelliti Starlink di Musk: “È come se stessimo discutendo di un progetto per un treno a vapore, quando invece abbiamo già il Frecciarossa.”
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