La pazza idea di Elly: candidare Cecilia Sala a sindaco di Milano? Assediata dai suoi si gioca la carta del successo Meloni
Elly Schlein assediata dai compagni della cordata catto-dem e dai dissidenti del Nazareno. Al centro di una fronda fratricida che fa vacillare la sua segreteria, prova a guardarsi intorno e in cerca di riscatto e vie di fuga tenta il soprasso a sinistra con un colpo di teatro con cui sparigliare le carte e riprende in mano il gioco della conduzione di un partito che sembra andare per conto proprio. Una “mossa del cavallo” (o della disperazione?), quella di Elly, che secondo un retroscena lanciato da Il Giornale, punterebbe sulla candidatura di Cecilia Sala a sindaco di Milano nel 2027.
La pazza idea di Elly Schlein: candidare Cecilia Sala a sindaco di Milano. Il retroscena
Proprio così, dunque: restando nella facile metafora ludico-strategica, Schlein prova a rimescolare le pedine sullo scacchiere e, nel tentativo di arroccarsi nella torre d’avorio di Largo del Nazareno, punta sull’alfiere del giornalismo come alternativa valida per Palazzo Marino, presidio dem terremotato dalla gestione di Beppe Sala. Complice l’ondata emotiva suscitata dall’arresto della cronista e dalla sua liberazione per opera del governo in carica, la segretaria Pd punta a mettere la firma su un’operazione dalla doppia valenza: riappropriarsi di un successo della premier e dell’esecutivo (diplomazia e servizi compresi).
Elly assediata dai suoi tenta lo scatto in avanti cavalcando un successo della Meloni
E, al tempo stesso, mandare un messaggio alle truppe dei commilitoni dem che ultimamente sembrano procedere in ordine sparso. Anche se questo significa disorientare il candidato “in pole position” finora per la poltrona di primo cittadino di Milano: quel Pierfrancesco Majorino considerato un fedelissimo di Elly e dato fino a poco fa per candidato dei dem accreditato alla scalata del Comune all’ombra della Madonnina.
Il retroscena e quello che adombra
«Solo un’ipotesi – scrive Il Giornale sganciando la bomba – ma che testimonia quanto l'”ossessione Giorgia” sia la bussola principale delle mosse della segretaria Pd. E la crescente sindrome del bunker che si respira nel suo stretto circolo». Un azzardo che rinasce dalle ceneri di un altro esperimento simile, ahilei naufragato prima ancora di salpare: quello tentato alle Europee con Ilaria Salis, che poi però fu candidata da Avs per via della contrarietà di mezzo Pd. E che dire del tentativo, fallito pure quello, di arruolare il padre di Giulia Cecchettin, che però declinò l’offerta?
Elly Schlein riparte da Cecilia Sala per arginare la fronda dei suoi
Insomma, la Schlein ci riprova, sperando di essere più fortunata e di risollevarsi da un momento decisamente critico per lei, che nelle ultime settimane è diventato letteralmente caotico e defatigante. Circondata dentro e fuori le mura del Nazareno, la numero uno del Pd prova a tamponare la falla provocata dalle ultime uscite di alcuni dei maggiori esponenti dem che, da Dario Franceschini a Romano Prodi, le stanno confezionando il pacco del ben servito.
E le bocciature sonore dei vip dem…
Una bocciatura eloquente che va di pari passo con gli ultimi brutti voti incassati dalla segretaria a colpi di dichiarazioni e interviste rilasciate dai vip della cultura e dello spettacolo che dalla volubile Elodie (che ha detto che “Non ha carisma, non la voterei”) al membro della Cassazione radical chic, Corrado Augias (che nel complimentarsi con Meloni, definita “brava e determinata” si è astenuto dal giudizio, rifugiandosi in un deluso “no comment” sulla Schelin), sembrano ansiosi di scendere dal carrozzone parcheggiato a largo del Nazareno. Almeno finche c’è Elly alla guida?