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La sinistra con la bava alla bocca s’aggrappa alle toghe: “Con Meloni sonni tranquilli per i torturatori”
Le opposizioni con la bava alla bocca contro il governo non aspettavano altro. E se non brindano poco ci manca. La notizia dell’avviso di garanzia recapitato alla premier Meloni sul caso Almasri (che Matteo Calenda definisce “surreale”) irrompe nell’Aula di Montecitorio impegnata nella discussione su Gaza. Come un sol uomo la coppia Fratoianni-Bonelli in asse con i 5Stelle parte con il processo di piazza. Nicola Fratoianni è il primo ad approfittare della ghiotta notizia, “che mi hanno appena passato”, dice quasi sventolando l’agenzia. “Era chiaro fin dall’inizio che non si trattava di un cavillo burocratico”, dice facendo innervosire la maggioranza che inizia a rumoreggiare. Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, lo invita a rimanere sul tema del dibattito. “Tanto ne parliamo domani, lo sa”, dice riferendosi alle comunicazioni del governo sul caso libico. Ma il pasdaran in giacca e cravatta di Sinistra italiana va avanti e provoca in cerca degli applausi dei colleghi garantisti a corrente alternata. “Consiglierei un po’ di relax ai colleghi della destra. Io parlo di quel che voglio. La notizia di un avviso di garanzia al presidente del Consiglio, ai ministri di Interni e Giustizia in relazione al caso Almasri è perfettamente attinente”, dice con toni da comizio di piazza.
Schlein: Meloni non si nasconda e venga in aula
Fuori dall’aula i big arriva il plotone d’esecuzione dei big. Prima Elly Schlein che si aggrappa all’aiutino delle toghe (e che aiuto) per uscire dai guai. “Le questioni giudiziarie non attengono al nostro lavoro”, premette con tono garbato. Poi tenta la carta della sfida, sempre più ossessionata dal derby a distanza con la premier. “È sul piano politico che insistiamo dall’inizio chiedendo a Giorgia Meloni di non nascondersi dietro ai suoi ministri e venire lei domani in Aula per chiarire al Paese per quale motivo il governo ha scelto di riaccompagnare a casa un torturatore libico per il quale la Corte penale internazionale aveva spiccato un mandato di arresto”.
Conte: è successo anche a me ma non ho mai frignato
Giuseppe Conte non perde il vizio di dare lezioni da accademico di lungo corso. “La ricetta di Meloni e soci è sempre la stessa: complottismo e vittimismo, dai treni ai migranti. Il governo ha combinato un grave disastro politico, mettendo in fila menzogne e versioni diverse, senza spiegarci davvero perché hanno imbarcato a nostre spese e con tutti gli onori su un volo di Stato un criminale libico anziché consegnarlo alla Corte penale internazionale”. E ancora: “Se ora Meloni ha ricevuto un avviso di garanzia su questa vicenda ne risponda serenamente, se non ha nulla da nascondere. È successo anche a me sul Covid ma nessuno di voi mi ha sentito frignare contro i magistrati, fino all’archiviazione. Meloni dimostri rispetto dei ruoli e delle istituzioni: si tolga il guscio da Calimero”.
Bonelli: Meloni la smetta di fare la vittima
Bonelli gioca la stessa carta. “Meloni la smetta di fare la vittima, invocando ancora una volta nemici immaginari utili solo ad alimentare la propaganda: il governo ha violato la legge. E a lei che dice di non essere ricattabile, rispondo che è ricattabile dai libici!”. Delirante l’attacco della grillina Stefania Ascari dallo scranno di Montecitorio. “Che messaggio aberrante dà il governo italiano: che criminali di guerra e contro l’umanità e torturatori di esseri umani possono dormire sonni tranquilli con Meloni”.