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La strana alleanza (atei e cattolici) nel mito di Ratzinger: Bertinotti, Buttiglione e il Cardinale Re riuniti da Pedrizzi

La strana alleanza (atei e cattolici) nel mito di Ratzinger: Bertinotti, Buttiglione e il Cardinale Re riuniti da Pedrizzi

Politica - di Luca Maurelli - 28 Gennaio 2025 - AGGIORNATO 28 Gennaio 2025 alle 17:21

Metti un giorno al Senato un ateo comunista, un cattolico integralista e un Cardinale conservatore, appoggia sul tavolo il libro di un senatore di destra dedicato al Papa più amato a destra, aggiungi uno “sturziano” doc col pallino di quello stesso Papa, miscela il tutto con un autorevole cronista politico della Rai e scuoti piano, con delicatezza e ironia: ne verrà fuori una strana alleanza tra “ultrà” ratzingeriani “eccentrici” e un dibattito profondo e scoppiettante, sul filo dello spirito santo, della laicità ma anche dei sentimenti personali, laddove la Fede diventa coscienza e mistero inconfessabile.

Lo scorso 24 gennaio, a Palazzo Madama, si è svolta la presentazione del libro di Riccardo Pedrizzi “Joseph Ratzinger. Benedetto XVI. La ragione dell’uomo sulle tracce di Dio” (Cantagalli), su iniziativa del presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri (videocollegato) Rocco Buttiglione (membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali), Giuseppe De Lucia Lumeno (segretario generale dell’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari), Fausto Bertinotti (presidente della Fondazione Cercare Ancora), Giovanni Battista Re (cardinale e decano del Collegio Cardinalizio), con l’autore Riccardo Pedrizzi (presidente del Comitato Tecnico Scientifico dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) e la moderazione del giornalista Marco Frittella

Il volume ricostruisce la figura del Papa “teologo” per eccellenza, Benedetto XVI, attraverso gli scritti di Pedrizzi pubblicati negli ultimi anni su giornali e riviste. “Un baluardo, un punto di riferimento essenziale per difendere un sistema di valori che oggi accomuna nella battaglia me, Pedrizzi e tanti altri politici, quei valori che ci piace definire non negoziabili”, ha detto Gasparri in collegamento esterno.

Per Rocco Buttiglione, Benedetto XVI è stata una figura chiave con la quale la tradizione cattolica ha reagito all’offensiva della modernità, “ma lui ha trovato nel cristianesimo una soluzione per convertire la modernità alla Chiesa e non viceversa, come in tanti temevano”. “Il rinnovamento conciliare portato avanti da Ratzinger non è stata una genuflessione alla modernità ma la scoperta di nuove potenzialità del cattolicesimo, nel solco della via italiana e della dottrina di Sant’Agostino”.

Giuseppe De Lucia Lumeno si è invece soffermato su uno dei punti più originali dell’elaborazione dottrinaria di Papa Ratzinger, la valorizzazione delle minoranza creative “irrorate dalla santità, l’unica cosa che spaventa il demonio”, ha detto rivolgendosi ai giovani.

E’ stata poi la volta di Fausto Bertinotti, brillante oratore alle prese col duello diavolo-acquasanta tra Buttiglione e il Carinale Re, e sempre pronto a ricordare, per coerenza, di non avere il dono della fede: “Grazie per questo invito eccentrico a un ateo come me…”, ha esordito, per poi focalizzarsi sul ruolo storico, più che religioso, di Benedetto XVI, e prima di lui, di Papa Giovanni Paolo II, che gli aprì la strada. “La sua idea di poter conciliare ragione e fede – ha detto l’ex leader comunista – mi ricorda il mio approccio politico con la modernità, quella idea di potervi aderire con un obiettivo salvifico dell’essere umano, nella direzione della cancellazione dello sfruttamento dell’uomo, della sua dignità”. Il comunismo che dà la mano alla Dottrina sociale della Chiesa, o giù di lì.

Al Cardinale Re il compito di interessare la platea con l’aneddoto dell’investitura di Ratzinger da parte di Papa Wojtyla, quando c’era necessità di sostituire il presidente della Congrezione della Fede. “Fatemi proposte, ci disse, poi gli venne in mente Ratzinger: è un grande teologo, ha prestigio mel mondo, ha grandi sicurezze dottrinarie, chiamiamo lui… Ma Ratzinger era appena arrivato alla Diocesi di Monaco e chiese e ottenne di rimandare il ritorno in Vaticano di un anno… Ma solo un anno, Giovanni Paolo II lo voleva a tutti i costi con sè…”.

La chiusura spetta all’autore, Riccardo Pedrizzi, che in tutti i suoi libri si è ispirato alla Dottrina sociale della Chiesa di cui Benedetto XVI era il principale testimone. “Ci ha sempre dato certezze, coperture, quando avevamo dubbi, a noi cattolici e anche a noi politici, quando parlavamo sapevamo di avere alle spalle lui, la sua ortodossia che mai ci ha spiazzati, la sua idea di modernità che parte dalla possibilità per l’uomo di coniugare fede e ragione, nel segno dell’uomo, contro le derive scientiste, nella continuità del messaggio cristiano”.

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di Luca Maurelli - 28 Gennaio 2025