L’orrore trapela a scuola, 13enne dorme in classe: di notte sto sveglia per paura che papà uccida mamma
L’orrore trapela a scuola, quando una 13enne dorme in classe, cedendo al sonno sul banco… Come spesso accade in questi in questi casi, la tragedia che cova sotto la cenere esplode in tutto il suo potenziale di orrore da un banale riscontro: quello rilevato – e su cui ha avuto il merito di andare fino in fondo – da una professoressa che, vendendo una sua alunna stremata dalla stanchezza, addormentarsi sul banco, ha avuto l’intuizione di portare la ragazza dallo psicologo scolastico. E da lì è emerso l’inimmaginabile. O meglio: il timore che i peggiori incubi nascosti della piega della quotidianità possano rivelarsi in tutto il loro orrore nel più casuale dei momenti. O meglio: nella più ordinaria delle notti…
Torino, 13enne si dorme in classe: di notte non dorme per paura che il papà uccida la mamma
«Ogni sera succede la stessa cosa. Mio padre racconta come ucciderà mia mamma. In quale modo potrebbe tagliarle la gola. Lo sento», sono state le inquietanti rivelazioni, riportate dalla Stampa, che una studentessa 13enne di Torino che si è addormentata sul banco, come era già accaduto in passato, ha affidato allo psicologo scolastico da cui la sua docente l’aveva indirizzata insospettita da quella stanchezza che la induceva ad addormentarsi durante le lezioni.
«Verso mezzanotte gira per casa con dei coltelli in mano. Sento i rumori dei suoi passi»
«Di notte non riesco a dormire. Ho le allucinazioni. Ogni sera succede la stessa cosa. Mio padre racconta come ucciderà mia mamma. In quale modo potrebbe tagliarle la gola. Lo sento. Verso mezzanotte gira per casa con dei coltelli in mano. Sento i rumori dei suoi passi. Va in cucina. Poi in soggiorno. In camera mia e nella sua. E, non so come spiegarlo, fa sentire il rumore di questi coltelli e dei suoi passi», racconta la ragazzina confidandosi con lo psicologo della scuola.
Dorme in classe: e rivela uno scenario da incubo raccolto in un verbale di quattro pagine
Parole che evocano un orrore ancora da manifestarsi, ma inconfondibilmente nell’aria rarefatta di una situazione familiare stravolta. Frasi che evocano scenari da incubo: quello che la ragazzina ha vissuto come reale e talmente prossimo da toglierle il sonno e privarla della possibilità di abbandonarsi al riposo. Così, nell’ambulatorio, il racconto raccolto in un verbale di 4 pagine, racchiude la descrizione di und dramma che incombe come una minaccia. E si conclude con l’arresto del papà 52enne della ragazza.
Dorme in classe, la versione della madre conferma l’incubo della figlia 13enne: ho paura che papà uccida mamma
A processo, l’uomo ha patteggiato due anni, con la condizionale subordinata all’obbligo di frequentazione per un anno di un centro per uomini violenti. Secondo il racconto della madre della 13enne che, inconsapevolmente, esternando le sue paure ha portato alla risoluzione del caso, il marito «se n’era andato in Polonia e ci era rimasto tanti anni. Lì aveva aperto un ristorante. Ma poi, quando il locale è fallito, è tornato. Ed è diventato violento. Geloso in maniera ossessiva. Mi ha messo le mani addosso davanti alle bambine. Ha cercato di strozzarmi. Ha messo nel mio cellulare un’applicazione per controllare i miei spostamenti. Leggeva chi mi chiamava, chi mi scriveva. Quando ho deciso di separarmi, mi ha detto che mi avrebbe uccisa: lo diceva anche prima. Ma questa volta era più convinto».
La persecuzione, la denuncia, poi la fine dell’incubo…
Poi, conclude la donna, «ho chiesto aiuto. Ci hanno messe in un luogo protetto». Ma lui non si è dato per vinto. E l’ha seguita per giorni: «Anche dove facevo il corso di formazione», racconta la moglie perseguitata. Una persecuzione che ha costretto la donna a denunciarlo nuovamente lo scorso maggio. Ma alla fine di tanto tormento, quel sonno mancato della figlia 13enne ha rivelato il dramma e indotto chi di dovere alla sua risoluzione…