L’ultima surreale sortita del Csm contro Nordio: i togati chiedono “tutela” contro il ministro

24 Gen 2025 9:35 - di Angelica Orlandi
nordio Csm

Sembra uno scherzo ma non lo è. I magistrati del Consiglio superiore della magistratura hanno chiesto praticamente a se stessi di essere “tutelati” dal ministro della Giustizia Carlo Nordio. E’ quanto si legge in una nota, firmata da tutti i togati del Csm e dal laico del Pd Roberto Romboli. Insomma, Nordio non può neanche parlare, che i giudici “vedono compromesso il loro prestigio”.  Il ministro ha relazionato in Parlamento sullo stato della giustizia e i magistrati si sentono “turbati”.

Ora Nordio non può neanche parlare che il Csm insorge

Le parole di Nordio avrebbero, scrivono i magistrati del Csm, compromesso il «prestigio dell’indipendente esercizio della giurisdizione», così da creare un «turbamento della credibilità della funzione giudiziaria».
Ma Nordio non aveva detto nulla di tanto terribile. Anzi, aveva elencato i risultati raggiunti in questi due anni di governo: diminuzione del 99,1% degli arretrati civili delle Corti d’Appello e del 97,1% dei Tribunali ordinari, aumento degli investimenti nel comparto giustizia del 2,26% rispetto alla previsione 2024, assunzioni più che triplicate rispetto ai governi precedenti e previsione di colmare gli organici nel 2026. Aveva spiegato come affrontare il tema del sovraffollamento delle carceri. Ribadendo poi che il governo non ha mai parlato «di scudo penale», a proposito della tutela delle Forze dell’ordine. E ha ricordato che si sta «cercando una soluzione  che riguardi non solo le forze dell’ordine, ma un po’ tutti» per sanare il fallimento dell’istituto del registro degli indagati.

Non va giù la riforma e la separazione delle carriere

Dunque perché i giudici del Csm chiedono di essere tutelati da Nordio? Il problema è sempre quello, il solo. Ai togati non va giù la riforma della Giustizia in particolare la separazione delle carriere. «Sono stupito e sconcertato che alcuni consiglieri del Csm abbiano sottoscritto una surreale richiesta di apertura pratica a tutela del prestigio dell’ordine giudiziario in relazione alle dichiarazioni rese dal ministro della Giustizia in Parlamento», ha commentato Enrico Aimi, componente laico del Csm in quota Forza Italia.

Il componente laico del Csm: “Fuori da ogni garbo istituzionale”

A poche ore dalle cerimonie per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025, queste suggestioni allarmistiche non fanno altro che esacerbare i rapporti tra magistratura ed esecutivo. La riforma della separazione delle carriere fra pm e giudici era attesa da trenta anni. In settimana anche l’Associazione nazionale magistrati aveva attaccatto il ministro.  Secondo l’Anm, in particolare, con questa riforma il pm diventerà una sorta di super sceriffo, che farà solo indagini a suo piacimento, e che sarà poi oggetto di controllo del governo. Nordio aveva smentito tutto ciò raccontando, per sua esperienza di magistrato, come va nno le cose: la riforma non prevede minimante che il pm, come avviene invece negli Stati Uniti, sia assoggettato al potere politico. Nordio aveva poi raccontato ai parlamentari  cosa succede quotidianamente nelle aule dei tribunali; e dunque dello strapotere del pm che “crea” indagini, con la clonazione di fascicoli, aprendone di “occulti” ed “eterni”. E aveva inoltre raccontato i danni che provocano queste inchieste tarocche. “Inchieste inventate” che costano milioni di soldi del contribuente e che si concludono con un nulla di fatto. Quanto affermato da Nordio è noto agli addetti ai lavori.

Ecco spiegata l’alzata di scudi e l’iniziativa senza precedenti. Nordio dice delle verità, peraltro in Parlamento, e viene attaccato. Commenta Aimi: “Il Csm non ha il compito di ergersi a censore delle parole espresse dal ministro della Giustizia. Siamo veramente fuori dal garbo istituzionale. Il Csm non è la terza Camera”.

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