Mafia, Gratteri plaude al governo: “L’azione di Caivano è servita, non è stato uno spot”
L’azione di Caivano è servita, non è stato solo uno spot. Parola di Nicola Gratteri, procuratore capo di Napoli, reduce da un’audizione in commissione Antimafia dove ha fatto il primo bilancio della trincea campana, dopo più di 20 anni in Calabria. Non nasconde soddisfazione per l’azione di Palazzo Chigi contro le mafie e ammette di aver cambiato idea su Caivano. “Anche io pensavo sarebbe stato uno spot”, dice ma poi, dopo aver visto con i suoi occhi, si è ricreduto.
Mafia, Gratteri ci ripensa: l’azione di Caivano è servita
“Sono stato più volte. A Caivano sono state fatte cose concrete, intanto la palestra gestita dagli olimpionici della Polizia di Stato. Nel Comune non c’era un assistente sociale, ora ce ne sono 7 o 8″. Focus anche sugli sgomberi e le demolizioni in alcuni quartieri della città partenopea e altri hinterland come Scampia e la stessa Caviano. Il pm calabrese ricorda che grazie alla sua tolleranza zero si è passati “da 80 a 141 demolizioni nel 2024 con gli stessi magistrati”, non senza fibrillazioni. “Vorrei sapere 20, 30 e 40 anni fa dov’erano vigili urbani, tecnici, sindaci, forze dell’ordine quando si costruiva…”. Durante l’audizione in commissione Antimafia, Gratteri si sofferma anche sul problema delle province, in quanto “meno controllate”. E sulla carenza di organici. “Ci vorrebbero più uomini e mezzi. Bisogna sensibilizzare per comprare più telecamere, il mezzo più economico di sicurezza e per la ricerca della prova”.
Servono 4 carceri per il 41 bis
Il procuratore capo di Napoli si dice preoccupato dell’abbassamento dell’età di chi commette reati. “I mafiosi assoldano sempre più minori. Servono quattro carceri per il 41bis dove sia impossibile usare il cellulare, gli sgomberi e le demolizioni in Campania sono finalmente ripartite ma è allarme organici”, dice. E ancora: “È il momento di prendere atto che se è una costante l’abbassamento dell’età di chi commette reati di camorra, forse bisogna iniziare a pensare che per questo tipo di reati, quando c’è una connessione con gli adulti, possa continuare a fare le indagini la procura distrettuale antimafia (Dia)”.
Scudo, oggi serve una tutela legale per gli agenti
Infine il cosiddetto scudo legale per gli agenti, termine improprio che Palazzo Chigi e lo stesso ministro Nordio hanno chiarito, che ha scatenato le proteste delle sinistra. “Posso dire che l’unica cosa che mi convince in questo momento è una tutela legale per le forze dell’ordine, questo sì”, dice Gratteri all’uscita da Palazzo San Macuto. La misura allo studio del governo ha lo scopo di evitare l’iscrizione automatica nel registro degli indagati a tutela delle forze dell’ordine che agiscano per garantire l’ordine pubblico o difendersi nell’esercizio delle loro funzioni. Il pm ricorda che si tratta di “gente ad alto rischio anche di errore se vogliamo” e che a fronte di uno stipendio di “1400-1500 euro” deve “anticipare i soldi per pagare un avvocato fino a quando non dimostrerà o meno la sua innocenza. Questa tutela legale la farei da subito. Sul resto cerchiamo di capire quando il progetto sarà definito”.