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Medio Oriente, stallo sull’accordo tra Israele e Hamas. Netanyahu accusa i palestinesi
Fumata grigia, oggi, sui cieli di Gaza, dopo i raggi di sole e di speranza filtrati ieri dai palazzi della diplomazia internazionale. Gli accordi tra Israele e Hamas per la restituzione degli ostaggi e la cessazione delle ostilità, inizialmente accolti con i festeggiamenti su entrambi i fronti, oggi si ritrovano nuovamente in una fase di stallo. Le accuse del premier ebraico Benjamin Netanyahu, che rimprovera Hamas di aver rinnegato “le intese e creando una crisi dell’ultimo minuto che sta impedendo l’accordo”, scatenano le risposte delle rappresentanze islamiche palestinesi che smentiscono le affermazioni del primo ministro israeliano. Nella prima delle tre fasi dell’accordo, che durerà sei settimane, dovrebbero essere liberati donne e minori israeliani, poi i soldati. In cambio di 33 ostaggi rilasciati saranno liberati oltre 1.000 prigionieri palestinesi, tra cui almeno 250 terroristi detenuti nelle carceri israeliane. Almeno 73 palestinesi, tra cui 20 bambini e 25 donne, sarebbero stati uccisi e più di 230 sono rimasti feriti negli attacchi israeliani, secondo la Protezione civile di Gaza secondo quanto riporta Al Jazeera. Ma qualcosa, in Medio Oriente, si muove.
Israele e Hamas, dall’accordo allo stallo
L’Ue, sebbene non sia coinvolta negli accordi, si è detta pronta “a sostenere l’attuazione di un cessate il fuoco” ed esorta le controparti a raggiungere l’accordo. Una buona notizia è certamente l’annuncio della compagnia aerea tedesca Lufthansa – fresca di matrimonio con Alitalia – che riprenderà i voli verso Tel Aviv dal primo febbraio, dopo aver appreso degli accordi sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Negli Usa, l’ottimismo prevale: Donald Trump ha definito “epico” l’accordo diplomatico su cui Israele ed Hamas dovrebbero convenire, descrivendolo “solo come risultato della storica vittoria di novembre”. Dal canto suo, il Presidente uscente Joe Biden ha precisato che la sua squadra si “è coordinata in modo stretto con quella di Trump”.
Le trattative tra Israele e Hamas slittano per problemi di comunicazione
Secondo quanto riportato dall’emittente israeliana Kan, Netanyahu avrebbe rimandato a più tardi la riunione di sicurezza del gabinetto israeliano. La ragione principale di questa decisione riguarda l’intesa con il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, membro del partito integralista Sionismo religioso: quest’ultimo dovrebbe decidere se dimettersi nel caso in cui l’accordo tra Israele e Hamas dovesse entrare in vigore, oppure continuare a far parte della maggioranza di governo. Smotrich aveva preventivamente definito il negoziato tra le due forze in campo come “cattivo e pericoloso”. Il presidente libanese Aoun ha scritto su X che “L’impegno di Israele nel rispettare le condizioni dell’accordo va monitorato in modo serio e attento”. Successivamente, Netanyahu ha rettificato in una nota che lo slittamento dell’intesa è avvenuto perché “Hamas sta rinnegando le intese e creando una crisi dell’ultimo minuto che sta impedendo l’accordo“. Hamas tenta di difendersi dalle accuse, contestando che “non vi è alcuna base per le affermazioni di Netanyahu, secondo cui il movimento sta facendo marcia indietro rispetto ai termini dell’accordo di cessate il fuoco”. Tuttavia, nel comunicato del primo ministro si legge che “Il gabinetto israeliano non si riunirà fino a quando i mediatori non avranno notificato ad Israele che Hamas ha accettato tutti gli elementi dell’accordo”.