“Miracolo” nel carcere di Marassi: i poliziotti salvano un detenuto che voleva impiccarsi nella cella
Nuova emergenza in un penitenziario italiano, ma stavolta poliziotti del carcere di Marassi, a Genova, sono riusciti a sventare il suicidio di un detenuto nella cella. L’uomo di 30 anni aveva provato ad impiccarsi alla finestra della stanzetta, ma gli agenti della polizia penitenziaria sono riusciti ad intervenire in tempo bloccando le intenzioni del prigioniero. I dipendenti del carcere, in fretta, hanno agito dall’esterno, tagliando il cappio e portando a termine il salvataggio del giovane. “Un vero e proprio miracolo, un intervento degno di essere raccontato”, ha affermato il segretario dell’Uilpa Fabio Pagani. Attualmente si contano 6 suicidi tra i detenuti nei penitenziari italiani dall’inizio del nuovo anno, l’ultimo a Cagliari, mentre un altro riguarda gli operatori penitenziari. L’anno scorso sono stati registrati 96, 89 tra i reclusi e 7 tra gli agenti. Il segretario dell’Uilpa da tempo ribadisce l’allarme di simili situazioni nei penitenziari liguri, che ha definito “una vera e propria emergenza”. Infatti, un’altra emergenza carceraria si è verificata nel carcere di Sanremo, in cui gli agenti hanno ritrovato stupefacenti e due cellulari, lanciati fuori dalle mura di cinta.
I poliziotti salvano un detenuto: il tema delle carceri in Italia
Nel caso di Marassi, gli agenti sono riusciti a sventare la tragedia, ma il segretario dell’Uilpa esorta a non sottovalutare il problema dei penitenziari: “A fronte di 16 mila detenuti oltre i posti disponibili e di 18 mila unità mancanti nel fabbisogno organico della polizia penitenziaria, anche di recente la premier Giorgia Meloni ha dichiarato che l’obiettivo è aumentare i posti detentivi – ha aggiunto – peccato che dall’esecutivo lo ripetano già da due anni, senza alcun risultato”. Ma è innegabile la solidarietà che il governo sta dimostrando alle forze di polizia, soprattutto in un momento storico come questo in cui le violenze di piazza da parte dei gruppi della sinistra extraparlamentare sono aumentate. Pagani poi lancia l’appello: “Il Governo e il Parlamento diano ascolto all’appello del Sommo Pontefice, pronunciato durante l’apertura della Porta Santa a Rebibbia, o, più laicamente, alle parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante il messaggio di fine anno – ha proseguito – ricondurre le carceri in un alveo di costituzionalità è necessario, sia per chi vi è rinchiuso, oggi ammassato, sia per chi vi lavora in condizioni inaccettabili”.
Le attenzioni del governo italiano sul tema carcerario
“Servono più agenti di polizia penitenziaria perché quelli che stanno lì rischiano di fare una vita peggiore dei detenuti – aveva detto di recente il ministro degli Esteri Antonio Tajani – E poi c’è il problema della carcerazione preventiva. Troppi innocenti sono in carcere e la carcerazione preventiva non serve per estorcere confessioni. Certamente incattivendo il detenuto non favorisci il suo recupero” aveva poi concluso. A fronte del tema carceri era ultimamente intervenuta anche Giorgia Meloni dopo le parole di Papa Francesco: “Secondo me il modo serio di risolvere questa questione non è con le amnistie, con gli indulti, con gli svuotacarceri, con quello che abbiamo visto in questi anni, ma è un altro: da una parte ampliare la capienza delle nostre carceri e parallelamente stiamo lavorando per rendere più agevole il passaggio dei detenuti tossicodipendenti in comunità; molto spesso cerchiamo di intensificare il numero degli accordi con gli altri Paesi che consentono alle persone straniere che sono condannate in Italia di scontare la pena nel Paese d’origine”. Il presidente del Consiglio ha inoltre anticipato la nomina di un commissario straordinario all’edilizia penitenziaria, con l’obiettivo di realizzare settemila nuovi posti in tre anni a partire dal 2025.