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Mps-Mediobanca, caos a sinistra. Il Pd “Schlein” s’adombra, il Pd toscano esulta, il M5S strepita…

Mps-Mediobanca, caos a sinistra. Il Pd “Schlein” s’adombra, il Pd toscano esulta, il M5S strepita…

Economia - di Luca Maurelli - 25 Gennaio 2025 - AGGIORNATO 26 Gennaio 2025 alle 10:27

Perfino il Pd senese, per non parlare di quello toscano, s’è spellato le mani per accogliere con entusiasmo il varo dell’operazione-Mediobanca da parte del Monte dei Paschi di Siena, nonostante la “sponda” governativa della destra e il risanamento dell’ex banca “rossa”, e in rosso, avviato dal ministro Giorgetti e in grado, oggi, di far decollare un’ipotesi di terzo polo bancario all’insegna dell’italianità. Solo il M5S, e gli “azionisti” diffusi, che fanno ad Alberto Nagel, a capo di Mediobanca, danno una lettura politica (e ostile) dell’Ops lanciata ieri da Mps sul colosso che controlla Generali. Il governo, intanto, wait and see, aspetta e guarda, ma di certo non ostacola l’aggregazione tra soggetti forti, da Caltagirone a Del Vecchio, che possono diventare fortissimi anche a tutela dell’interesse nazionale.

Mps-Mediobanca, l’idea di Giorgetti e l’interesse nazionale

“Lo Stato persegue finalità di interesse generale, non deve fare il banchiere. Tant’è che abbiamo risanato il Monte dei Paschi, ne siamo usciti e ne usciremo anche definitivamente magari in futuro. Dopodiché, quello che ha fatto questo governo è aver dato fiducia in assoluta autonomia a un management che ha realizzato risultati devo dire eccezionali, che ha un disegno, che ha fatto una proposta di mercato. Se il mercato risponderà saremo contenti, se non risponderà ne prenderemo atto”, ha detto eri  il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti intervenendo agli ‘Stati generali dell’Economia’ ad Arona. “Il risparmio è una questione seria, è tutelata anche dalla Costituzione, ci mancherebbe che il governo non miri a tutelarlo”, ha aggiunto. Sulla stessa linea anche il vicepremier Tajani. “Fare la guerra alle banche non ha senso, perché senza le banche non c’è politica industriale. Le banche sono imprese. Noi siamo sempre per il libero mercato e riteniamo che mercato sia ricetta migliore per raggiungere soluzioni per le nostre banche”.

La reazione di Nagel

Ostile, invece, la posizione della governance di Mediobanca. Quella lanciata da Mps è “un’offerta non concordata e il cda si riunirà nei prossimi giorni per esaminarla ed esprimere le proprie valutazioni al riguardo, con l’obiettivo di tutelare gli interessi di tutti gli stakeholder e, in particolare, dei propri dipendenti”, scrivono ai dipendenti l’amministratore delegato e il direttore generale di Mediobanca, Alberto Nagel e Francesco Saverio Vinci, in una lettera che l’Adnkronos ha potuto visionare. “Nelle prossime settimane continueremo ad essere al centro dell’interesse dei media; questo è accaduto tante volte in passato e non ci ha mai impedito, né ci impedirà, di continuare a garantire l’eccellenza dei servizi ai nostri clienti risultando all’altezza di una tradizione che ci vede protagonisti nel settore bancario italiano ed europeo sin dal 1946. Le persone di Mediobanca – ribadiscono – sono il principale asset e il fondamentale presidio dell’autonomia e dell’indipendenza del nostro Gruppo. Forti di questa consapevolezza possiamo guardare con fiducia e determinazione agli obiettivi che abbiamo davanti e al futuro del nostro gruppo”.

Pd nazionale cauto, Pd toscano entusiasta…

E la politica? Se Fratelli d’Italia plaude al germoglio dell’operazione “terzo polo bancario”, dal Pd nazionale, quello della Schlein, si oscilla tra scetticismo e diffidenza, per evitare di incanalarsi su una posizione filo-governativa. ”Le operazioni di aggregazione rispondono all’interesse nazionale e vanno valutate positivamente se producono effetti positivi sotto il profilo industriale, occupazionale e finanziario, seguendo criteri di mercato. Non se diventano parte di un risiko dettato da logiche opache di potere e con un ruolo sempre più invasivo della politica. Questo è il nostro metro di valutazione”, dice Antonio Misiani, responsabile Economia e finanze nella segreteria nazionale Pd. ”Chiameremo in Parlamento il ministro Giorgetti per chiedergli conto di tutto questo, a partire dagli obiettivi e dai criteri con cui l’esecutivo si vuole rapportare nei confronti di questa e di altre operazioni – come Unicredit-Bpm e Generali-Natixis – che in questi mesi stanno cambiando radicalmente il profilo e la configurazione della finanza italiana”, è la linea: processare Giorgetti alla ricerca di fantasmi e ombre sovraniste…

Meno pessimisti, anzi, decisamente entusiasti, gli esponenti del Pd toscano: “Questa offerta segna il termine del lungo percorso della banca verso la stabilità e il consolidamento, e l’inizio di uno nuovo con Mps come soggetto primario, e non più oggetto, nella creazione di un gruppo che si posizionerebbe al terzo posto nel sistema bancario italiano”, dice in una nota la consigliera regionale del Pd toscano Anna Paris. “In’ottima notizia per Siena e la Toscana che vedrebbero nel loro territorio un nuovo soggetto che, grazie alle sinergie tra le due realtà aziendali, diventerebbe leader in molti business del settore bancario”.

Il delirio del M5S

I grillini, come al solito, nel dubbio, sparano su Palazzo Chigi. “Meloni vuole davvero fare la sovranista? Non usi Mps come strumento al servizio di partite finanziarie altrui, difenda la banca, cosi’ come metta in campo la Cassa Depositi e Prestiti e il Mediocredito Centrale, dando vita a una vera Banca d’investimento al servizio degli italiani e delle imprese italiane, strangolate da due anni di fallimentari politiche economiche. La notizia, dopo il far west finanziario in cui è  sprofondato il Paese, è che nasce il ‘governo CaltaMeloni’, con il finanziere-costruttore Francesco Gaetano Caltagirone di fatto nel ruolo di ministro dell’economia…”,  dice in una nota Emiliano Fenu, capogruppo M5s in Commissione Finanze della Camera. Vabbè, solito delirio.

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di Luca Maurelli - 25 Gennaio 2025