Mughini asfalta Marinelli: “A disagio per il Duce? Fosse per lui non ci sarebbe la storia del cinema e del teatro”
La lezione Giampiero Mughini a Luca Marinelli è di quelle epiche: il “martirio” a cui si è sottoposto l’attore interpretando Mussolini nella serie”M” ha tenuto banco sui social e non solo; facendo ridere un po’ tutti, detrattori ed estimatori della fiction e dei libri di Scurati dai quali è tratta. “Dire che sono allibito è niente”, inizia lo scrittore, editorialista e storico, scrivendo una lettera sul sito di Dagospia. L’attore nel corso di innumerevoli interviste ha dichiarato tutto il suo disagio, da antifascista, nell’interpretare Benito Mussolini. Ha raccontato le afflizioni sue e di sua nonna, che, da fiera anti regime anch’ella, lo aveva bacchettato. Ha dovuto vedere in anteprima un paio di puntate per dare il suo placet al nipote: “Hai fatto bene a farlo”. Il tutto fa ridere. Una persona seria come Mughini ha detto la sua stroncando le lagne di Marinelli.
Mughini contro la lagna di Marinelli su Mussolini: “Dire che sono allibito è dire poco”
“Caro Dago, sono rimasto allibito a leggere le dichiarazioni di un (peraltro ottimo) attore quale Luca Marinelli. Il quale s’è detto di trovarsi a disagio nell’interpretare il personaggio di Benito Mussolini nella serie televisiva tratta dal romanzo di Antonio Scurati. E questo perché lui, Marinelli, è un vigoroso antifascista. Pronunziare da attore le cose che Mussolini pensava e diceva da uomo reale del Novecento gli ripugna. Dire che sono allibito è niente”.
Mughini: ” A ragionare come Marinelli non esisterebbe la storia del cinema e del teatro”
Le parole di Marinelli sono contro la logica attoriale di ogni tempo. Pazientemente ma con fermezza Mughini stronca ogni lamentazione: “A ragionare come sta ragionando Marinelli, non ci sarebbe stata la storia del cinema né del teatro. Si potessero e dovessero interpretare solo i personaggi portatori del bene, potresti fare dei film solo sui francescani scalzi. In tutti gli altri personaggi della vita reale il Male è commisto al Bene, in ognuno di noi le due cose inevitabilmente si intrecciano”. Rifletta Marinelli che “questa la vita, è questa l’umanità. E tanto più grande e complesso è il cinema quanto il teatro che ne risultano. Non è detto a priori che un romanzo che abbia a personaggio centrale Piero Gobetti sia migliore di uno che abbia a personaggio centrale il Duce. Che questo o quell’altro personaggio sia interamente bene o interamente male spetta ai giudici definirlo. Agli attori di cinema e di teatro spetta farteli sentire reali; gente che puoi incontrare nella vita in un momento o in un altro; o addirittura gente che sono ora l’uno ora l’altro. Ripeto, senza questa premessa non ci sarebbe né la storia del cinema né la storia del teatro”.
La risibile replica di Marinelli
Marinelli aveva provato a difendersi dalle critiche che – ha detto- gli sono dispiaciute. Ai microfoni di Serena Bortone a ‘5 in Condotta’ su Rai Radio 2 l’attore aveva replicato: “Non mi sembra di aver detto nulla di brutto o di drammatico. Ho semplicemente parlato di una mia emozione, perché penso sia importante condividere le proprie emozioni. Sicuramente dipende anche dal fatto che è un personaggio reale, che ha rovinato un Paese”. Ed è proprio quello che tenta di fargli capire Mughini, probabilmente inutilmente: il bene e il male sono connaturati nella storia e nei suoi protagonisti. Cinema e teatro vivono di figure ambigue che non per questo riflettono le idee di chi le interpreta. E’ così difficile capirlo ? Le sue “devastanti” sofferenze pertanto fanno solo ridere. Mughini è fin troppo signore a definirsi “allibito”.