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Musk, Zuck e Bezos: ecco il tridente trumpiano in prima fila nella cerimonia di insediamento
L’alba di una nuova era in America, quella lontana dal politically correct. Manca poco all’evento tanto atteso: lunedì 20 gennaio, Donald Trump presterà giuramento come presidente. Tra le prime file, insieme ai membri del Gabinetto e agli eletti del Congresso, ci sarà il gotha della tecnologia: Mark Zuckerberg, Elon Musk e Jeff Bezos. Una triade che unisce i social, lo spazio e l’e-commerce sotto lo sguardo benevolo del tycoon.
Pesi massimi della tecnologia, del finanziamento politico e del potere
Secondo Nbc News, il Ceo di Meta sarà fianco a fianco con i colleghi magnati, in una dimostrazione plastica del rinnovato amore tra i colossi tecnologici e il leader repubblicano. Ma Zuckerberg non si limiterà a presenziare: ospiterà anche un gala esclusivo, insieme a pesi massimi del finanziamento politico. Nomi come Miriam Adelson, proprietaria dei Dallas Mavericks, Tilman Fertitta, magnate dei casinò, proprietario degli Houston Rockets, scelto da Trump come ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, Todd Ricketts, comproprietario dei Chicago Cubs e sua moglie Sylvie Légère. Insomma, un mix tra glamour, casinò e potere.
La Meta-morfosi di Zuckerberg è compiuta
Chi avrebbe mai immaginato, nel lontano gennaio 2021, che Mark Zuckerberg – allora “nemico pubblico” dei trumpisti e amico della woke ideology – avrebbe versato un miliardo di dollari per la sua inaugurazione? Eppure, la “Meta-morfosi” è compiuta: il fondatore di Facebook non solo ha eliminato il fact-checking e il programma Diversity dalle sue piattaforme, ma ha sposato la retorica trumpiana contro la censura. Dietro le quinte, anche gli organigrammi di Meta sono stati ritoccati: fuori l’ex premier britannico Nick Clegg, il moderato ex vicepremier britannico, dentro Joel Kaplan, conservatore della prima ora, con un passato nell’amministrazione Bush. Come dire, il vento soffia forte a destra.
Musk, Bezos e Zuckerberg: il tridente trumpiano
Se tuttavia Zuckerberg si è reinventato, Elon Musk e Jeff Bezos sono rimasti fedeli al loro stile: spregiudicati, pragmatici e pronti a navigare con chi detiene il potere. Musk, che ha donato 250 milioni di dollari alla campagna di Trump, si dichiara pronto a guidare il Dipartimento dell’Efficienza, ribattezzato Doge per rendere omaggio al meme coin preferito dal magnate di Tesla. Bezos, invece, ha dato un taglio alla narrazione dem sul Washington Post e ha versato anche lui un milione di dollari per la cerimonia inaugurale.
TikTok salvato da Trump? Il colpo di scena del palco d’onore
Ma non c’è solo tecnologia americana: anche Shou Chew, Ceo di TikTok, sarà presente nel palco d’onore. Dopo la migrazione delle ultime ore degli tiktoker statunitensi sulle piattaforme cinesi per paura del ban, Trump tende la mano, definendo il social una sorta di alleato chiave per conquistare i giovani elettori. Secondo il giornale di Bezos, il presidente sarebbe pronto a firmare un ordine esecutivo che congela per 90 giorni la legge bipartisan che obbliga ByteDance a cedere l’app.
Spazio, soldi e congratulazioni: Musk e Bezos fanno a gara
L’altro grande protagonista del team Trump è Jeff Bezos, che ha portato oggi in orbita il razzo New Glenn della sua Blue Origin. «Congratulazioni per aver raggiunto l’orbita al primo tentativo», gli ha risposto Musk, con un cenno di invidia. Recuperando poi con l’atterraggio fallito. Ma Ariane Cornell, vicepresidente dei sistemi spaziali di Blue Origin puntualizza: «Il nostro obiettivo principale è raggiungere l’orbita in sicurezza. Tutto ciò che va oltre è un bonus».