Neonata rapita a Cosenza: Rosa Vespa resta in carcere, il marito è libero. Il legale: “Lui ignaro”

24 Gen 2025 15:52 - di Penelope Corrado

Resterà in carcere Rosa Vespa, la donna che, lo scorso 21 gennaio, ha rapito una neonata dalla clinica ‘Sacro Cuore’ di Cosenza. A deciderlo, il gip di Cosenza Claudia Pingitore che, a seguito dell’interrogatorio di garanzia di questa mattina, ha convalidato la misura cautelare nei suoi confronti. Vespa è indagata per sequestro di persona.

Aqua Moses è stato scarcerato

È stato invece scarcerato Aqua Moses, il 43enne mediatore culturale di origini senegalesi, marito di Rosa Vespa. Il provvedimento è stato emesso dal Gip all’esisto degli interrogatori di Moses e della moglie. Il 43enne, assistito dall’avvocato Gianluca Garritano, si è detto totalmente estraneo, al rapimento della neonata e all’oscuro della finta gravidanza orchestrata dalla moglie. La Procura di Cosenza non ha chiesto l’arresto ritenendo credibile la versione dell’uomo che ha lasciato il carcere di Castrovillari.

Il nome inventato Ansel: come il fratellino smarrito della favola

Ci sarebbe anche una finta lettera di dimissioni dall’ospedale tra le cose che Rosa Vespa avrebbe usato per convincere il compagno di essere incinta e di aver partorito il loro figlio Ansel, nome indicato dalla donna in un post su Facebook in cui annunciava la nascita del bambino.

La lettera, si apprende da fonti legali, è ora agli atti del fascicolo. “Non si è mai accorto di nulla anche perché lei gli mostrava le ecografie, gli faceva vedere il pancione”, ha ribadito il legale dell’uomo, avvocato Gianluca Garritano, a LaPresse. Mentre Teresa Gallucci, legale della donna, ha fatto sapere di aver chiesto l’applicazione di una misura meno afflittiva rispetto alla custodia in carcere, per la quale il gip si è riservato di decidere, e l’autorizzazione a sottoporre la 51enne a una visita in carcere da parte di un medico specializzato in psichiatria, richiesta alla quale il pm non si è opposto.

Per Rosa Vespa chiesta una perizia psichiatrica

Ansel, come il fratellino di Gretel nella favola dove due bambini si perdono nel bosco e finiscono prigionieri di una strega malvagia. Un nome che apre scenari inquietanti in una vicenda che ha riservato numerosi colpi di scena.

Rosa Vespa ha risposto per oltre un’ora alle domande del giudice, ma su molti aspetti non ha saputo dare alcuna spiegazione delle motivazioni del rapimento. Il suo racconto è stato interrotto anche da momenti di pianto in cui la commozione ha preso il sopravvento. Vespa ha detto di non aver pianificato alcun rapimento, ma dal suo racconto è emerso che ha finto una gravidanza per nove mesi. Da qui l’acquisto di indumenti per il bimbo, dei decori, le foto e i post. La donna ha escluso un coinvolgimento di terze persone ed ha precisato che non ha mai voluto farle del male.

 

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