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Netanyahu frena sulla tregua: Hamas faccia i nomi degli ostaggi da liberare o l’accordo salta

Cronaca - di Lorenza Mariani - 18 Gennaio 2025 - AGGIORNATO 19 Gennaio 2025 alle 12:57

Netanyahu frena sulla tregua: Hamas faccia i nomi degli ostaggi da liberare o l’accordo salta. Secondo l’intesa, infatti, la fazione palestinese deve comunicare i nomi 24 ore prima della liberazione, invece… L’attesa tregua tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza dovrebbe entrare in vigore alle 8:30 di domani mattina, domenica 19 gennaio. Ad annunciarlo sono state le autorità del Qatar, in qualità di mediatore, dopo che nella notte il governo israeliano ha approvato l’accordo sul cessate il fuoco e sul rilascio degli ostaggi.

Eppure, proprio sul nodo dei rapiti ancora nella morsa dei miliziani palestinesi si giocano i destini di guerra e prigionieri. Sì, perché  Israele avrebbe dovuto ricevere nel pomeriggio di oggi i nomi dei primi tre ostaggi rilasciati dalla Striscia di Gaza. Lo ha riferito l’emittente pubblica Kan, sottolineando che Hamas avrebbe dato i nomi al Qatar, che a sua volta avrebbe informato il capo del Mossad, David Barnea, il quale ha il compito di contattare infine le famiglie. Secondo l’emittente, i primi tre ostaggi dovrebbe essere tutte donne civili.

Accordo Israele-Hamas, Natanyahu frena sulla tregua: mancano ancora i nomi dei primi 3 ostaggi da liberare

Peccato però che Israele non abbia ancora ricevuto i nomi di chi dovrebbe essere rilasciato nelle prossime ore, entro domani, dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco. Un nodo nevralgiso su cui lo stesso Times of Israel si sofferma, affermando che potrebbe trattarsi di una apparente violazione dell’accordo da parte di Hamas. Era infatti attesa per le 16 ora di Israele, le 15 in Italia, la comunicazione dei primi tre nomi. In base all’accordo, infatti, l’identità di chi viene rilasciato va comunicata da Hamas a Israele 24 ore prima della sua liberazione.

Il primo ministro d’Israele: Hamas faccia i nomi degli ostaggi o salta tutto

Da qui l’insorgenza del Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che ha lanciato un avvertimento a Hamas, affermando che «l’accordo non andrà avanti fino a quando non si conosceranno i nomi degli ostaggi che verranno liberati» a partire da domani. «Non andremo avanti con l’accordo finché non riceveremo una lista degli ostaggi che  verranno rilasciati, come concordato», ha sentenziato Netanyahu in una nota diramata dal suo ufficio. «Israele non tollererà violazioni dell’accordo. La sola responsabilità ricade su Hamas», ha anche aggiunto il premier.

Accordo Israele-Hamas, il rilascio degli ostaggi, la liberazione dei detenuti palestinesi

Oggi intanto in Israele, anche nelle zone di Gerusalemme e Tel Aviv, sono tornate a suonare le sirene dell’allarme antiaereo mentre le forze israeliane (Idf) hanno confermato che sono stati intercettati due missili, lanciati dallo Yemen. Mentre, fonti della sicurezza israeliane, sostengono che tra i 33 ostaggi destinati a essere rilasciati nella prima fase dell’accordo «si stima che 25 siano ancora vivi». Dunque, in tutta la prima fase del cessate il fuoco, lo Stato ebraico libererà 1.890 prigionieri palestinesi in cambio dei primi ostaggi israeliani nelle mani di Hamas.

Ma Netanyahu frena, ribadendo: «Tregua ferma se Hamas non comunica i nomi degli ostaggi da liberare». Nel frattempo, Tel Aviv ha compiuto un raid su una tenda che ospitava sfollati nel sud della Striscia, uccidendo cinque persone. Il ministro israeliano Ben Gvir, contrario a trovare un’intesa con Hamas, ha annunciato di essere pronto a dimettersi. Di contro, il presidente dell’Anp, Abu Mazen, annuncia di essere pronto ad assumersi la responsabilità della Striscia di Gaza. Infine, a Tel Aviv un uomo ha tentato di aggredire con un coltello i passanti, ferendone uno. E la polizia lo ha ucciso.

Le rassicurazioni da Doha: sicuri che le parti stiano rispettando l’intesa

E mentre la tensione sale e il dialogo sembra incepparsi, il portavoce del ministero degli Esteri di Doha, Majed Al-Ansari, ha dichiarato al canale Al-Arabi che «siamo sicuri che le parti siano impegnate a rispettare l’accordo di cessate il fuoco». Osservando in calce: «Sappiamo dai tentativi precedenti che il processo di scambio di prigionieri non è semplice. Invito a non fare riferimento a dichiarazioni politiche in questo momento». Secondo lui «finora non vi è stata alcuna violazione dell’accordo».

E in queste ore di febbrile attesa e di tensione, arriva al governo israeliano un nuovo appello del Forum dei familiari degli ostaggi e dei dispersi. Chiedono all’esecutivo di Benjamin Netanyahu di iniziare a lavorare per negoziare l’attuazione delle prossime fasi dell’accordo con Hamas prima di quanto previsto dall’intesa annunciata e ricordano che oggi ricorre “il secondo compleanno di Kfir Bibas”, il più piccolo degli ostaggi, che ha “trascorso entrambi i suoi primi compleanni prigioniero di Hamas”.

L’appello dei familiari degli ostaggi a Netanyahu

Chiedono all’esecutivo di Benjamin Netanyahu di iniziare a lavorare per negoziare l’attuazione delle prossime fasi dell’accordo con Hamas prima di quanto previsto dall’intesa annunciata e ricordano che oggi ricorre «il secondo compleanno di Kfir Bibas», il più piccolo degli ostaggi, che ha «trascorso entrambi i suoi primi compleanni prigioniero di Hamas».

«Subito i negoziati per la seconda fase dell’accordo»

«Noi, parenti dei 98 ostaggi, accogliamo con favore l’accordo volto a riportare a casa tutti gli ostaggi. Questo rappresenta uno sviluppo significativo e cruciale che ci avvicina al momento in cui vedremo tutti gli ostaggi tornare a casa, quelli in vita per tornare a vivere con le loro famiglie e i defunti per una giusta sepoltura – si legge in un comunicato rilanciato dal Times of Israel –. Chiediamo con urgenza accordi rapidi per garantire che tutte le fasi dell’accordo siano attuate e sottolineiamo che i negoziati per le prossime fasi dovrebbero iniziare prima del sedicesimo giorno». E l’attesa continua…

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di Lorenza Mariani - 18 Gennaio 2025