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Piano Mattei per l’Africa, avanti tutta. Tajani: “Una priorità strategica, serve un grande gioco di squadra”
Politica - di Alice Carrazza - 22 Gennaio 2025 - AGGIORNATO 23 Gennaio 2025 alle 14:14
A un anno dal lancio del Piano Mattei, il governo italiano ribadisce il suo impegno per il continente africano, delineando la visione ambiziosa che punta a rafforzare i legami con i partner africani attraverso diplomazia, cooperazione e investimenti. Durante l’Assemblea generale di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, il vicepremier Antonio Tajani definisce l’Africa «una priorità strategica assoluta del governo», sottolineando il ruolo cruciale del settore privato. «Deve essere un grande gioco di squadra, un’azione corale», dichiara il ministro degli Esteri, chiamando in causa istituzioni, imprese, università e società civile per costruire una collaborazione solida e trasversale.
Progetti già avviati: lo slancio del Piano Mattei
Molti dei progetti previsti sono già stati avviati, aggiunge Tajani, ribadendo l’impegno dell’Italia nel favorire «partenariati paritari, pace, sviluppo e crescita condivisi». Una strategia che punta alla concretezza, come evidenzia da Fabrizio Saggio, coordinatore della Struttura di missione per il Piano Mattei e consigliere diplomatico del premier Giorgia Meloni. «Il 2025 sarà l’anno in cui vogliamo accelerare l’internazionalizzazione del Piano, in particolare con l’Unione europea tramite il programma Global Gateway e il Pgii del G7», afferma Saggio, annunciando anche l’estensione della strategia a cinque nuove nazioni: Angola, Ghana, Mauritania, Senegal e Tanzania. Un ampliamento che mira a consolidare partnership già esistenti e a crearne di nuove in coordinamento con l’Unione africana.
L’Africa: opportunità e sfida
Per Edmondo Cirielli, vice ministro agli Esteri, l’Africa rappresenta una «grande opportunità e una sfida». «Non è vero che l’Africa non è ricca. L’Africa è una miniera di risorse materiali e immateriali»: dalle risorse minerarie a quelle umane, dagli idrocarburi alle future energie verdi che per «il 60% si stima possano venire da Africa». Ma il continente «è anche una grande sfida perché se questo non dovesse andare nella direzione giusta sarebbe un grande problema», osserva il viceministro.
Serviranno «nazioni libere e sovrane con cui commerciare e interloquire», continua Cirielli e rimarca l’obiettivo di tenere lontano ricatti economici e logiche assistenzialiste.
Un impegno finanziario senza precedenti
Il Piano Mattei poggia su una base finanziaria di ferro. Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti (Cdp), illustra inoltre i risultati già raggiunti: «Nel 2024, Cdp ha mobilitato 550 milioni di euro a favore di iniziative per il Piano. Il nostro piano strategico 2025-27 prevede l’apertura di sedi a Nairobi e Abidjan, per supportare ancora meglio le imprese italiane attive sul territorio».
Alessandra Ricci, amministratore delegato di Sace, aggiunge un ulteriore tassello: «Sace ha rilasciato circa 5,5 miliardi di euro di garanzie in progetti per complessivi 13 miliardi di euro, salvaguardando 18 mila posti di lavoro». Con la sua Push strategy, l’azienda mira a sviluppare ulteriormente l’export italiano, facilitando finanziamenti ai paesi beneficiari del Piano.
Tecnologia e cooperazione: il ruolo di Leonardo
Anche il settore tecnologico trova spazio nel Piano Mattei. Una delegazione di Leonardo, guidata dal presidente Stefano Pontecorvo, ha avviato missioni in Costa d’Avorio e altri paesi africani per mettere a disposizione tecnologie avanzate nei campi della cyber security, della digitalizzazione e della sanità. L’applicazione dell’intelligenza artificiale, la raccolta di big data e le soluzioni cloud rappresentano risposte concrete alle esigenze del continente. Nei prossimi giorni, il team del gruppo industriale andrà in visita in altri Paesi del Nord Africa.
Con il Piano Mattei l’Italia entra in campo
Con il Piano Mattei «l’Italia entra in campo recuperando uno spazio che mancava da moltissimo tempo». Così Antonio Gozzi, special advisor in Confindustria per il progetto governativo. «La nostra presenza in quei paesi è un vantaggio competitivo», conclude.