Poesie e filastrocche alle elementari, latino alle scuole medie. La rivoluzione gentile di Valditara
Nel segno dell’attimo fuggente, il “Carpe diem“, cogli l’attimo, il più famoso dei detti latini che anche Robin Williams volle rappresentare in un film di straordinario successo (una scena nella foto in alto). Latino, nel futuro delle scuole italiano, ma non solo.
“Occorre che gli studenti leggano, scrivano, imparino ad apprezzare testi scritti da altri, in epoche e luoghi anche remoti, sì partirà con prose e poesie, dobbiamo riprendere questa grande scuola della memoria, con testi più semplici all’inizio, anche filastrocche, scioglilingua e altro. Poi già alle elementari i primi accenni di epica classica, mitologia greca e orientale ma anche le saghe nordiche. Dobbiamo coltivare la fantasia, la capacità di stupirsi dei ragazzi, le suggestioni profonde ma senza perdere per strada la grammatica e lo studio della regola…”. Nella scuola del futuro, immaginata dal ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Valditara in una lunga intervista al Giornale, c’è il ritorno ai metodi classici e alla cultura classica, nulla che sia sinonimo, però, di vestusto, antiquato, passatista. E nella riforma della scuola, che Valditara sta per varare con l’aiuto dei più importanti esponenti culturali d’Italia, tra cui il maestro Uto Ughi e il professor Galli Della Loggia, che hanno contribuito a redigere le “Nuove indicazioni nazionali per il primo ciclo scolastico”, nei quali si cita anche l’utilizzo della Bibbia.
Le scuole i classici, dalla poesia al latino
“Abbiamo disegnato il cammino di bambini e adolescenti dai 3 ai 14 anni, insomma il percorso dall’infanzia alle medie. Ma stiamo lavorando anche per le superiori. E introduciamo molte innovazioni. Cominciando dall’italiano. Ma non solo: verrà reintrodotta la possibilità di inserire il latino nel curricolo a partire dalla seconda media, verrà abolita la geostoria nelle superiori e ridata centralità alla narrazione di quel che è accaduto nella nostra penisola dai tempi antichi fino a oggi”, dice il ministro dell’Istruzione al Giornale. “Fra le tante novità – dice ancora Valditara-, sin dalla prima elementare avvicineremo i bambini alla musica, alla sua comprensione, alla civiltà musicale”. Il ministro inoltre aggiunge: “La storia diventa la scienza degli uomini nel tempo. L’idea è di sviluppare questa disciplina come una grande narrazione, senza caricarla di sovrastrutture ideologiche, privilegiando inoltre la storia d’Italia, dell’Europa, dell’Occidente. Di più, nella scuola primaria l’insegnamento verterà anche sullo studio del nostro patrimonio storico. Negli ultimi due anni, in particolare l’attenzione si concentrerà sui popoli italici, le origini e le vicende dell’antica Grecia e di Roma, le loro civiltà, i primi secoli del Cristianesimo”.
Passato o futuro? Cento audizioni per la riforma dei cicli
Non proprio un ritorno al passato, “diciamo che prendiamo il meglio della nostra tradizione per una scuola capace di costruire il futuro”, spiega il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. “Ma vorrei precisare che la commissione da me incaricata, che ha già fatto oltre cento audizioni, ha svolto un lavoro capillare e approfondito, su cui avvieremo un ampio confronto”. Sarà dato più spazio alla letteratura, anche dell’infanzia, e alla grammatica. L’insegnamento della letteratura sin dalla prima elementare, in modalità adeguata alla giovane età degli studenti, deve far sì che gli allievi prendano gusto alla lettura e imparino a scrivere bene. Si è scelto di rafforzare l’abilità di scrittura che è quella più in crisi delle abilità linguistiche”. Valditara osserva inoltre che “il primo passaggio è quello di far acquisire familiarita’ con la lettura e la letteratura. Questo e’ un aspetto cruciale nella formazione della persona. Occorre che gli studenti leggano, scrivano, imparino ad apprezzare testi scritti da altri, in epoche e luoghi anche remoti”. Si partirà “con prose e poesie. anche da imparare a memoria: “Dobbiamo riprendere questa grande scuola della memoria, con testi piu’ semplici all’inizio, anche filastrocche, scioglilingua e altro. Poi già alle elementari i primi accenni di epica classica, mitologia greca e orientale ma anche le saghe nordiche. Dobbiamo coltivare la fantasia, la capacità di stupirsi dei ragazzi, le suggestioni profonde ma senza perdere per strada la grammatica e lo studio della regola. La cultura della regola inizia dallo studio della grammatica”.