Processo ai violenti di Askatasuna, lo Stato chiede 6,8 milioni per i danni alle manifestazioni No Tav
Danni per oltre 6,8 mln di euro: è la richiesta avanzata dall’Avvocatura dello Stato per conto della presidenza del Consiglio e dei ministeri di Interno e Difesa nei confronti degli esponenti del centro sociale Askatasuna, attualmente a processo a Torino. La richiesta, che copre sia danni patrimoniali sia non patrimoniali, riguarda, tra l’altro, le spese sostenute in occasioni manifestazioni contro la realizzazione della linea ad alta velocità ferroviaria Torino-Lione in Valsusa. Telt, la società italo francese incaricata della progettazione, realizzazione e gestione dell’opera, per conto suo, ha chiesto un milione di danni a titolo provvisionale.
Maxi processo in corso a Torino agli esponenti del centro sociale Askatasuna
Qualcosa si muove. Il maxiprocesso in corso a Torino contro le frange No Tav inizia a produrre qualche risultato. Da anni la Val di Susa è tatro di guerriglia e di distruzione da parte di collettivi, centri sociali e antagonisti. All’ordine del giorno in questi anni vere e proprie spedizioni per sabotare i cantieri dell’Alta Velocità. Gli imputati del maxiprocesso sono 28 e, di questi,16 rispondono di associazione per delinquere. La procura ha chiesto condanne per un totale di circa 88 anni di carcere.
Nella memoria depositata al tribunale degli avvocati Alessandra Simone e Mauro Prinzivalli si fa presente che il costo per assicurare il ripristino dell’ordine pubblico dopo le azioni in Valle di Susa dei No Tav – che secondo la procura di Torino avrebbero la regia degli esponenti di Askatasuna – ammonta a 4,1 milioni di euro. Per presidiare i luoghi 24 ore su 24 il Ministero dell’Interno ha impiegato 205.988 agenti di polizia nel 2020 e 266.451 nel 2021. La spesa per gli straordinari è stata di 135 mila euro. Nel conteggio, secondo l’avvocatura distrettuale dello Stato, devono essere incluse anche le risorse destinate alle attività investigative e una serie di elementi riconducibili al cosiddetto “danno non patrimoniale”.
L’avvocato Daniele Zaniolo, parte civile per Telt, l’azienda che si occupa della costruzione della Torino Lione, ha chiesto un milione. Il legale ha parlato a Repubblica di “tentativi di sabotaggio ai cantieri quasi all’ordine del giorno”, E ha affermato che, a suo parere, gli attivisti di Askatasuna orchestrano le loro iniziative “amplificando lo strumento della provocazione”. “Nelle intercettazioni – ha osservato – dicono che fanno tanto cinema: di voler fare in modo che le forze dell’ordine reagiscano picchiando. E poi si lamentano quando le manganellate non arrivano. Tutto fa parte di un disegno: alimentare il dissenso e cercare il consenso”.
“Professionisti della violenza”
A dicembre, la pubblico ministero Emanuela Pedrotta ha chiesto di condannare tutti gli imputati per un totale di 88 anni di carcere. Gran parte delle contestazioni si basano sulle intercettazioni telefoniche e ambientali delle conversazioni tra gli imputati. “Non tutti i militanti di Askatasuna fanno parte dell’associazione a delinquere; ma tutti gli associati sono militanti di Askatasuna” descrive la pubblico ministero. Nello stabile occupato di corso Regina non organizzerebbero attività culturali e sociali, come sostengono i loro difensori. “Invocano finalità politiche, ma le loro azioni sono solo violenza. ll sodalizio di Askatasuna è ricorso al brand No Tav per acquisire un consenso allargato, che diversamente non sarebbe riuscito ad avere”.
Nei giorni scorsi il centro sociale Askatasuna era tornato tristemente alla ribalta quando i suoi militanti erano in piazza negli scontri tra manifestanti e polizia. A seguito di quella manifestazione, che si è svolta giovedì, il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha dischiarato: “Askatasuna deve essere chiuso, subito”. La risposta era arrivata il giorno dopo quando gli stessi hanno condotto anche l’assalto a un banchetto di Fratelli d’Italia a Torino.