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Proteggere Tintin: il giornalista anticomunista di Hergé è la speranza (a fumetti) contro il wokismo
Tintin ha compiuto 96 anni, ma ne dimostra almeno 50 di meno: il fumetto di Geroges Prosper Remi, noto al pubblico con lo pseudonimo di Hergé, si appresta a diventare un centenario. Le avventure del personaggio belga godono di buona fama in tutto il mondo, così come lui, che ormai sembra immune all’invecchiamento. Tuttavia, da pochi giorni sono scaduti i diritti sul giornalista anticomunista disegnato da Hergé, ciò vuol dire che chiunque dovesse riutilizzarlo può stravolgerne il carattere, le inclinazioni politiche e perfino l’intimità. Un campanello d’allarme non indifferente, perché nell’epoca in cui cancel culture e teorie woke minacciano di ribaltare l’ordine naturale delle cose, anche Tintin rischia di subire un cambiamento inaspettato e di cattivo gusto. Le avventure contenute nel fumetto sono amate dagli ambienti della destra europea, perché l’inclinazione caratteristica del personaggio fa trasparire un’indole conservatrice e identitaria. Al noto fumetto è ispirata una serie animata del 1992, intitolata “Le avventure di Tintin”. Il successo dell’illustrazione ha incuriosito anche il mondo del cinema, tanto che il regista americano Steven Spielberg si impegnò per far uscire nelle sale cinematografiche una pellicola intitolata “Le avventure di Tintin – il segreto dell’unicorno“, nell’anno 2011. Sembra che il direttore artistico neozelandese Peter Jackson stia pensando di riproporre un sequel sulle stesse orme di Spielberg, che potrebbe arrivare nelle sale cinematografiche nel 2027. Per il momento, i contributi audiovisivi su Tintin non presentano alcun riferimento alle logiche del politicamente corretto, ma il pericolo di un “golpe immorale” è sempre in agguato.
Tintin: il giornalista anticomunista di Hergé contro marxismo e woke
Il personaggio di Tintin svolge la professione di giornalista-reporter in giro per il mondo, si presenta come un ragazzo coraggioso e determinato a scommettere sempre su una nuova avventura. il ciuffo biondo, il viso rotondo e la magra corporatura disegnati da Hergé, lo rendono da sempre un personaggio unico e inimitabile nel suo genere. Tintin però non è da solo, con lui c’è l’inseparabile cane bianco Milù e il capitano Archibald Haddock, un marinaio bevitore di whisky e uomo leale oltre che generoso. il primo capitolo della storia a fumetti raffigurata da Hergé uscì nell’anno 1929 sul settimanale belga Le Petit Vingtième, dal titolo “Tintin nel paese dei soviet“. L’autore del fumetto era cattolico e anticomunista, proprio per questo motivo anche il suo personaggio non ha potuto far altro che assomigliare al proprio creatore, sin dal primo episodio. Durante la sua prima avventura Tintin riesce a scovare tutte le tragiche realtà che caratterizzano la Russia comunista, un paese che cerca di apparire maestoso e paradisiaco agli occhi di chi lo visita e che in realtà gravi problemi come una povertà diffusa e la repressione delle classi sociali. Il protagonista rappresentato da Hergé è la “bestia nera” agli occhi del marxismo, un esempio pop che annulla i falsi miti dell’ideologia comunista sovietica. La speranza è che il prossimo autore, volenteroso di utilizzare Tintin nei propri lavori, riesca a non svilirne i connotati che lo distinguono in tutto e per tutto anche dal woke e dal politicamente corretto.
Tintin e il testamento di Hergé: nessuno dovrebbe riprodurlo
Prima della sua dipartita avvenuta nel 1983, Hergé aveva chiesto che la serie di Tintin non venisse continuata da nessuno, forse anche per paura che questa potesse essere rovinata da un maldestro tentativo di riproporla al pubblico. Col senno di poi, sembra che il disegnatore avesse visto lungo sulla società contemporanea, d’altra parte i remake del terzo millennio non sono quasi mai all’altezza dei primi capolavori. Il legame affettivo tra l’autore e la sua creazione è incommensurabile e sarebbe anche giusto rispettare le volontà di chi ha donato ai lettori appassionati una storia così straordinaria, unica e preziosa. La storia di Tintin sembra fatta della stessa sostanza dei sogni: inizialmente, il disegnatore del giovane reporter non si aspettava tutto il successo, ma alla fine il riconoscimento artistico per la sua opera è arrivato contro ogni aspettativa. Sembra che l’avventuroso personaggio sia ispirato a Paul, fratello minore dell’autore: un’indicazione commovente e che rende l’idea di quali valori familiari positivi sia portatore il buon “vecchio” Tintin.
Tutti i valori positivi di Tintin
Il personaggio di Tintin non rappresenta soltanto un giornalista indipendente e anticomunista, ma un vero e proprio uomo d’azione che non ha paura di mettersi in gioco per raccontare quello che succede nel mondo, talvolta mettendo a repentaglio anche la sua stessa vita. Il valore dell’amicizia è altrettanto presente nelle sequenze del fumetto, con i compagni d’impresa del protagonista sempre pronti a proteggerlo dai guai e dalle grinfie dei propri nemici. Caratteristiche molto rare di questi tempi, soprattutto perché la socializzazione sembra essere un fattore di poco conto nella società contemporanea, come la fratellanza tra gli uomini. Tintin è un grande idealista che combatte per ciò in cui crede e contro l’ingiustizia, dimostrando una rara tenacia che specialmente agli occhi dei più piccoli può risultare come un pregio da emulare. Qualcuno in passato ha avuto il coraggio di criticare alcuni termini presenti nel fumetto perché considerati offensivi, senza neanche contestualizzare il periodo storico in cui sono stati scritti i dialoghi. Chiacchiere senza capo né coda, ma è tipico dei perbenisti provare a censurare chi non la pensa come loro: Tintin invece non ha bisogno di imbavagliare nessuno, perché da bravo giornalista racconta il mondo attraverso le sue esperienze, senza tralasciare i particolari.