Quando Mastroianni demoliva le “recite” in stile Luca Marinelli con M: “Ma quale sofferenza dell’attore” (video)

24 Gen 2025 15:10 - di Carlo Marini

Spopola in Rete da alcuni giorni lo stralcio di un’intervista a Marcello Mastroianni, uno degli attori simbolo del cinema italiano del dopoguerra, che pare dedicata con mezzo secolo di anticipo a Luca Marinelli e al suo patimento nell’aver interpretato il Duce.

Nel video dedicato al cosiddeto metodo Stanislavskij, il protagonista de La Dolce Vita e di altri capolavori immortali, demolisce la cosidetta “sofferenza” dell’attore.

Impossibile non pensare a Luca Marinelli. L’attore romano, che per l’interpretazione di Benito Mussolini si è detto provato anche fisicamente, tirando in ballo persino la nonna antifascista che avrebbe penato a vedere il nipote ridotto a vestire abito e stivali del Duce.

 

Il video di Mastroianni che sembra dedicato a Marinelli

La lezione di Marcello Mastroianni sembra davvero una lezione a distanza al povero Luca Marinelli. Con l’arguzia, l’ironia e la classe che tutto il mondo gli ha tributato, l’attore di origine ciociara morto a Parigi nel 1996, dice la sua sul metodo Stanislaskji. Il filmato è uno stralcio del documentario “Marcello Mastroianni- Mi ricordo, si, io mi ricordo”. Regia di Anna Maria Tatò, 1997

“La sofferenza è se non hai lavoro”

Per quanto riguarda la sofferenza dell’attore, mi è capitato varie volte di leggere interviste fatte particolarmente a grandi divi americani, i quali pare che per entrare nei personaggi abbiano dei tormenti, delle sofferenze. C’è chi si chiude in un convento, chi va su una montagna a riflettere. Insomma, io non non ho capito perché se consideriamo questo mestiere un gioco e ci ricordiamo di come giocavamo da bambini a ladri e guardie mi chiedo: ma perché questo tormento? Perché questa sofferenza? Io la capisco se non ti chiamano a lavorare o se si sono se si sono dimenticati di te. E allora certo che c’è la sofferenza, se c’hai i debiti da pagare e non hai lavoro, questa è sofferenza».

“Il pubblico ci crede quando legge di questi tormenti e anche la critica”

«Il pubblico ci crede quando legge di questi tormenti e sofferenze. Ci crede anche la critica, perché se uno la butta sul disinvolto e dice, come dico io: fare questo mestiere è un divertimento, in realtà poi vieni preso sottogamba. Se invece l’attore dice: dovuto studiare sei mesi. Poi, per uscire dal personaggio che razza di lavoro… Perché io mi dico – ironizza Mastroianni – ma tu quando la sera sei a casa, che fai, continui? Ma tua moglie non ti sputa in faccia? Che fai quando ti siedi a tavola, continuando a fare quello che è in quel momento il tuo personaggio. Insomma, mi pare un po’ tutto esagerato. Questo – taglia corto Mastroianni nella lezione postuma agli attori che se la tirano e che recitano la parte dei sofferenti come Luca Marinelli – è un mestiere meraviglioso. Ti pagano per giocare e tutti ti battono le mani. Sei hai un minimo di qualità».

Nelle foto Ansa, Marcello Mastroianni, Massimo Troisi, Luca Marinelli

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *