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Quarticciolo, niente Cpr per il tunisino che ha aggredito i poliziotti. I giudici respingono il trattenimento

Quarticciolo, niente Cpr per il tunisino che ha aggredito i poliziotti. I giudici respingono il trattenimento

Cronaca - di Eugenio Battisti - 23 Gennaio 2025 - AGGIORNATO 23 Gennaio 2025 alle 14:54

Si respira aria di impunità per i protagonisti dell’aggressione alla volante della polizia dello scorso 16 gennaio al Quarticciolo, quartiere off limits della Capitale, regno incontrastato di spaccio e violenze e per questo inserito nel piano Caivano. La Corte d’Appello di Rom ha respinto la richiesta della questura di trattenere in un Cpr uno degli ‘eroici’ aggressori alle forze dell’ordine. La notizia surreale ma vera è riportata con dovizia di particolari da La Verità che ha visionato le carte. La cronaca è nota: la scorsa settimana una ventina di abitanti della zona ha tentato di proteggere due spacciatori dall’arresto, accerchiando le volanti. Gli agenti vengono accerchiati e aggrediti dalla gente e devono chiamare rinforzi. Ma in fondo non è così grave, la colpa, scava scava, per la sinistra includente è dei poliziotti manganellatori.

Quarticciolo, niente Cpr per il tunisino che ha aggredito i poliziotti

Il tunisino di 25 anni, Mohamed Othmen, che si è avventato sui poliziotti, accusato a piede libero di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, può rimanere tranquillamente a casa propria. E continuare a delinquere. Perché? Perché – secondo i giudici della capitale – aveva già chiesto asilo e quindi  è ritenuto «rintracciabile». Al massimo, scrive la Verità, “con quel che ha fatto e con le regole attuali, il signor Mohamed Othmen avrà qualche problema a ottenere la protezione internazionale e il passaporto italiano”. Tutto qui.  E vediamo i fatti: Mohamed è accusato di aver partecipato alla rissa. E  la questura di Roma chiede il trattenimento  in un Cpr, mentre la sua vicenda penale andrà avanti. Martedì il tunisino viene sentito da un magistrato della Corte d’Appello di Roma, che ieri emette un provvedimento di respingimento della domanda della polizia. Niente Cpr, unica obiezione mossa il dubbio sulla “mancata integrazione”.

I giudici respingono la richiesta di trattenimento della Questura

Dal provvedimento si scopre che l’immigrato era già stato indagato quattro anni fa per aver fornito false generalità. Ma il suo avvocato – ricostruisce il quotidiano –  ha fatto presente che è incensurato, E  non c’è pericolo di fuga. Il giudice ha accolto questo elemento e poi ha passato in rassegna i reati che per legge mettono a rischio la domanda di asilo. Tra questi  i crimini sessuali, l’immigrazione clandestina e, per ironia della sorte, anche i reati di droga (che però sono contestati ai due spacciatori e non al tunisino che li ha difesi). E  ha concluso che non sussiste il requisito della pericolosità sociale. Insomma,  il tunisino protagonista della rissa è esente dal rientro in un  Cpr perché ha un domicilio e aveva fatto domanda di protezione. E poco importa che dalle banche dati europee fornite alla Corte d’Appello emerge che l’uomo ha una segnalazione per furto aggravato in Francia nel 2022. Non  risultano condanne. Oltre al danno la beffa: nel provvedimento il giudice si è limitato a dubitare del suo “percorso di integrazione”, richiesto dalle nostre leggi per la concessione del diritto d’asilo e della cittadinanza.

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di Eugenio Battisti - 23 Gennaio 2025