Sergio Ramelli, la lettera per i 50 anni dalla morte: “Esempio e monito per tutti, sia memoria nazionale”

2 Gen 2025 17:04 - di Viola Longo
sergio ramelli

Fare del 50esimo anniversario della morte di Sergio Ramelli “un’occasione di esempio e di monito per le nuove generazioni”, non solo “di testimonianza e di memoria”. È la richiesta che arriva, attraverso una lettera-appello, dalla comunità che da sempre porta avanti il ricordo di Ramelli e che si ritrova intorno al sito intitolato a Sergio e agli autori del primo libro che ne ha raccontato compiutamente la vicenda: Sergio Ramelli. Una storia che fa ancora paura, di recente ristampato da Idrovolante edizioni con la prefazione del presidente del Senato, Ignazio La Russa, e la postfazione del sottosegretario all’Istruzione, Paola Frassinetti, che furono rispettivamente legale di parte civile nel processo per l’omicidio e amica di Sergio.

La storia di Sergio Ramelli

Sergio Ramelli aveva 18 anni quando fu aggredito sotto casa dopo essere stato vittima di una persecuzione a scuola legata alla sua militanza nel Fronte della gioventù. Un commando di Avanguardia operaia lo aggredì a colpi di chiave inglese in testa, mentre legava il motorino. Era il 13 marzo del 1975. Sergio morì il 29 aprile, dopo 47 giorni di agonia. Nonostante Ramelli sia stato una vittima innocente della peggiore violenza politica degli anni Settanta, la sua memoria è andata spesso incontro a un ostracismo imposto dall’odio ideologico: racconti fuorvianti, vere e proprie menzogne e inaccettabili giustificazionismi sono stati gli strumenti con cui certo antifascismo militante e nostalgico ha cercato di cancellare perfino la pietas. Un episodio particolarmente indicativo è avvenuto, in questo senso, ancora nel 2023, quando Frassinetti visitò il liceo Molinari frequentato da Ramelli. Fuori dalla scuola ci fu una vergognosa contestazione della Rete Milano Antifascista, incurante anche del fatto che ad accompagnare il sottosegretario all’Istruzione c’era, tra gli altri, Bruno Tinelli, fratello di Fausto, il militante del Leoncavallo ucciso nel 1978 insieme a Lorenzo “Iaio” Innucci.

La lettera-appello per una “mobilitazione corale e unitaria”

La lettera-appello per il cinquantesimo della morte di Ramelli invita “alla mobilitazione, corale e unitaria” perché si affermi finalmente l’idea che il ricordo di questo ragazzo deve andare oltre qualsiasi contrapposizione politica. La sua figura, vi si legge, “non può più essere considerata solo quella del martire di una parte politica, ma è diventata il simbolo di chiunque abbia il coraggio di esprimere liberamente le proprie idee, opponendosi all’omologazione culturale e ai dogmi del politicamente corretto”. “La sua – viene ricordato ancora – è la storia di un ragazzo che, con la sua breve vita e con il sacrificio suo e della sua famiglia, ha testimoniato coraggio e coerenza, contro l’odio e contro ogni discriminazione politica”.

Le iniziative già programmate per l’anniversario

Nel testo si ricordano anche alcune delle iniziative già programmate: oltre al libro di Nicola Rao Il tempo delle chiavi (Piemme), già uscito, e alla ripubblicazione dello storico testo Sergio Ramelli: una storia che fa ancora paura (Idrovolante), la pubblicazione tra marzo e aprile di altri due importanti volumi dedicati a Sergio, «che faranno molto discutere»; l’intitolazione in diversi Comuni di un luogo pubblico alla memoria di Ramelli che porterà ad «almeno 39 le “Città del ricordo”» e che offrirà l’occasione di far conoscere la figura e la storia di Sergio, con l’ausilio anche, per chi lo vorrà, di materiale reperibile sul sito. E, ancora, l’emissione, tra marzo e aprile, di un francobollo commemorativo e l’allestimento, da parte dei curatori del sito, della «grafica per una grande mostra in 25 pannelli che contiamo di poter esporre a Milano ma che potrà essere riprodotta ovunque».

La storia di Sergio Ramelli deve essere «un patrimonio della memoria nazionale»

A queste iniziative e alle altre che verranno, è l’appello contenuto nella lettera, «deve aggiungersi, naturalmente, l’iniziativa locale, sotto forma di convegni, presentazioni dei libri, concerti, tornei di calcio o altro». «L’invito per tutti è quello di cercare di organizzare eventi che siano il più possibile condivisi, partecipati, aperti e istituzionali, per diffondere sempre di più la storia di Sergio che è da considerarsi ormai – è la conclusione della lettera – un patrimonio della memoria nazionale».

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