Ramy, mano dura con i “compagni” violenti: trenta identificati a Roma e Bologna, due espulsi a Varese
Tolleranza zero, promette il governo. E scattano i primi provvedimenti a carico dei violenti che hanno seminato odio e sangue nel fine settimana da pro Ramy e pro Pal a Torino, Busto Arstizio, Milano, Bologna e Roma. Proprio per i fatti di sabato sera nella Capitale, sono una trentina gli identificati per gli scontri avvenuti sabato scorso a San Lorenzo nel corso della manifestazione per Ramy, il giovane morto a Milano mentre fuggiva da un controllo dei carabinieri. Si tratterebbe di persone vicine agli ambienti anarchici, a gruppi antagonisti e ai collettivi studenteschi. Su di loro si sta concentrando l’attenzione degli investigatori per stabilire le responsabilità dei disordini. Non è escluso che a breve possano arrivare i primi denunciati. Trenta gli identificati anche per gli assalti alla sinagoga di Bologna.
Ramy, due espulsioni di arabi violenti a Busto Arstizio (Varese)
Sono trattenuti, in attesa di rimpatrio, nel Cpr di Gradisca d’Isonzo (Gorizia), due cittadini stranieri ritenuti responsabili dei gravi fatti accaduti a Busto Arsizio nei giorni scorsi. Irregolari sul territorio nazionale e con precedenti, sono destinatari di un provvedimento di espulsione firmato dal prefetto di Varese. L’arresto conferma l’attenzione, voluta dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, affinché tutti gli autori di aggressioni alle forze dell’ordine degli ultimi giorni vengano rintracciati e sanzionati, a tutela della sicurezza collettiva e del rispetto dello Stato di diritto. “Sono stati espulsi due cittadini stranieri autori delle recenti aggressioni nei confronti delle Forze dell’ordine a Busto Arsizio. Irregolari sul territorio e con precedenti, sono ora trattenuti in CPR in attesa di essere rimpatriati nel loro Paese di origine”, scrive il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Proseguono, nel frattempo, le attività investigative per individuare ulteriori possibili responsabili, anche grazie al supporto delle immagini e dei video acquisiti. L’obiettivo, in stretta sinergia con l’autorità giudiziaria, è garantire che chiunque si sia reso responsabile di comportamenti violenti risponda pienamente dei reati commessi.
Donzelli e Rampelli: “La sinistra condanni la violenza”
“Le forze dell’ordine fanno bene a porre il tema della complicità di alcune forze politiche con i criminali. Qualcuno a sinistra considera ancora i centri sociali dei bravi ragazzi, che scendono in piazza meritoriamente contro il ‘pericolo fascismo’. Il vero pericolo viene dai figli di papà della sinistra che attaccano gli agenti in divisa, assaltando le camionette e lanciando bombe carta”, dice, intervistato da La Verità, il responsabile organizzazione di Fdi Giovanni Donzelli.
“La sinistra militante mette a ferro e fuoco Roma, Bologna, Milano senza che da parte di Schlein e Conte ci sia una condanna esplicita, senza distinguo né velate giustificazioni, delle violenze di strada. La verità è la sinistra italiana è da sempre un Giano bifronte, si sciacqua la lingua con la parola legalità ma è abitata da centinaia di migliaia di suoi sostenitori ed elettori che vivono nell’illegalità: i centri sociali, i collettivi studenteschi che devastano scuole autogestite, gli antagonisti che impediscono di parlare a ebrei e organizzazioni di destra o aggrediscono impuniti le forze dell’ordine, i movimenti di occupazione delle case, i facilitatori dell’immigrazione clandestina, i consumatori seriali di stupefacenti di varia natura che sono anche spacciatori. L’ambigua prudenza nella condanna delle violenze è legata al timore di perdere voti o strumenti di destabilizzazione per mettere in difficoltà l’Italia, preparando il terreno a governi tecnici”, dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.