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Politiche per il lavoro: nel rapporto Inapp i numeri che promuovono il governo Meloni

Economia - di Alice Carrazza - 16 Gennaio 2025 - AGGIORNATO 16 Gennaio 2025 alle 16:54

Nella cornice della sala della Regina di Palazzo Montecitorio, è stato presentato il Rapporto Inapp 2024, un’analisi che mette a fuoco le criticità e le opportunità del mercato del lavoro italiano. L’obiettivo dichiarato è tanto ambizioso quanto necessario: un cambiamento strutturale nelle politiche del lavoro, dell’istruzione e della formazione per affrontare le sfide poste dall’invecchiamento demografico e dalla rivoluzione tecnologica.

Occupazione in crescita, ma il divario deve essere colmato

Secondo il rapporto, l’occupazione in Italia ha registrato una crescita significativa, con un aumento del 3,5% tra dicembre 2019 e ottobre 2024. Questo risultato si traduce in oltre un milione di nuovi posti di lavoro, portando il totale degli occupati a 24,1 milioni e il tasso di occupazione al 62,5%, un record storico per il Paese. Coinvolgendo equamente uomini e donne — con un incremento più marcato nelle regioni del Mezzogiorno (+4,2%) rispetto al Nord (+1,8%) —, il dato che emerge è però quello qualitativo: i contratti a tempo indeterminato sono aumentati di 1,375 milioni, compensando la riduzione dei contratti a termine e part-time. Tuttavia, permangono disallineamenti preoccupanti rispetto ai principali Paesi europei: il gap occupazionale con la media Ue20 è ancora dell’8,5%, equivalente a 3,1 milioni di posti mancanti.

Lavoro: sfide territoriali e di genere

Le criticità sono amplificate da disparità regionali e di genere. Nel Mezzogiorno, il tasso di inattività femminile tocca il 58,2%, dieci punti sopra la media europea. L’accesso limitato a servizi di cura è il vero ostacolo: il 18% delle uscite lavorative femminili e il 40% delle dimissioni volontarie sono legate alla carenza di strutture adeguate per bambini e anziani.

Mismatch e competenze: un nodo da sciogliere

Lo squilibrio tra domanda e offerta di lavoro – noto come mismatch – è inoltre uno dei problemi che affliggono il mercato italiano. Nel 2024, il 47% delle imprese ha segnalato difficoltà nel reperire personale qualificato, un dato in crescita di 22 punti rispetto al 2019. Le cause sono molteplici: una formazione professionale non allineata alle esigenze produttive, una popolazione attiva in calo e un mancato ricambio generazionale.

Il ruolo delle politiche attive: il programma Gol

Ad ogni modo programma Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol), finanziato con 5,4 miliardi di euro nell’ambito del Pnrr, ha già mostrato segnali positivi. Al 30 novembre 2024, 3,1 milioni di persone erano state prese in carico e 1,9 milioni avevano avviato percorsi formativi o tirocini extracurriculari. Nonostante ciò, restano criticità: le misure formative non sempre rispondono alle esigenze del settore, e la gestione delle prese in carico è spesso non armonizzata con tempi e fabbisogni delle imprese.

Sfide demografiche e tecnologiche: il cambio di paradigma

Ad essere evidente nell’analisi è anche la riduzione della popolazione in età lavorativa (-4 milioni entro il 2040) e l’avanzata delle tecnologie digitali che stanno trasformando non solo il nostro modo di stare in società ma anche il modo in cui nella stessa si opera. Per affrontarle intelligentemente il presidente dell’Inapp Natale Forlani invoca allora un cambio di paradigma per tornare ad essere competitivi.

«La contrattazione collettiva nazionale, da sola, non è sufficiente a incentivare la crescita dei salari reali se non si introducono nuovi indicatori per guidare gli aumenti retributivi: incremento della produttività dei fattori; fabbisogno di lavoratori competenti; attrattività delle proposte salariali rispetto all’andamento dell’offerta di lavoro», afferma Forlani. «Il potenziamento del secondo livello aziendale o territoriale è il complemento necessario per rendere aderente la contrattazione collettiva alle evoluzioni delle organizzazioni produttive e del mercato del lavoro», conclude.

Il governo Meloni e la visione per il futuro del lavoro

Il governo guidato da Giorgia Meloni sembra pronto a raccogliere la sfida. La strategia annunciata punta a una riforma organica delle politiche attive del lavoro, basata su modelli di governance multilivello e su una stretta collaborazione tra pubblico e privato. Inoltre, si propone di rafforzare strumenti innovativi come il Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (Siisl), per migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

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di Alice Carrazza - 16 Gennaio 2025