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René Benko è finito in manette: il magnate austriaco è responsabile di un crac superiore a 50 miliardi

René Benko è finito in manette: il magnate austriaco è responsabile di un crac superiore a 50 miliardi

Cronaca - di Gabriele Caramelli - 23 Gennaio 2025 - AGGIORNATO 23 Gennaio 2025 alle 16:44

Il magnate austriaco René Benko, proprietario di Signa Holding e imprenditore immobiliare, è finito in manette per un crac stimato al di sopra dei 50 miliardi di euro secondo quanto riportato da Affari italiani. Le autorità austriache hanno previsto ad arrestarlo nella sua villa di lusso nella località austriaca di Innsbruck, Benko era già finito al centro di un’inchiesta della direzione distrettuale antimafia della procura di Trento. La procura anticorruzione austriaca ha accusato il businessman 47enne di aver nascosto i propri beni relativamente al crollo del suo impero immobiliare. Inoltre, Benko potrebbe aver occultato i propri possedimenti in una fondazione, per sottrarli alle autorità, ai creditori e ai curatori fallimentari. La procura austriaca ha quindi scelto di organizzare una squadra di investigazione unitaria con i procuratori di Berlino e Monaco.

L’imprenditore austriaco aveva progettato un portafoglio con il suo Signa Group, in cui rientravano i grandi magazzini tedeschi KaDeWe e Galeria. L’aumento dei costi energetici, dei tassi di interesse e dei prezzi di costruzione hanno influito sul crollo della complessa struttura aziendale. Stando alle notizie permeate da Affari italiani, sembra che l’ampio portafoglio di Benko contenesse immobili, lussuose proprietà, centri commerciali e grandi magazzini in Italia, Austria, Svizzera e Germania. A quanto pare l’amministrazione fallimentare ha richiesto un risarcimento nei confronti di Benko da 2,4 miliardi di euro.

La procura di Trento aveva già iniziato ad indagare sull’imprenditore austriaco

Già lo scorso dicembre, la procura di Trento aveva scritto il  nome dell’imprenditore austriaco in un’inchiesta della direzione distrettuale antimafia: infatti, gli inquirenti trentini avevano emesso un mandato di arresto nei suoi confronti, in base ad un inchiesta su un gruppo d’affari capace di influenzare e controllare le iniziative fondamentali della pubblica amministrazione, in particolare nel campo della speculazione edilizia in tutta la regione. Quella volta, a finire in manette fu Cristina Santi, sindaco di Riva del Garda.

Benko intanto andò dalla polizia per farsi interrogare dagli inquirenti, ma in quell’occasione fu rimesso in libertà in attesa di una valutazione dell’Austria per i reati per cui era sotto accusa in Italia. Se inizialmente da Vienna era stato respinto il mandato d’arresto italiano, adesso le autorità competenti austriache hanno deciso di intervenire. L’inchiesta italiana – secondo Affari italiani – ha scoperto un meccanismo articolato che conta 77 indagati e svariati arresti, tra cui il sindaco precedentemente citato. Secondo l’accusa, l’imprenditore austriaco avrebbe utilizzato la “significativa permeabilità dell’amministrazione” locale, in particolar modo nelle province di Bolzano e Trento per toccare appalti e speculazioni edilizie significative. Tra le operazioni più controverse spiccano quelle del centro commerciale Waltherpark,  il Gries village e la collina del Virgolo, tutte nella località di Bolzano.

 René Benko è finito in manette: l’indagine sul crac e la frode sul Covid

Le indagini portate avanti dalla procura di Trento e da quella austriaca su Benko, avrebbero portato alla luce anche una frode sui fondi statali per la pandemia da Coronavirus. Il monitoraggio è rivolto verso i fondi di aiuto per il lussuoso Chalet N, situato nella stazione sciistica nel comune austriaco di Lech am Arlberg: l’obiettivo dell’indagine è quello di comprendere se i fondi siano stati utilizzati come un ausilio economico nel corso della pandemia, oppure se siano stati sottratti per altre finalità. In precedenza, su Benko sono state condotte indagini su presunte frodi creditizie e un caso di tentata corruzione. L’imprenditore è stato anche accusato di aver nascosto una parte della sua fortuna in modo illecito, ma il suo avvocato ha negato queste accuse.

 

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di Gabriele Caramelli - 23 Gennaio 2025