Santanchè: «Sono serena, stiamo parlando del nulla. Dimissioni? Sono donna di partito, aspetto le valutazioni»
«Me l’aspettavo, sono tranquillissima. Continuo a lavorare, a fare le cose che devo fare… Stiamo parlando del niente». All’indomani della decisione del gup di Milano di rinviarla a giudizio con l’accusa di falso in bilancio e delle richieste di dimissioni che ne sono seguite da parte dell’opposizione, il ministro del Turismo Daniela Santanchè non nasconde quell’amarezza di cui ha parlato anche il suo avvocato, Nicolò Pelanda. Ma ribadisce la convinzione che, alla fine, la giustizia le darà ragione: «Conosco la vicenda nel merito e so che non mi porterà a una condanna».
Santanchè: «Sono tranquilla»
«È un processo da imprenditrice, non ha rilevanza politica», ha aggiunto il ministro, commentando in un colloquio con il Corriere della Sera le polemiche e le richieste di dimissioni arrivate dall’opposizione. Nelle ore subito dopo il rinvio a giudizio, Santanchè si è vista rinnovare la fiducia dagli alleati di maggioranza che, di fronte al giustizialismo sfrenato dell’opposizione, hanno ricordato che in assenza di condanna definitiva si è innocenti. Un principio di garantismo e costituzionale che, è stato sottolineato, vale anche per Santanchè e al quale si è richiamata anche Italia Viva, rimasta fuori dal coro dell’opposizione.
Il rinvio a giudizio per un «reato valutativo, ero già stata archiviata nel 2018»
Esiste, certo, un tema di opportunità, che Santanchè non elude, ma non riscontra nel caso per cui è stata rinviata a giudizio, «un reato valutativo, una questione molto tecnica e tutta basata su perizie per la quale ero già stata archiviata nel 2018». Altra questione, lascia intendere, è quella aperta sulla presunta truffa ai danni dello Stato per i rimborsi Covid, di cui riconosce le «implicazioni politiche». Ma si tratta di un dossier che resta sullo sfondo.
«Sono rimasta fedele al giuramento, ho sempre agito con disciplina e onore»
Sul falso in bilancio, ha ribadito il ministro, «sono molto serena». Nonostante alcune «stranezze» rilevate nei fascicoli milanesi, Santanchè ha chiarito di nutrire fiducia nei confronti della magistratura, sottolineando che «grazie a Dio non ho nessuna condanna, non c’è nessun fallimento, nessuna bancarotta. Vedranno i giudici, decideranno i giudici». Ma una cosa è certa: di fronte all’opinione pubblica sente di poter dire che «sono rimasta fedele al giuramento, ho sempre agito con disciplina e onore».
Santanchè: «Le dimissioni? Sono donna di partito, aspetto le valutazioni»
«Poi è chiaro che io sono una donna di partito, non faccio le cose a dispetto dei santi. Aspetto le valutazioni…», ha precisato Santanchè, spiegando di non aver ancora sentito Giorgia Meloni, ma «se il mio presidente del Consiglio dovesse chiedermi un passo indietro, di certo – ha chiarito Santanchè – lo farò».