Schlein butta nel cestino la proposta di Franceschini: “Io mi occupo di temi concreti…”. Quali?
Elly Schlein butta nel cestino la proposta di Dario Franceschini, “disuniti per vincere”. L’impropabile tattica – ognun per sé poi si vedrà, l’Ulivo è morto – coglie la segretaria in contropiede: “Che ne pensa della proposta di Dario Franceschini di andare ognuno per conto suo al voto per battere le destre? Risposta: ”Preferisco i temi concreti, non entrerei in questo dibattito’‘, replica Elly Schlein, intervistata da ‘Il Mattino di Padova‘. Praticamente un siluro all’esponente dem, una risposta molto pesante che rende bene lo sbandamento totale del Pd. Partito che la segretaria vede sfuggirle da tutte le parti. La “bomba” Franceschini è stata infatti l’ultima mazzata al centrosinistra in cerca di senso, federatori, leader, alleanze, centri e centrini. L’avere derubricato la proposta dell’ex ministro della Cultura nell’ambito dei temi non concreti, astratti, evidenzia una difficoltà estrema della segretaria e del Pd.
Schlein, siluro contro Franceschini
Ha fatto discutere il “modulo” Franceschini illustrato in una intervista a Repubblica qualche giorno fa. Per vincere non serve fare una coalizione che sia d’accordo su tutto, è il suo pensiero. Basta un cartello elettorale per andare uniti nei collegi uninominali. E un patto tra gli alleati che assegni al partito che arriva primo l’indicazione del presidente del Consiglio. I programmi verrano dopo – ha risposta a domanda precisa Franceschini- . “Ci si confronterà e si troverà il punto di mediazione”. Quanto al programma di governo “molte cose si discuteranno dopo il voto”, ha azzardato Franceschini sostenendo la tesi – errata- che anche il centrodestra “in fondo” fa così. Non è vero. Gli italiani hanno dato fiducia al centrodestra sulla base di un programma condiviso dai singoli partiti, e non il contrario.
Il metodo Franceschini? La Schlein nenache ci pensa
Se Franceschini realisticamente vede difficile mettere attorno a un tavolo Renzi e Conte per il medio periodo, è pur vero che una strategia siffatta rende centrale il nodo dell’orientamento politico e programmatico del Pd. Che non c’è. E’ evidente dal resto dall’intervista. La segreteria rigetta l’ipotesi Franceschini non entrando nemmeno nel merito dell’ipotesi, affermando di preferire temi concreti. Praticamente gli ride in faccia. Ma è il tutto che è ridicolo, perché stringi stringi i temi concreti riguardano tutto tranne che il Pd. Al dibattito interno del suo partito la segretaria preferisce la via breve e facile: giocare di rimessa sui temi forniti dalla maggioranza di governo. Per cui la sua opposizione all’esecutivo da oltre due anni gira attorno a poche stantie battute ripetute ad libitum al cambiare dei temi che la politica del governo propone.
Il prontuario di battute buone per ogni occasione
Esempi: “Il governo spieghi”. “Meloni venga in Parlamento”, “Il governo riferisca alla Camere”. “Il ministro xy si dimetta” (oggi Santanché, ma via via tutti i ministri avrebbero dovuto rassegnare l’incarico secondo il Pd). Su questo canovaccio da commedia dell’arte anche in questa intervista Schlein non parla del futuro che sogna per il Pd; parla del caso Visibilia, del caso Almasri, dell’Autonomia, fino al terzo mandato. E di nuovo la litania “Meloni venga in Aula a spiegare”. “La premier deve venire in aula a fare chiarezza”. “Ancora non ci ha messo la faccia. Si nasconde dietro i suoi ministri”. Da quando è entrato in carica il governo, Shlein e dem a turno si scambiano queste battute, questo copione”. Senza che nessuno sappia con quale idea di governo vorrebbero presentarsi alla guida del paese. Per non parlare della carta fascismo.
Elly ci penserà domani
Elly Schlein è assediata. Il battesimo di Comunità democratica, l’ala catto-dem alla ricerca del centro perduto. E poi Delrio, il sindaco Beppe Sala, Pierluigi Castagnetti, Lorenzo Guerini ed Ernesto Maria Ruffini, il federatore in pectore. Tutto con una loro idea. per non parlare del grillo parlante Prodi. E’ troppo per le spalle di Elly. Ci penserà domani.