![Scuola, Galli della Loggia smonta le critiche alla “cura Valditara”: “Solo furore partigiano” Scuola, Galli della Loggia smonta le critiche alla “cura Valditara”: “Solo furore partigiano”](https://www.secoloditalia.it/files/2025/01/scuola-secolo-ditalia.jpg)
Scuola, Galli della Loggia smonta le critiche alla “cura Valditara”: “Solo furore partigiano”
Il ministro Valditara vuole tornare alle bacchettate sulle mani (parola di Elly Schlein) o prepara il terreno per catechizzare il futuro elettore sovranista, come sostiene il manifesto? “Prima di criticare non sarebbe male pensare a quello che si sta per dire”. Così Galli della Loggia da Corriere della Sera, demolisce le accuse ideologiche e preventive della sinistra alle novità annunciate dal ministro dell’Istruzione, bersaglio privilegiato dei progressisti di mestiere che lo storico definisce ironicamente “gli amici della verità”. “In Italia se una qualunque cosa viene auspicata promossa e organizzata dal ministro di un governo di destra questa cosa non potrà per definizione che apparire agli amici della verità come «nostalgica», «reazionaria», «passatista», «punitiva», «conservatrice», «propagandistica» espressione dell’«afasia di una classe dirigente che si è ritrovata al potere quasi per caso» e via di questo passo.
Galli della Loggia: basta con il furore partigiano sulla scuola
L’invito dell’editorialista del Corriere è a mettere da parte il “furore partigiano” e utilizzare il buon senso e il realismo nel contestare la rivoluzione dolce del ministro. “Non sarebbe meglio partire sempre dall’effettiva, attuale condizione — catastrofica — dell’istruzione nel nostro Paese?, consiglia Galli della Loggia. Se il pianeta scuola non è in ottima salute i detrattori di Valditara dovrebbe proporre invece di processare. Si parte della critiche alle nuove indicazioni per la storia. Si dice che le linee guida avrebbero un’impostazione marcatamente ideologica e perfino confessionale. Ma dov’è lo scandalo? “Certo che c’è una determinata visione del passato, delle ragioni del suo accadere e del suo significato. E quindi dell’opportunità del suo insegnamento, costruita sulla base dei nostri valori morali e civili attuali”, dice della Loggia. “Ma non è forse così per chiunque si occupi a qualunque titolo di storia? Voglio sperare di sì vivaddio!”. Bollare questo come faziosità “è una pietosa vergogna”.
La Bibbia è il grande codice della letteratura mondiale
L’altra critica contesta il “pericoloso” ritorno al passato che prevede solo d’Occidente e l’Italia. Perfino lo studio auspicato della Bibbia sarebbe un attacco alla laicità della scuola. “Ma quando mai? Abbiamo solo pensato a quel testo come al «grande codice» della letteratura mondiale. E che quindi le sue «storie», affiancate a quelle di Omero o di Virgilio, potessero essere utilmente proposte a dei bambini di sei sette anni come introduzione «favolistica» al passato più remoto della nostra civiltà, all’eco che esse ancora hanno nel nostro presente. “Non c’è la storia del mondo – continua la confutazione – ma è necessario smetterla di esercitarsi in una spudorata demagogia. Sapere di storia non significa sapere quattro nozioni appiccicate alla bell’e meglio. Significa riuscire a connettere fatti e personaggi di un Paese o di una civiltà”.
La storia non è sapere quattro nozioni appiccicate
“E allora – prosegue l’editorialista – si faccia avanti chi pensa davvero che dei bambini di 8 ,9 anni o anche dei ragazzi di 15, 16 possano spaziare con un minimo di agio dalla Cina al Giappone, dall’America Atzeca e Inca ai regni africani, dall’India del Mogul all’Orda d’oro e all’impero mongolo”. Conclusione: “Non si può sapere tutto, ahimè. E chi pretende che a scuola si possano insegnare due millenni di storia mondiale è semplicemente un imbroglione. Ma se dunque è inevitabile scegliere, si può decentemente dubitare che la scelta non debba cadere sull’Italia, sulla sua storia? E insieme sul più vasto contesto geo-storico-culturale con cui essa è venuta in contatto, alle cui vicende le sue si sono alimentate e che queste hanno alimentato, cioè sulla storia dell’Occidente?”