Storici, latinisti, pedagogisti plaudono alla riforma Valditara. Schlein mastica amaro

15 Gen 2025 17:04 - di Adriana De Conto
Riforma scuola

Spazio al latino fin dalle scuole medie, abolizione della geostoria alle superiori, centralità allo studio della letteratura italiana, più spazio alla storia e ai popoli italici, alla musica. La rivoluzione “dolce” del ministro Valditara riceve il plauso di accademici, storici,  latinisti ed educatori. I nuovi programmi, messi a punto da una Commissione incaricata dal ministro saranno introdotti nell’anno scolastico 2026-27.

Francesco Perfetti: “L’unico modo corretto per approcciarsi alla storia”

Francesco Perfetti, presidente della Giunta Centrale per gli Studi Storici e direttore della rivista “Nuova Storia Contemporanea” apprezza “la parte relativa all’insegnamento della storia. Perché mi sembra che essa proponga un ritorno alla conoscenza dei fatti così come si sono verificati; da valutare nel loro contesto temporale”. All’Adnkronos il professore ha spiegato nel merito il significato del passaggio didattico dalla  cosiddetta “geostoria” – il passato come interazione tra uomo e ambiente- allo studio specifico dei fatti del passato. “Si tratta dell’unico modo corretto di approcciarsi alla storia: al di fuori non solo delle distorsioni politiche e ideologiche; ma anche al di fuori di nocive e distorte ‘ibridazioni’ con altre discipline – spiega Perfetti -. Un corretto insegnamento della storia è fondamentale: conoscere il passato è essenziale per capire il presente e preparare l’avvenire”.

Andrea Giardina: “Rafforzare lo studio della storia è un progresso positivo”

Plaude alle novità anticipate dal ministro dell’Istruzione e del Merito uno storico dell’antichità classica del calibro di  Andrea Guardina. Professore di storia romana presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, accademico dei Lincei e già presidente della Giunta Centrale per gli Studi Storici. “Mi sembra un progresso positivo ed anche atteso. Il rafforzamento dello studio della storia non può che far bene alla formazione degli studenti”. Il docente apprezza anche “una periodizzazione che appare più interessante”: grazie anche al maggior spazio che verrà concesso alle vicende dell’antica Grecia e di Roma e alla conoscenza del latino.

Biagio Conte: “Importante per i ragazzi capire il legame tra latino e italiano”

Non può che essere favorevole alla reintroduzione del latino alle scuole medie – sia pure come opzione- un latinista illustre, Biagio Conte. Professore emerito di filologia latina alla Scuola Normale Superiore di Pisa, è  tra i massimi interpreti mondiali degli autori di poesia e prosa classica. Dirige, inoltre, la rivista “Materiali e discussioni per l’analisi dei testi classici”. Insomma è un’autorità. Interpellato dall’Adnkronos argomenta: “Capire il legame tra il latino e l’italiano è un passaggio rilevante nello studio”. Per questo,  ha sottolineato,”mi colpisce favorevolmente” la reintroduzione dello studio del latino nelle ultime classi della scuola dell’obbligo: “perché la conoscenza è interpretazione e anche imparare le differenze e le somiglianze tra il latino e l’italiano: che non è altro che un’evoluzione dello stesso latino. Da un punto di vista conoscitivo è di estrema importanza per gli studenti”. “Al tempo stesso – ha aggiunto il professor Conte – mi auguro che nella scuola avvenga un rafforzamento dello studio della lingua italiana, a partire da un’approfondita analisi logica”.

La sparata di Elly Schlein: “Ritorno al passato”

Ebbene, poteva mancare la sparata a vuoto della segretaria del Pd Elly Schlein? “Sparate”. “Un ritorno al passato”. Così bolla le novità dei programmi scolastici dal convegno ‘Appunti per la scuola di oggi e domani’ al Nazareno. “Resto sempre stupita da quanto poco il Paese e la politica discutano di scuola: un pilastro fondamentale della democrazia. Un Paese che non crede nella scuola non crede nel suo futuro”. Elly Schlein sempre fuori tempo e smentita in tempo reale in queste ore. I programmi annunciati da Valditara ovviamente non piacciono al Pd e alla Schlein che parlano di deriva autoritaria. Gli rimangono sole le battute: “Valditara ha nostalgia delle bacchettate sulle mani”, dice ancora Schlein. Pietà. Ma sono isolati in questo dibattito.

Antonio Affinita (Moige): “Il piacere dell lettura e della scrittura”

“Riteniamo positiva la scelta di dare maggiore spazio alla letteratura, anche quella per l’infanzia; e di potenziare l’insegnamento della grammatica. L’idea di introdurre sin dalla prima elementare letture e attività che stimolino il piacere della lettura e il gusto per la scrittura è un passo importante per coltivare il pensiero critico e la creatività negli studenti”. Lo afferma all’Adnkronos Antonio Affinita, direttore generale Moige, Movimento italiano genitori. “E’ essenziale che i ragazzi comprendano fin da subito l’importanza della correttezza linguistica, della chiarezza e dell’ordine nella comunicazione. Inoltre, l’intenzione di riprendere quella ‘grande scuola della memoria’, che da sempre ha caratterizzato la tradizione educativa italiana. La memoria, infatti, non è solo un esercizio mnemonico, ma un veicolo di valori e di identità culturale”.

Suor Monia Alfieri: “Il coraggio di infrangere il muro ideologico”

Sul versante dello studio mnemonico dice cose molti interessanti Suor Monia Alfieri, esperta di politiche scolastiche e pedagogiche: “La memoria, oltre ad essere un importante esercizio per la nostra mente, onsente di interiorizzare profondamente le emozioni e gli insegnamenti tratti dai testi più belli della nostra letteratura. Ricordandoseli poi in età adulta, quando la vita ci pone davanti a situazioni difficili. Ciò che la mente apprende rimane nel cuore. Allora il Pater noster dei Superbi, il Cinque maggio o il secondo coro dell’Adelchi, l’Addio ai monti o l’episodio della Madre di Cecilia; piuttosto che ‘Il passero solitario’, ma potrei andare avanti ancora, diventano ancore sicure cui fare assegnamento. Occorre avere molto coraggio e infrangere quel muro di ideologia. Costruito da chi, forse, da studente, non aveva molta voglia di studiare le declinazioni o Davanti San Guido…!”.

I presidi applaudono

Ai giudizi positivi si aggiungono le considerazini di Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi Lazio:  “Il latino richiede come requisito una conoscenza approfondita dell’italiano. Soprattutto a livello di costruzione logica della frase, di funzioni logiche, quindi studiare il latino la strada per consolidare la conoscenza dell’italiano che è una delle 8 competenze chiave europee”.

 

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