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Tajani: “Una mossa a orologeria, ogni volta che si tocca qualcosa sulla giustizia parte l’attacco”
«È un proditorio attacco al governo attuato da quella magistratura che non tollera che ci sia una riforma della giustizia”. Non ha dubbi Antonio Tajani sull’avviso di garanzia nei confronti di mezzo governo, la premier Meloni, i ministri Piantedosi e Nordio, il sottosegretario Alfredo Mantovano. Un atto di guerra della magistratura che ricorda, come ha evocato anche Barbara Berlusconi, l’avviso di garanzia al Cavaliere nel ’94 mentre presiedeva il G7 di Napoli. Intervistato dal Corriere della Sera il vicepremier porta allo scoperto anche la tempistica sospetta e l’assenza di un profilo giudiziario.
Tajani: un attacco proditorio contro il governo, tempistica sospetta
Una mossa a orologeria per far saltare il piatto. “Proprio alla vigilia del dibattito parlamentare sulla vicenda Almasri, quando i ministri dell’Interno e della Giustizia stanno andando per presentarsi in Parlamento per illustrare la vicenda, arriva un avviso senza alcun senso”. Peculato, favoreggiamento, ma di che parliamo? “Il sottosegretario Mantovano e i ministri hanno agito correttamente”, insiste Tajani. “La vicenda è stata già spiegata, poi coinvolgere anche la premier è assolutamente privo di alcun senso.. Il mio ministero non ha competenze in merito, ma mi pare così ovvio quello che è successo: i giudici lo hanno scarcerato e il governo lo ha espulso perché pericoloso”.
Peculato e favoreggiamento? Ma di cosa parliamo…
Insomma un gran polverone, la volontà politica di soffiare sul fuoco. Il vicepremier e ministro degli Esteri mette in fila tutte le tessere. “Inchiesta su esposto di un avvocato della sinistra accolto dal pm che aveva già indagato Salvini con i risultati che vediamo. E di quella fazione di magistrati che all’apertura dell’anno giudiziario hanno sfilato con la Costituzione in mano per protesta, un atto inaudito”. Il nesso con la colorata protesta delle toghe militanti all’inaugurazione dell’anno giuidiziario è evidente. Una protesta strumentale. “I magistrati hanno le loro sedi per esprimere le proprie posizioni su una riforma, l’Anm, le audizioni in Parlamento. Ma non possono emanare atti come un avviso di garanzia per opporsi a un governo. Perché la democrazia si fonda sulla separazione dei poteri, che qui sta saltando per attacchi e toni sempre più alti”.
Ogni volta che si tocca la giustizia parte l’attacco
Si può dissentire ma – aggiunge – non si può impedire ad un governo e una maggioranza di riformare la giustizia, peraltro senza forzature”. Insomma, è una vendetta per la riforma? “Io so che ogni volta che si tocca qualcosa sulla giustizia, parte l’attacco. Fu così contro Berlusconi, poi per Salvini, ora tocca a Meloni. Quella Costituzione che alcuni magistrati hanno sventolato dovrebbero leggerla meglio perché dice l’esatto contrario di quello che dicono loro: il potere spetta al popolo e le riforme le scrive il Parlamento”.