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Terragni è la nuova Garante dell’Infanzia: femminista contro l’utero in affitto. E parte il plotone d’esecuzione

Terragni è la nuova Garante dell’Infanzia: femminista contro l’utero in affitto. E parte il plotone d’esecuzione

Politica - di Alessandra Parisi - 17 Gennaio 2025 - AGGIORNATO 17 Gennaio 2025 alle 15:40

Tuona contro l’obbrobrio dell’utero in affitto, nega l’esistenza di bambini trans, ma non è un esponente di Pro vita. Femminista fino al midollo, radicale doc, firma ‘insospettabile’ del Corriere della Sera e del Foglio, Marina Terragni è il nuovo garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. La giornalista milanese è stata nominata dai presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, come successore dell’ex presidente del Tribunale per i minori di Trieste, Carla Garlatti. Le sue posizioni sul campo della tutela dei minori e sul gender sono ben note e non lasciano spazio ad ambiguità.

Marina Terragni nuovo garante per l’Infanzia e l’Adolescenza

Femminista della differenza, ora vicina al gruppo Radfem e amica della ministra Eugenia Roccella, si è distinta per campagne contro la gestazione per altri (prese posizione contro la pugile olimpica Imane Khelif).  Nelle ultime settimane si è fatta promotrice dell’iniziative che chiede che la pratica islamica del “taharrush gamea” (tornata di attualità con gli stupri di capodanno a Milano) venga riconosciuta  come reato specifico. E inserito tra le aggravanti previste dal Codice Rosso. “Politicamente scorretta”, insomma, per questo la sua nomina è destinata a suscitare non poche  polemiche nel mondo delle femministe d’antan e le lobby gender tornate sulle barricate contro il ‘retrogrado’ governo Meloni.

Contraria all’utero in affitto e anti-gender

L’autrice di “Gli uomini ci rubano tutto”, fedele a quello che definisce un “femminismo non negoziabile”, ha firmato un pamphet dal titolo emblematico Temporary Mother: Utero in affitto e mercato dei figli, dove bolla la pratica della gestazione per altri come un vero e proprio “mercato” del corpo, demolendo il racconto di un gesto disinteressato di “generosità” da parte di chi affitta il proprio utero. “Chi è una madre surrogata, se non una madre?»,  chiede Terragni. “Perché si pretende che scompaia dopo aver portato a termine il suo bio-lavoro? Si può affittare il proprio corpo e mettere in vendita un essere umano?. Terragni pone l’identità biologica come perno dell’identità, da cui discende una posizione strutturalmente critica al mantra dell’inclusività verso le persone transgender.

La differenza biologica come base dell’identità

Molto chiara la sua posizione in occasione del discussissimo laboratorio promosso da Tor Vergata per bambini, con asterisco, trans e gender creative. Mi viene da ridere anche se c’è da piangerela sessualità infantile è libera esplorazione del proprio piacere. I bimbi la fanno da sola questa cosa, se la cavano da sola, tutti ce la siamo cavati da soli. Il bimbo viene paradossalmente “patologizzato se si mette le scarpe col tacco della mamma, cosa che hanno fatto tutti. Le famiglie vengono allarmate da una propaganda martellante, patologizzano dei comportamenti normali, una volta non si allarmava nessuno”.

Il processo in anticipo dei movimenti trans

Oggi è chiamata a una sfida importante: tutelare e rappresentare i diritti di bambini e adolescenti in un paese profondamente diviso su questioni come il genere e l’educazione sessuale, intriso di teorie woke. C’è da aspettarsi una levata di scudi e un processo sommario da parte da chi urla allo scandalo e alla visione ‘escludente’. La portavoce del Movimento Identità Trans, Roberta Parigiani, ha già aperto il conflitto. “Le uniche volte in cui ha preso posizione sui temi dell’infanzia è per sgretolarne i diritti. Per minare e cancellare i diritti dei figli di coppie omogenitoriali, di figli di coppie che ricorrono a gpa, di adolescenti transgender”.

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di Alessandra Parisi - 17 Gennaio 2025