![Toghe militanti scatenate in tutta Italia, Nordio: “Sono un ex magistrato, come potrei umiliarvi?” Toghe militanti scatenate in tutta Italia, Nordio: “Sono un ex magistrato, come potrei umiliarvi?”](https://www.secoloditalia.it/files/2025/01/Anm.jpg)
Toghe militanti scatenate in tutta Italia, Nordio: “Sono un ex magistrato, come potrei umiliarvi?”
Ammutinamenti e show annunciati delle toghe militanti contro la riforma Nordio al via dell’anno giudiziario. Tutto annunciato nei giorni scorsi dall’Anm, che ha dettato le regole comportamentali della resistenza. Presidi rumorosi davanti alle corti di Appello italiane, coccarde tricolori e Costituzione alla mano. Poi la chicca finale: l’abbandono ‘composto’ dall’aula al momento dell’intervento del ministro o del rappresentante di largo Arenula. E così è stato da Milano a Palermo con modalità ‘copia e incolla’ al grido ‘la Costituzione non si tocca’. Sul caso è interventuta la premier Giorgia Meloni dal porto di Gedda, in Arabia Saudita, poco prima di salire sull’ Amerigo Vespucci. Si è detta “rammaricata”. Quindi ha aggiunto: “Le proteste sono legittime. A me può rammaricare questo atteggiamento dell’Anm per cui qualsiasi tentativo di riforma materia di giustizia viene letta come una specie di apocalisse: una fine del mondo che bisogna rifiutare senza se e senza ma”.
“Rispetto a quella Costituzione che viene ostentata, mi corre l’obbligo di ricordare- specifica la premier- che l’articolo 49 della Costituzione dice che i cittadini hanno diritto di associarsi in partiti politici; per concorrere con metodo democratico alla determinazione della politica nazionale. Questo significa che i cittadini si organizzano in partiti politici, i cittadini votano. I cittadini decidono attraverso i programmi di chi vince le elezioni quali debbano essere le scelte della politica. E quindi noi stiamo facendo qualcosa che è perfettamente ‘fit’: perfettamente adeguato a quello che c’è scritto nella Costituzione. Mentre io non trovo un articolo della Costituzione che dice la giustizia non si può riformare”, ha rimarcato la presidente del Consiglio.
Giustizia, show anti-Nordio delle toghe in tutta Italia
A Napoli, non appena ha preso la parola ministro della Giustizia Carlo Nordio, l’Anm ha lasciato la sala dei busti di Castel Capuano. Come soldatini tutti fuori agitando una copia della Costituzione e citando Pietro Calamandrei. “In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato. Questa non è una carta morta è un testamento. Un testamento di centomila morti. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità i è nata la nostra Costituzione”. Il Guardasigilli non si è scomposto. Ha ricordato l’architettura e gli obiettivi della riforma, respingendo al mittente la retorica e il livore ideologico del sindacato delle toghe.
Nordio: non voglio umiliare i magistrati
“ll dissenso è il sale della democrazia e ringrazio i magistrati per aver espresso il loro dissenso in maniera composta”, ha detto Nordio. “Ma pensare che un ex magistrato come me, che ha servito lo Stato per oltre 30 anni, possa avere l’obiettivo di umiliare la magistratura è ingiusto”. E ancora: “Ho visto morire colleghi, ho seguito processi sulle Brigate rosse. Non si può pensare che il mio obiettivo sia l’umiliazione della magistratura. Si tratta di una riforma solo tecnica. È stucchevole la rievocazione di Falcone che era favorevole alla separazione delle carriere”. Non c’è spazio, insomma, per la narrazione che la riforma del governo minerebbe l’indipendenza dei giudici.
Stucchevole la rievocazione di Falcone, favorevole alla separazione
“È scritto a chiarissime lettere nella riforma costituzionale. Perché – si è chiesto Nordio – si deve leggere nella riforma quello che nella riforma non c’è? E anche qui mi permetto un riferimento personale. Per 40 anni ho sempre fatto il pm proprio per essere libero e indipendente. Nessuno vorrebbe un pubblico ministero sottoposto al potere esecutivo. Non io. È scritto nella Costituzione e non avverrà mai”.
Mantovano: la sedia vuota è un sintomo di debolezza
Proteste anche a Torino, Milano, a Palermo. A Roma i magistrati hanno lasciato l’aula quando ha preso la parola il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. “Noi adesso temiamo fortemente che la separazione delle carriere metta in crisi questo nostro sistema, portandolo sempre più il pubblico ministero sotto il controllo del potere esecutivo”. Così Daniela Rinaldi, presidente della giunta sezionale del Lazio dell’Anm, che ha confermato la giornata di sciopero per il 27 febbraio. Uno strano modo di interpretare la collaborazione e il rispetto invocato tra le istituzioni. Mantovano, di fronte all’Aventino delle toghe, ha ribadito che la riforma, sulla quale il governo comunque andrà avanti, “non è contro i magistrati ma per i cittadini”.
A Milano Gherardo Colombo al sit-in contro la riforma
“Immaginavamo di raggiungere l’obiettivo della riforma col contributo anche critico, anche fortemente critico, ma reale, dei magistrati. Abbiamo rivolto innumerevoli inviti in tal senso. Non poterne disporre è qualcosa che ci fa andare avanti comunque, ma ci rammarica”. Una chiusura così drastica – ha aggiunto il sottosegretario – non fa bene neanche a chi l’ha proposta. “Abbandonare il tavolo del dialogo non è una manifestazione di forza, semmai di debolezza. Se gli argomenti più radicali, quelli della completa inaccettabilità della riforma, fossero così ben fondati, perché non riferirli non sui cartelli, per slogan, dall’esterno, ma de visu, guardandosi negli occhi, articolandoli uno per uno e replicando alle eventuali risposte?”. Tra i testimonial della colorata protesta milanese anche un pezzo da novanta come l’ex pm di Mani Pulite Gherardo Colombo. “Quello che sta succedendo è molto dannoso per i cittadini e per l’organizzazione dello Stato. Credo sia necessario richiamare l’attenzione perché secondo me è molto grave”.