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Urso: «L’Europa si difende con la politica industriale: il Green Deal va rivisto. Dall’Italia ruolo decisivo»

Politica - di Natalia Delfino - 27 Gennaio 2025 - AGGIORNATO 27 Gennaio 2025 alle 16:43

L’Ue si difende dai dazi e da una strategia Usa aggressiva «con una politica industriale assertiva, fondata anche sull’autonomia energetica, che tuteli mercato e produzione dalla concorrenza sleale. Come fanno gli Stati Uniti». Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha ribadito la necessità di guardare al dibattito in atto tra Ue e Usa concentrandosi su ciò che l’Europa può fare e non su ciò che l’Europa potrebbe subire. «E l’Italia – ha sottolineato Urso – avrà un ruolo decisivo, con la leadership di Giorgia Meloni, centrale nei nuovi assetti globali».

«L’Europa si difende con una politica industriale assertiva»

Intervistato da Repubblica, Urso ha ricordato che in Europa l’Italia chiede «una revisione complessiva del Green Deal per rendere competitiva l’industria europea e tutelare l’occupazione, tanto più a fronte della sfida lanciata dall’amministrazione Trump in risposta all’egemonia cinese sulle tecnologie green». «L’elefante è nella stanza e non da ora», ha commentato il ministro, avvertendo che «se non si affronta il problema nella sua complessità con una revisione generale del percorso e delle sue modalità, subito, insieme con il nuovo “Clean Industrial Deal”, avremo presto il collasso dell’industria dell’auto europea».

Urso: «Il Green Deal va rivisto. Il clima nell’Ue è già cambiato»

Il clima comunque, ha chiarito Urso, in Europa è cambiato rispetto al passato. «È cambiato nella Commissione, in molti commissari ho riscontrato una visione realista e pragmatica. È cambiato il clima nel Parlamento europeo, dove emergono sempre più convergenze tra centro e destra. Ed è cambiato nei consigli Ue, dove l’Italia è spesso in prima linea». In questo contesto «cruciali saranno le prossime elezioni tedesche, per accelerare la spinta al cambiamento».

L’iniziativa italiana su cinque temi che delinea una strategia complessiva

Già adesso, però, in Germania qualcosa si è mosso, con il cancelliere uscente Olaf Scholz che ha aperto agli incentivi per la defiscalizzazione dell’auto elettrica. Si tratta, insieme alla rimozione delle multe ai produttori che non raggiungeranno i target sull’elettrico, di uno dei punti del “non paper” promosso da Italia e Repubblica Ceca sull’automotive, intorno al quale si è registrata la convergenza di numerosi Stati membri. Urso ha però ricordato che ciò che serve non sono «misure tampone, ma una strategia complessiva». Che è esattamente quella che sta perseguendo l’Italia. Oltre a “non paper” sull’automotive, infatti, ci sono quelli con la Polonia per rendere sostenibile la siderurgia green e le industrie energivore; sulla chimica che si sta definendo con la Francia; sulla politica spaziale con la Germania; sulla revisione del Chips act che investe l’industria dei semiconduttori e quello sulla semplificazione per le Pmi con l’Olanda.

«Molti Paesi hanno aderito ai nostri documenti. Si allarga ogni giorno il “fronte delle riforme”. E l’Italia è sempre protagonista», ha sottolineato Urso.

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di Natalia Delfino - 27 Gennaio 2025